Number portability

Portabilità e cambio Sim, le nuove regole danneggiano la concorrenza?

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Polemiche sulle nuove regole per la number portability in arrivo, che secondo alcuni operatori alternativi rischiano di rendere il cambio operatore molto più complicato a danno dei consumatori.

Salvo decisioni dell’ultimo minuto, entrano in vigore il 15 novembre le nuove regole sulla mobile number portability (MNP) e il cambio Sim decise dall’Agcom con la delibera 86/21/CIR del luglio 2021. Nuove regole introdotte dall’Autorità per contrastare il fenomeno truffaldino del cosiddetto Sim Swap, per cui un soggetto si impossessa di un numero telefonico mobile all’insaputa del legittimo utilizzatore.

Ricorso al Tar, sentenza il 9 novembre

Su alcune delle nuove regole è attesa una pronuncia del Tar del Lazio, l’udienza è fissata per il prossimo 9 novembre dopo i ricorsi separati di Iliad e Fastweb. Il Tar, poi, potrebbe esprimersi in tempi brevi ma anche dopo alcuni mesi.

Cos’è il Sim Swap?

Sia chiaro, la motivazione dell’Agcom è degnissima. Il tavolo tecnico in seno all’Autorità era nato appunto per mettere un argine al Sim swap, il fenomeno truffaldino che vede un criminale rubare il numero di account bancario di qualcuno, all’insaputa del legittimo utilizzatore. Ma ha bisogno anche della scheda Sim associata al numero di conto bancario e per entrare sul conto, per ottenere l’OTP (One Time Password) necessaria ad accedere. Questo fenomeno può accadere se il truffatore ad esempio va in un negozio di un operatore telefonico e chiede la sostituzione della Sim dichiarando di averla persa, spacciandosi per il legittimo utilizzatore.

Fino ad oggi, non erano previsti nella regolamentazione di settore meccanismi di prevenzione di questa tipologia di frodi quali, ad esempio, la necessità in caso di verifica che il soggetto che dichiara di aver smarrito la Sim (o che gli sia stata rubata) abbia presentato una denuncia alle autorità competenti o che in caso di richiesta di portabilità del numero, il soggetto sia in reale possesso della Sim per cui chiede la portabilità.

Come limitare il fenomeno dello Sim Swap?

Secondo diversi operatori, per limitare questi rischi basterebbe introdurre una serie di misure atte a verificare che il soggetto richiedente la portabilità sia in possesso della Sim (ad esempio tramite un meccanismo di validazione preventiva che preveda invio di un OTP (One Time Password) via SMS per verificare che chi richiede il la portabilità sia la stessa persona che detiene il cellulare.

Se non ha il cellulare con sé, non riceverà mai l’Sms con la nuova password, che è essenziale inserire per far andare avanti la richiesta di portabilità. Se non si ha il cellulare con sé, o se non si fornisce OTP ricevuto sul proprio numero, il sistema si blocca e il frodatore non potrà più entrare in possesso del numero.

Altre misure molto efficaci sono l’obbligo in caso di Sim rubata o smarrita di fare la denuncia alle Autorità competenti e fornire copia di tale denuncia all’operatore prima di richiedere una nuova Sim, nonché in caso di Sim guasta la possibilità di chiederne la sostituzione solo al proprio operatore con obbligo di restituzione della Sim guasta.
Queste misure sono state condivise da tutti gli operatori sul mercato, ma il problema è che la delibera Agcom ha previsto ulteriori misure che sono state invece fortemente contestate da alcuni operatori in quanto, a loro avviso, gravemente nocive sulla concorrenza senza apportare alcun beneficio in termini di prevenzione del fenomeno di SIM SWAP.

Prepagate, paga chi le usa


Si tratta, in primis, dell’introduzione della possibilità (che esiste da oltre 20 anni, ovvero sin dall’inizio delle procedure di portabilità del numero mobile) per il c.d. “reale utilizzatore” di poter richiedere la portabilità del numero mobile. Si tratta ad esempio di una Sim inizialmente intestata ad un soggetto che poi l’ha data in utilizzo ad esempio ad un figlio o alla moglie. Trattandosi di Sim prepagate, tale soggetto effettua le ricariche e quindi ne diventa il legittimo utilizzatore effettivo.
Altre misure oggetto di contestazione si riferiscono all’obbligo di fornire in caso di richiesta di MNP anche copia “fisica” del codice fiscale e della Sim, tutte attività che complicano le procedure senza particolare valore aggiunto, in quanto secondo la legge per le procedure di identificazione è sufficiente un documento valido di identità.

Nuove regole un danno per la concorrenza?

Alcune misure previste rischiano ,però, come effetto collaterale involontario, di rendere più difficile richiedere la portabilità per i consumatori finali e di danneggiare gravemente gli operatori che in questo momento sono in crescita (Iliad, Fastweb, Coop Voce, Postepay), e che oggi come oggi stanno acquisendo un maggior numero di clienti tramite le procedure di portabilità del numero mobile rispetto agli operatori tradizionali (Tim, Vodafone e WindTre).

I dati Agcom di marzo mostrano che WindTre ha perso l’1% delle sue quote, Tim e Vodafone un calo rispettivamente dello 0,4% e 0,5%. Al contrario, salivano Iliad (+1,1%), e alcuni operatori alternativi (+0,9%). E’ quindi evidente che rendere più complicato ed onerose per i consumatori finali richiedere la mobile number portability (o in alcuni casi impedendolo) rischia di danneggiare maggiormente questi ultimi, a scapito della concorrenza sul mercato.

