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Proptech e startup, quali sono le regole per crescere?

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Cosa è che rende una start-up attiva nel settore del Proptech un investimento dal buon potenziale e dalla forte attrattiva per gli investitori?

Nonostante la significativa crescita che il settore del Proptech ha visto negli ultimi anni, il mondo dei Venture Capital che vi investono è ancora relativamente piccolo.

Chi investe nel Proptech

Ma dopo che giganti come SoftBank, Andreessen Horowitz e Sequoia hanno iniziato ad investire in maniera rilevante nel Proptech – avendone colto tempestivamente il potenziale – sono emersi sempre più fondi interessati sia a capitalizzare nell’ambito sia a occuparsene in maniera esclusiva, come ad esempio Fifth Wall a Los Angeles, MetaProp a New York e Pi Labs e Concrete a Londra.

Secondo Taylor Wescoatt, partner di Concrete, il fatto che Softbank abbia impiegato una buona parte del suo capitale di investimento nel Proptech, ha immediatamente conferito al mercato una credibilità e quindi un valore maggiore.

Quando un grande attore sviluppa attività in un campo ancora di nicchia, come quello del Proptech, quello specifico spazio di mercato acquista più interesse agli occhi degli altri investitori.

Ma cosa è che rende una start-up attiva nel settore del Proptech un investimento dal buon potenziale e dalla forte attrattiva per gli investitori?

In primis bisogna considerare la start-up in sé e verificare 1) che offra effettivamente una soluzione efficace a un problema esistente; 2) se questa soluzione è sostenuta da uno studio puntuale del mercato di riferimento e, soprattutto 3) se il prodotto propone una soluzione esponenzialmente migliore delle alternative già presenti. Se la risposta anche a solo una di queste domande è no, il prodotto sarà più difficilmente vendibile, e quindi sarà necessario spendere maggiori e ingenti somme di denaro nell’attività promozionale senza certezza di successo.

Offrire un ottimo prodotto non basta: è imprescindibile analizzare e comprendere a fondo i fabbisogni e le abitudini della propria clientela potenziale. Troppo spesso questo aspetto viene considerato secondario, dimenticando che sono proprio i clienti che permettono ad un prodotto di avere successo.

Altrettanto essenziale per gli investitori è esaminare il team fondatore della start-up. Anche in quest’ambito bisogna prendere in considerazione più fattori, tra i quali le aree di competenza di ogni membro fondatore, perché è bene che vi siano diversità e innovazione all’interno del gruppo, come è bene che vi siano componenti già esperti nello sviluppo di start-up. Il mio consiglio è di assicurarsi che almeno una persona tra i fondatori sia già inserita nell’industria di riferimento, così da poter favorire i rapporti con il mercato. 

L’aspetto economico

Per quanto riguarda l’aspetto economico, ricordiamoci che anche le migliori idee, senza un business plan completo, coerente e realistico, sono destinate al probabile fallimento. Ciò è particolarmente importante in fase di prima progettazione: sono molte le start-up costrette ad arrestarsi proprio per una mancanza di fondi necessari per raggiungere obiettivi fissati fin dall’inizio.

I fattori che determinano il successo di una start-up sono molti. Prendendone in considerazione anche solo alcuni, è evidente come sia necessario avere sempre un piano B e forse anche uno C e uno D. Se non saranno le complessità esterne a rendere necessario un cambio di rotta, potranno essere nuove informazioni che emergeranno in corso d’opera e richiederanno cambiamenti, adeguamenti, risposte a nuove sfide. Una start-up, o una qualsiasi azienda, non dovrebbe mai aver paura di migliorare il proprio prodotto grazie a nuove intuizioni!

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