Fondi PNRR

Pubblicato il bando da 115 milioni del MIC per la digitalizzazione: aperto a imprese e no profit

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Dal 3 novembre 2022, si possono presentare le istanze sull’avviso fortemente voluto dalla Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni e dal Direttore Creatività Contemporanea Onofrio Cutaia.

Una lieta novella per l’intero sistema culturale italiano ed anche – ci consentano i lettori – una soddisfazione “personale” per chi cura questa rubrica IsICult (Istituto italiano per l’Industria Culturale)ilprincipenudo”, riguardo ad una battaglia condotta da anni – spesso come “vox clamantis in deserto” – ovvero rispetto all’esigenza di garantire il massimo accesso ai sostegni pubblici alla cultura nel nostro Paese: ieri giovedì 20 è stato finalmente pubblicato l’avviso pubblico del Ministero della Cultura, curato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (Dgcc), che mette a disposizione ben 115 milioni di euro, provenienti dal “Recovery Plan”, per lo sviluppo di progetti che stimolino la digitalizzazione delle imprese culturali e creative.

La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha lanciato l’avviso pubblico, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Progetto “Ngeu” ovvero “Next Generation Eu” (attraverso i fondi destinati al “Pnrr” – “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”), per l’erogazione di contributi a fondo perduto in favore di micro e piccole imprese, enti del terzo settore e organizzazioni “profit” e “no profit”, operanti nei settori culturali e creativi, per favorire l’innovazione e la transizione digitale.

Abbiamo seguito con grande attenzione questa iniziativa, per il suo carattere altamente innovativo, che abbiamo ben segnalato su queste colonne in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, organizzata nel maggio scorso: vedi “Key4biz” del 6 maggio 2022, “Pnrr, 155 milioni di euro per sostenere le ‘micro’ e ‘piccole imprese’ culturali e creative italiane”. Avevamo compreso l’importanza dell’iniziativa già in occasione dei primi annunci da parte della Sottosegretaria Borgonzoni: vedi “Key4biz” del 29 settembre 2021, “Il Mic annuncia 155 milioni di euro per le industrie culturali: 125 per la transizione “digitale” e 30 per la transizione “verde””.

I tempi per la pubblicazione del primo avviso sono stati più lunghi del previsto, anche perché soltanto una settimana fa è arrivato l’“imprimatur” della Ragioneria dello Stato, che ha concordato sulla valutazione preliminare di coerenza con i requisiti del “Pnrr” effettuata dagli uffici.

La grande novità – una innovazione assoluta per l’Italia – è che questi fondi pubblici sono aperti sia alle imprese, ovvero ai soggetti “profit”, sia ai soggetti “no profit”, ovvero quelle decine e decine di migliaia di organizzazioni culturali che non sono “impresa” nel senso classico e rigido del termine (secondo le repressive regole del Ministero dello Sviluppo Economico – Mise e quindi delle arcaiche Camere di Commercio ed Artigianato – Cciaa), e che pure invece svolgono assolutamente attività di impresa – in senso –, come peraltro da molti anni stabilito dalla Commissione Europea ed anche in Italia da giurisprudenza prevalente.

Nell’ambito del “Pnrr”, l’avviso pubblico pubblicato ieri rientra nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, Componente 3 “Turismo e Cultura 4.0 (M1C3)”, Misura 3 “Industria culturale e creativa 4.0”, Investimento 3.3 “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”, per i quali sono stati stanziati complessivamente 155 milioni di euro.

Di questo budget totale di 155 milioni, 115 milioni di euro è la cifra investita per questo primo avviso pubblico, dedicato nello specifico al Sub-Investimento 3.3.2 “Sostegno ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale”, ovvero all’Azione A2. Per l’esattezza questo avviso, prevede una dotazione di 110.419.102,12 euro.

Si ricordi che l’obiettivo generale dell’“Investimento 3.3” è sostenere la ripresa e il rilancio dei “settori culturali e creativi” come definiti dal programma “Europa Creativa”, ovvero tutti i settori le cui attività si basano su valori culturali ed espressioni artistiche e altre espressioni creative individuali o collettive, siano esse orientate al mercato o non orientate al mercato.

L’avviso è finalizzato a fornire supporto, attraverso contributi finanziari, ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale lungo l’intera catena del valore: produzione, coproduzione, gestione, distribuzione e incontro con il pubblico.

