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Privacy. Abbiamo provato ‘Qwant’, l’anti-Google. Il motore di ricerca che non ti spia

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‘Qwant.com’ è attivo anche in Italia e promette di essere il primo motore di ricerca che non ‘traccia’ l’utente: non utilizza i cookie, non memorizza la cronologia, cancella l’ip e indicizza i risultati ‘in modo imparziale’. Anche l’Ue ha partecipato al finanziamento con 25 milioni di euro per dar vita all’anti-Google. Ecco come funziona.

Essendo l’anti-Google non si presenta con una grafica minimal, ma è ricco di contenuti già nell’home page: oltre alla sezione per digitare cosa si sta cercando, sono presenti le notizie del giorno e i protagonisti di tendenza. Ma è il rispetto della privacy a 360° la caratteristica principale di Qwant, il primo motore di ricerca europeo che promette di non spiare la navigazione dell’utente. Infatti dichiara di:

  • Non utilizzare i cookie o un altro dispositivo di tracciamento pubblicitario.
  • Non memorizza la cronologia dei siti visitati.
  • Ogni richiesta di ricerca ricevuta viene immediatamente anonimizzata tramite dissociazione dall’indirizzo IP, in conformità con le raccomandazioni del Garante Privacy.

Qwant è nato in Francia e finanziato anche dall’Ue con 25 milioni

Dopo Francia e Germania, Qwant è disponibile anche in Italia. È stato fondato da Eric Lendri, nel 2013 a Parigi, mentre è stato finanziato dal gruppo editoriale tedesco Axel Springer, dalla Cassa depositi e prestiti francese, che ha investito circa 15 milioni sulla piattaforma, e dall’Unione europea con 25 milioni.

“A differenza di altri, non raccogliamo un gran numero di dati personali, inutili ai fini dei servizi di cui hai bisogno”, si legge dall’informativa sulla protezione dei dati, e “Nei casi in cui ci vediamo obbligati a raccogliere dati, ci asteniamo dal comunicarli o rivenderli a fini commerciali o di altra natura, ma li utilizziamo solo per fornirti i nostri servizi”, continua la nota. In due casi specifici Qwant memorizza i dati, se si ha un account e/o un account Junior, ma i dati saranno cancellati entro 7 giorni a partire dalla richiesta di cancellazione dell’account. Per quanto riguarda il servizio Qwant Carnets, si conservamo i dati di connessione (come nome utente, URL o posizione, tipo di operazione datazione…) per un anno.

Le altre differenze con Google&Co.

Una volta digitata la parola da ricercare si visualizza una dashboard con tre colonne: nella prima sono presenti i risultati provenienti dal web; nella parte centrale le notizie che contengono la parola o frase in questione e infine nell’ultima colonna sono messi in evidenza i contenuti pubblicati sui social con la parola ricercata. Inoltre rispetto a Google il menu di navigazione è sul lato sinistro e non in alto. Qwant presenta, infine, una categoria di navigazione simile a Pinterest e Flipboard: le ‘bacheche’, sulle quali è possibile pubblicare contenuti su determinati temi e/o seguire e leggere notizie sui temi preferiti: animali, arte, automobile, bambini, cultura, film, High-tech, marketing, scienze, sport, sexy. Si può installare Qwant come motore di ricerca predefinito sul computer o cellulare e sullo smartphone è possibile scaricare anche l’app.

I risultati delle ricerche di Qwant sono ‘imparziali’, ma come indicizza?

Attraverso l’accordo con Microsoft, Qwant consente di integrare i risultati con quelli di Microsoft Bing per offrire i migliori risultati provenienti da tutto il web.

 

Il modello di business è solo con gli annunci a pagamento

La principale fonte di guadagno proviene dalle pubblicità che appaiono sulla pagina dei risultati Qwant. Dunque: nessun dato personale viene registrato o trasmesso agli inserzionisti.
Quindi:

  • Nessun cookie di terze parti
  • Nessun dispositivo di tracciamento
  • Nessun targeting comportamentale
  • Nessuna campagna che combina contenuti legittimi con contenuti promozionali (native advertising)

Qwant, in sintesi, funziona così. Gli altri motori di ricerca funzionano invece come descritto dal seguente video.