Dati personali

Privacy e sicurezza stradale, costruttori Ue: “Le auto connesse non sono come gli smartphone”

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La platea dei soggetti interessati va ben oltre il proprietario del mezzo, coinvolgendo i passeggeri, i meccanici, gli sviluppatori di software, le assicurazioni, i gestori della rete stradale. Fondamentale rafforzare i sistemi di protezione dei dati perché legati sempre più alla sicurezza fisica delle persone.

Sensori, internet delle cose, WiFi, porte Usb, 4G Lte (e presto il 5g), sono diversi i sistemi di interfaccia utente utilizzabili in un’automobile connessa in rete. Ognuno di essi rappresenta però non solo un canale di comunicazione, ma anche di accesso ai dati da parte di soggetti esterni.

Anche per i veicoli connessi in rete è fondamentale sviluppare un elevato livello di protezione dei dati personali, esattamente come per qualsiasi altro dispositivo tecnologico. In particolare, la tutela della privacy per le automobili comporta anche una maggiore attenzione alla sicurezza fisica dei passeggeri.

Le linee guida per la privacy

A riguardo, da poco è stata chiusa la consultazione pubblica sulle linee guida (1/2020) sul trattamento dei dati personali nel contesto dei veicoli connessi e applicazioni relative alla mobilità da parte del Comitato europeo per la protezione dei dati (lo European data protection board o Edpb), l’organismo europeo preposto all’applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati.

Un’occasione per aprire un confronto tra tutti i soggetti pubblici e privati interessati alla protezione dati nell’industria automotive e dei trasporti. Secondo l’associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), tali linee guida sono fondamentali per uno sviluppo deciso del settore, anche perchè dare connettività ad un’automobile significa moltiplicarne le vulnerabilità in termini di privacy.

I veicoli connessi in rete sono molto diversi dagli altri dispositivi tecnologici, come lo smartphone ad esempio”, ha spiegato in una nota Eric-Mark Huitema, Direttore generale dell’Acea.

Un’auto connessa coinvolge un maggior numero di utenti, che poi sono i passeggeri, e anche una platea maggiore di soggetti interessati, dai pedoni e i ciclisti inquadrati dalle videocamere fino ai meccanici che periodicamente interagiscono con il mezzo, le compagnie assicurative e gli stessi proprietari dei software e delle app mobili che andiamo a scaricare”, ha precisato il Direttore.

Dati personali e sicurezza stradale

Questo ci fa capire quanto le linee guida siano rilevanti non solo per la privacy, ma anche per l’incolumità delle persone, perché i dati personali in gioco sono molteplici e condivisi con un gran numero di soggetti.

Tutelare i dati personali significa migliorare la sicurezza stradale, difendere la sicurezza fisica dei passeggeri, perché hackerare un sistema di connessione per automobili mette a rischio la vita di chi guida, ma anche di eventuali pedoni e ciclisti.

I dati personali dei passeggeri di un’auto connessa in rete si raccolgono in vari modi: all’interno del veicolo e condivisi tra tutti i device personali degli utenti, compresi device esterni (anche dell’infrastruttura stradale).

I dati raccolti all’interno del veicolo, inoltre, sono condivisi con molti altri soggetti esterni, tra cui il costruttore, l’assicurazione, le case dei software, i produttori e distributori di servizi e contenuti (gestione della mobilità, intrattenimento, sicurezza stradale, infotainment, benessere e salute).