La campagna

Privacy, scatta negli Usa la petizione per lo ‘spezzatino’ di Facebook

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Negli Usa scatta la petizione degli attivisti in difesa della privacy e contro i monopoli che chiede alla Federal trade Commission di spacchettare Facebook in quattro società separate fra loro.

Scatta negli Usa la campagna per chiedere alla Federal Trade Commission (FTC) lo spacchettamento di Facebook in quattro entità fra loro separate. A promuovere la campagna alcuni gruppi attivisti in difesa della privacy e contrari ai monopoli, che hanno lanciato la campagna ‘Freedom from Facebook’, fiutando il momento di debolezza del social media di Marc Zuckerberg dopo lo scandalo Cambridge Analytica, che ha mostrato le falle della protezione dati di milioni di utenti del social network, dando forza al pressing dell’opinione pubblica e della politica nei confronti di Zuckerberg. Lo scrive il sito Gizmodo in un ampio articolo che analizza la situazione attuale di Facebook.

Fra gli attivisti che sostengono la campagna ci sono Demand Progress, Move On, Citizen Against Monopoly e Open Markets Institute.

Sono tre le richieste principali della petizione lanciata da Freedom from Facebook:

  • Separare in quattro società indipendenti Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger.
  • Richiedere l’interoperabilità fra diversi social network in concorrenza.
  • Creare “regole forti per la privacy che ci diano potere e ci proteggano”.

Sono molti però coloro che nell’opinione pubblica vedono in Facebook soltanto uno dei tanti player dell’ecosistema digitale, le critiche a Facebook potrebbero facilmente valere allo stesso modo per Google.

Ma in questo momento Facebook è fragile e gli attivisti che hanno organizzato la campagna sono convinti che l’amministrazione Trump potrebbe alla fine intervenire, in chiave anti monopolistica perché “Facebook decide in maniera unilaterale le news che miliardi di persone vedranno tutti i giorni. Acquisisce i concorrenti potenziali per proteggere il monopolio, uccidendo l’innovazione e la scelta. Controlla quasi tutti i nostri movimenti sul web e, tramite gli smartphone, anche dove andiamo nel mondo reale. Sfrutta questa mole di dati personali per immaginare come rendere dipendenti noi e i nostri figli dai suoi servizi. E alla fine Facebook fornisce tutte le informazioni che ci riguardano ai suoi veri clienti – virtualmente chiunque sia disposto a pagare per avere la possibilità di convincerci a comprare, fare, o credere qualcosa”.

Il governo federale americano potrebbe sostenere in maniera bipartisan un intervento di separazione di Facebook, alla luce delle critiche in audizione piovute il mese scorso in Senato e alla Camera da parte dei deputati repubblicani e democratici nei confronti di Zuckerberg dopo lo scandalo Cambridge Analytica.

I tempi potrebbero essere quindi maturi per un intervento politico sul social media.

Vedremo come andrà a finire, anche se Facebook non resta certo a guardare e sta aumentando la sua lobby a Washington, mettendo in atto nel contempo una serie di aggiustamenti alla sua policy in materia di data protection.