La Sottosegretaria al Mic Lucia Borgonzoni ed il Dg Creatività Contemporanea esultano

La Sottosegretaria uscente, la leghista Lucia Borgonzoni (uscente, ma presto… rientrante al Collegio Romano, dato che verosimilmente sarà confermata come Sottosegretaria al Mic, se non addirittura Ministro della Cultura), ha dichiarato, con comprensibile orgoglio: “lavorare al fianco delle imprese, per supportarne con ogni mezzo a disposizione la ripartenza e lo sviluppo: è con questo spirito che abbiamo spinto sull’acceleratore affinché le misure del Pnrr pensate per il settore delle imprese culturali e creative arrivassero quanto prima a destinazione. E oggi ci siamo. La pubblicazione dell’Avviso pubblico da 115 milioni di euro per l’innovazione e la transizione digitale della filiera è solo il primo di una serie di risultati che abbiamo messo in cantiere. Ringrazio la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per l’impegno profuso”.

Soddisfazione ha espresso anche il Direttore Generale Onofrio Cutaia (detto Ninni): “questo investimento ha lo scopo di fornire un supporto concreto ai settori culturali e creativi lungo l’intera catena del valore (produzione, coproduzione, gestione, distribuzione e incontro con il pubblico) e di promuovere l’innovazione, la modernizzazione e la competitività di tutto il settore culturale, che costituisce un asset fondamentale per il nostro Paese, sia dal punto di vista identitario sia dal punto di vista economico”.

L’innovazione fondamentale di questo avviso è il superamento di “paletti” storici, incancreniti nella politica economica ed anche nella politica culturale italiana: il requisito di essere iscritti alla Camera di Commercio non è essenziale, e non vengono sciorinati i surreali “codici Ateco”.

Le proposte progettuali possono essere presentate dal 3 novembre 2022 al 1° febbraio 2023: contributo massimo 75.000 euro a progetto, riserva del 40 % a favore del Mezzogiorno

L’Avviso pubblico è online sul sito del Ministero della Cultura, sul sito della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic e sul sito di Invitalia, che è l’ente gestore del bando.

La finestra per l’invio delle proposte aprirà giovedì della prossima settimana 3 novembre 2022 (dalle ore 12).

Per inoltrare le istanze ci sarà tempo fino al 1° febbraio 2023 (fino alle ore 18).

Si prevede che i risultati possano essere pubblicati prima dell’inizio dell’estate dell’anno prossimo.

Importante segnalare che l’avviso non è “a sportello” e che quindi tutte le istanze saranno valutate sulla base di criteri metodologici precisi, con elaborazione di una graduatoria finale. Nel punteggio assegnando si osservano meccanismi premiali – nei criteri di valutazione – per i progetti rispetto al coinvolgimento di giovani “under 36” anni, di donne, e finanche di persone con disabilità…

Nella “scheda progetto”, i partecipanti dovranno proporre una “analisi dell’impatto” ed è interessante osservare come questa debba essere declinata sul fronte “economico” (ed occupazionale) ma anche su quello “sociale”, oltre che squisitamente “culturale”.

Ai fini dell’ammissibilità i progetti proposti possono avere un valore massimo di euro 100.000 euro al netto di Iva (ove questa non rappresenti un costo per il soggetto realizzatore), e dovranno essere avviati dopo la presentazione della domanda, con una durata massima di 18 mesi.

Le agevolazioni sono concesse esclusivamente sotto forma di contributi a fondo perduto e nella misura massima dell’80 % del progetto di spesa ammissibile e, comunque, per un importo massimo pari a 75.000 euro.

Ogni proponente può presentare un solo progetto, ma è prevista la chance di progetti presentati autonomamente ma che producano sinergie in una logica “a rete”, e quindi con 3 fino ad un massimo di 5 partner.

È prevista una riserva a favore del Mezzogiorno: al fine di assicurare una distribuzione delle risorse in linea con quanto previsto nel “Pnrr”, la dotazione finanziaria di ciascuno dei 10 ambiti di intervento sarà riservata per il 40 % a soggetti che abbiano unità locale nelle regioni del Mezzogiorno, ovvero Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna.