La lettera degli operatori alternativi all’Agcom

E sono proprio i nuovi entranti, Iliad, Fastweb e CoopVoce a prendere carta e penna e scrivere una missiva all’Agcom, in data 3 marzo, segnalando le criticità della nuova delibera. “Alcune delle misure proposte, infatti, potrebbero causare una totale impossibilità per alcune categorie di consumatori di richiedere la portabilità del numero mobile, mentre nei restanti casi le procedure di Mobile Number Portability (MNP) sarebbero rese molto complesse ed onerose per i consumatori stessi provocando significativi ritardi nell’espletamento delle procedure”, si legge nella missiva.

L’intestatario della Sim può essere diverso dal reale utilizzatore di quella Sim

Pomo della discordia il divieto di effettuare la number portability da parte dei reali utilizzatori della Sim, nel caso che non corrispondano agli originali intestatari. “Si tratta di una percentuale molto significativa nel mercato delle Sim prepagate – si legge nella lettera – e può comprendere ad esempio casi di Sim originariamente intestate ad un soggetto ed utilizzate anche da diversi anni da propri familiari”. Basti pensare, ad esempio, a tutte le Sim regalate dai genitori ai figli: agli under 15 è peraltro tendenzialmente interdetto da parte di molti operatori intestarsi una Sim in prima persona. Quindi sono genitori, parenti o amici che le acquistano, se le intestano e poi le cedono ai ragazzi. Ma basta guardarsi intorno per vedere che ormai tutti i ragazzini dai 12 anni in su hanno uno smartphone. La scheda non è intestata a nessuno loro, ma quando cresceranno e vorranno fare la portabilità, con le nuove regole dovranno prima fare il cosiddetto “subentro“, che tuttavia è una complicazione in più e necessita comunque della presenza e collaborazione del titolare originario.

Ma ci sono molte più Sim che persone in Italia

Ma la casistica è ben più ampia, basti pensare al fatto che le Sim human (voce + dati) in Italia sono 78 milioni, in base agli ultimi dati Agcom del primo trimestre 2022, a fronte di 59 milioni di abitanti in Italia. Ballano circa 19 milioni di Sim, che possono essere doppie Sim ma anche Sim intestate a qualcuno ma regalate e quindi usate da altri, visto che essendo prepagate sarà il reale utilizzatore che procede a fare la ricarica.

Nel caso poi si voglia cambiare la Sim, sarà necessario reperire il legittimo intestatario (magari dopo diversi anni bisogna chiamare lo zio che ci regalò lo smartphone alla cresima) che potrebbe essere impossibilitato a rivolgersi congiuntamente all’operatore di provenienza per il cosiddetto “subentro”.

Cosa bisogna fare oggi per il cambio Sim

Oggi per cambiare operatore mobile mantenendo il proprio numero di telefono le cose sono più facili. Si entra in uno store del nuovo operatore. L’utilizzatore della Sim pre-pagata deve dare il documento di riconoscimento, il numero di telefono, l’ICCID (il numero di 16 cifre che si trova stampigliato sulla Sim) e deve dettare a voce o scrivere il codice fiscale. Con queste informazioni, l’operatore che acquisisce manda la richiesta di portabilità all’operatore cedente. Questo controlla che l’ICCID e e numero di telefono corrispondano. Ma non è necessario che corrisponda il codice fiscale, perché potrebbe essere registrato quello dell’intestatario. Quarantotto ore dopo, avviene la portabilità del numero che viene associato all’operatore che acquisisce il cliente, che quindi cambia operatore ma mantiene il suo numero precedente. In questo modo, l’operatore ricevente aggiorna l’anagrafica del nuovo cliente sui propri sistemi associandolo al numero portato.

Cosa cambia con le nuove regole

Con le nuove regole sarà necessario andare a ripescare lo zio, intestatario della Sim che ha regalato al nipote anni prima. Se nel frattempo lo zio è irreperibile, o malauguratamente è deceduto, i problemi si moltiplicano fra certificati di morte e altri documenti da produrre. Bisogna comunque a quel punto richiedere (fisicamente o digitalmente, vedremo gli operatori come si organizzeranno) necessariamente insieme all’intestatario della Sim, per il cosiddetto “subentro”, presso il vecchio operatore.

In alternativa sarà necessario, comunque, che l’intestatario della Sim si rechi insieme all’effettivo utilizzatore presso il nuovo operatore per chiedere la MNP e poi far chiedere sempre il subentro presso il nuovo operatore. Insomma, una procedura complicata e dispendiosa e non sempre realizzabile. In questo caso, il nuovo operatore dovrà acquisire anche la copia del documento fisico attestante il codice fiscale (che il cliente potrebbe anche non avere con sé).
La copia della vecchia Sim. La copia anche di un altro documento fisico. La copia della Sim, che andrà così rimossa dallo smartphone, per poi reinserirla rapidamente per ricevere l’OTP inviato dall’operatore e procedere con la conferma di cambio operatore. Il rischio retention per i nuovi entranti è alto.

Conclusioni

In conclusione, secondo gli operatori nuovi entranti, alcune di queste nuove regole andrebbero contro quanto previsto dal nuovo codice delle comunicazioni elettroniche, secondo cui la portabilità deve essere il più semplice possibile. Per come è stato formulato, va poi ben oltre quella che era la finalità, certamente lodevole, di evitare l’appropriazione indebita di una identità telefonica.

Un fatto è certo, richiedere la portabilità del numero mobile dal 15 novembre sarà molto più complicato e questo sicuramente andrà ad esclusivo vantaggio degli operatori mobili che in questo momento stanno perdendo più clienti e quindi hanno tutto l’interesse a non facilitare la possibilità di cambio operatore.