Gli obiettivi del bando “digitalizzazione”: rinnovamento digitale, avanzamento della maturità tecnologica, inclusione sociale, stabilizzazione delle risorse professionali

L’avviso pubblico ha come obiettivi:

  1. favorire l’avanzamento del livello di maturità tecnologica delle organizzazioni culturali e creative italiane e renderle competitive a livello internazionale in termini di offerta culturale digitale;
  2. favorire la creazione di reti tra diverse organizzazioni creative, improntate alla sperimentazione digitale consapevole; di creare e implementare, in termini di fruizione digitale e tecnologica, strumenti innovativi, efficaci, esportabili e competitivi sia del patrimonio culturale sia di espressioni e di prodotti della creatività contemporanea;
  3. incentivare il rinnovamento digitale dei presidi culturali e utilizzare le nuove tecnologie per rendere accessibili i contenuti culturali e le complessità legate al territorio, anche in termini di percezione del patrimonio e di miglioramento della qualità della vita attraverso la creatività contemporanea;
  4. favorire l’integrazione all’interno delle dinamiche collettive e l’inclusione della cittadinanza attiva nell’ambito dell’accesso alla cultura, in particolare nelle aree marginali;
  5. incentivare la stabile collocazione di figure professionali in ambito culturale formate in termini di competenze tecnologiche e informatiche, da impiegare in modo continuativo all’interno dei presidi culturali.

Gli ampi e numerosi “ambiti di attività”

Gli ambiti di attività sono ampi e numerosi:

  • musica
  • audiovisivo e radio (inclusi film / cinema, televisione, videogiochi, software e multimedia)
  • moda
  • architettura e design
  • arti visive (inclusa fotografia)
  • spettacolo dal vivo e festival
  • patrimonio culturale materiale e immateriale (inclusi archivi, biblioteche e musei)
  • artigianato artistico
  • editoria, libri e letteratura
  • area interdisciplinare (quest’ambito è relativo ai soggetti che operano in più di un ambito di intervento tra quelli fin qui elencati).

Per ognuno dei 10 settori è previsto un 10 % della dotazione totale del bando. Questa ripartizione “egualitaria” non ci convince molto, perché abbiamo a che fare con settori che hanno “fette” assai diverse sul totale della “torta” del sistema culturale e creativo nazionale, e forse sarebbe stato preferibile effettuare la divisione a seguito di un’analisi dell’insieme delle istanze pervenute.

Da segnalare che l’ultimo comma dell’avviso (art. 22 co. 4) prevede che “i soggetti candidati alla presente azione saranno invitati a partecipare ad un’indagine conoscitiva sul settore culturale e creativo promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea al fine di attuare una ricognizione dei fabbisogni specifici dei settori culturali e creativi negli ambiti d’intervento di cui al presente Avviso”.

Eccellente iniziativa.

Le finalità degli interventi del bando

Gli interventi sono finalizzati:

  1. alla creazione di nuovi prodotti culturali e creativi per la diffusione “live” e “online”, capaci di interagire molteplici linguaggi espressivi e di adottare narrazioni innovative;
  2. alla circolazione e diffusione dei prodotti culturali verso un nuovo pubblico (diminuzione del divario territoriale, raggiungimento categorie deboli) e verso l’estero (per esempio, lo sviluppo e ideazione di formati per lo streaming, dal vivo e non);
  3. alla realizzazione di attività per la fruizione del proprio patrimonio attraverso modalità e strumenti innovativi di offerta (piattaforme digitali, hardware, software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi, di comunicazione e promozione), volte a garantire un beneficio in termini di impatto economico, culturale e/o sociale, salvaguardando adeguatamente la tutela della proprietà intellettuale;
  4. alla digitalizzazione del proprio patrimonio con obiettivo di conservazione, maggiore diffusione, condivisione attraverso la coproduzione, cooperazione transfrontaliera e circolazione internazionale, soprattutto nell’Unione Europea;
  5. all’incremento all’utilizzo del “crowdsourcing” e allo sviluppo di piattaforme open source per la realizzazione e condivisione di progetti “community-based.” 

Al fine di assicurare l’efficace e tempestiva attuazione degli interventi del Pnrr, la Direzione Generale Creatività Contemporanea si avvale del supporto tecnico-operativo di Invitalia S.p.a. (alias Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a.).

Essenziale l’articolo 5 del bando, che conferma quella “apertura” a 360 gradi che era stata annunciata due mesi dalla Sottosegretaria e dal Direttore Generale: riportiamo testualmente il primo comma dell’articolo 5 dell’avviso: possono presentare domanda di finanziamento:

  • le micro e piccole imprese (in forma societaria di capitali o di persone, ivi incluse le società cooperative di cui all’art. 2511 e seguenti del Codice Civile)
  • le associazioni non riconosciute;
  • le fondazioni;
  • le organizzazioni dotate di personalità giuridica no profit;
  • gli enti del Terzo Settore (di cui all’art. 4 del D.Lgs. n. 117/2017 e ss.mm.ii.), iscritti o in corso di iscrizione al “Runts”, che operano nei settori di cui all’art. 1.1 e negli ambiti di intervento di cui al successivo art. 6.7, e che risultino costituiti al 31/12/2020”.

Un bando finalmente aperto tutte le “organizzazioni” culturali e creative: imprese e non profit, con requiem per i “codici Ateco”

In sostanza, il bando è veramente aperto a tutte le “organizzazioni” culturali e creative.

L’unico pre-requisito è, per il mondo variegato delle “associazioni culturali”, l’essere state costituite con atto scritto registrato all’Agenzia delle Entrate ed essere in possesso di un codice fiscale, che sia stato attribuito entro il 31 dicembre 2020 (veramente un lasso temporale modesto, ovvero nemmeno due anni di anzianità operativa).

Per quanto riguarda le “imprese”, è opportuno riportare quel che prevede l’Unione Europea, nella definizione di “micro piccole imprese”:

  • Microimpresa” è un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro;
  • Piccola impresa” è un’impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.

Va segnalato che questi parametri dimensionali ed i “tetti di ricavo” si applicano a tutti i soggetti realizzatori, inclusi i soggetti del “no profit”.

I soggetti partecipati da enti pubblici con una quota sociale almeno pari al 25 % non sono qualificati come “Micro Piccole Imprese”. Questo ci sembra un paletto assai opportuno, onde evitare che il “pubblico” finisca per finanziare “sé stesso”, ovvero soggetti già sostenuti dalla mano pubblica.

Approccio innovativo, anzi rivoluzionario: un bel precedente per futuri bandi, e non soltanto del Ministero della Cultura

Non si può non essere soddisfatti di questo approccio innovativo, anzi, per il nostro Paese, veramente… rivoluzionario!

Da anni, anche su queste colonne, abbiamo lamentato (e denunciato) quanto alcuni paletti amministrativi ed una serie di parametri burocratici fossero intollerabili, nelle politiche pubbliche di sostegno alla cultura, alle arti, allo spettacolo.

Anche recentemente, qualche mese fa, segnalavamo le contraddizioni intrinseche di un bando promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ed affidato anch’esso alla gestione di Invitalia. Abbiamo denunciato queste assurdità nell’articolo pubblicato il 22 giugno 2022 su “Key4biz”: “Fondo Imprese Creative. Bando di 40 milioni ad Invitalia, paradossale approccio restrittivo e repressivo?”.

Finalmente il buon senso e soprattutto una visione moderna di “impresa culturale” ed “impresa creativa” hanno prevalso.

È stato quindi finalmente scardinato l’approccio rigido e burocratico che ha governato l’Italia per molti anni su questo tipo di interventi nell’ambito culturale.

Maria Luisa Amante, Direttrice del “Servizio I – Imprese culturali e creative, moda e design” della Direzione Creatività Contemporanea, ci ha spiegato come, per superare l’impasse “impresa” / “non impresa”, è stato introdotto nel bando – coerentemente con quel che prevede l’Unione Europea – il termine di “organizzazione”: nel concetto di “organizzazione culturale e creativa”, possono infatti rientrare sia le imprese sia i soggetti non profit.

Questa evoluzione terminologica è anche il risultato di un’approfondita analisi comparativa effettuata attraverso una lettura critica dei bandi in materia di sostegni alla cultura emessi dalle singole Regioni italiane.

A quanto ci risulta, il concetto di “organizzazione culturale” ovvero “organizzazione creativa” viene così introdotto in Italia per la prima volta a livello di decretazione ministeriale.

La data del 20 ottobre 2022 assume quindi anche una particolare valenza storica, per il carattere innovativo di questa novella definizione, anche dal punto di vista giuridico.

Siamo certi che questa innovazione coraggiosa andrà a costituire un sano precedente per molti futuri bandi, e non soltanto del Ministero della Cultura.

Siamo stati talvolta accusati di essere troppo critici e troppo severi, rispetto ai tanti deficit, strategici e tattici, della politica culturale italiana: questa volta, sentiamo naturale l’esigenza di manifestare un convinto plauso e di tributare sensi di gratitudine all’Amministrazione, perché si è fatta finalmente interprete di esigenze che centinaia di migliaia di operatori del sistema culturale italiano manifestavano da anni. Anzi, da decenni.

E siamo lieti di aver portato un piccolo contributo – attraverso IsICult (come centro di ricerca) ed attraverso “Key4biz” (come testata giornalistica specializzata) – a questo successo.

Clicca qui, per l’“Avviso pubblico, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEu, per l’erogazione di contributi a fondo perduto in favore di micro e piccole imprese, enti del terzo settore e organizzazioni profit e no profit, operanti nei settori culturali e creativi per favorire l’innovazione e la transizione digitale”, pubblicato dal Ministero della Cultura il 20 ottobre 2022.