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Polo strategico nazionale. I 10 vantaggi con il Consorzio Italia Cloud

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Seeweb racconta la nascita del Consorzio Italia Cloud, un’organizzazione di sole aziende italiane, con alle spalle una reale e concreta e competitiva esperienza di mercato nell’ambito del cloud computing, che si candida come player per la costruzione del cloud nazionale previsto dal PNRR.

Composto da aziende italiane, il Consorzio Italia Cloud si è proposto al Ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale quale interlocutore per la realizzazione e la gestione del Polo Strategico Nazionale. Tra i fondatori c’è Seeweb, che spiega così sia le 5 proposte del consorzio italiano della nuvola sia i 5 obiettivi per avere un cloud davvero nazionale.

“Il modo in cui verranno impiegati i fondi del PNRR farà la vera differenza per il recupero competitivo del Paese, nell’ambito della realizzazione dell’infrastruttura cloud nazionale la commessa pubblica ha un ruolo determinante potendo favorire un ‘cambio di scala’ degli operatori presenti in Italia. La ‘narrativa’ corrente pare purtroppo diversa e per questo abbiamo deciso di ‘provare a fare la nostra parte’ attraverso il Consorzio Italia Cloud“. In questo modo viene presentata la ‘sfida’ del Consorzio Italia Cloud da parte di Antonio Baldassarra, imprenditore di lungo corso nel settore e amministratore delegato di Seeweb.

Il Consorzio Italia Cloud raccontato da Seeweb

Il piano italiano per la transizione digitale vuole almeno il 75% delle Pubbliche Amministrazioni sul cloud entro il 2025. Seeweb e altri operatori tecnologici italiani hanno presentano al Ministero dell’Innovazione e della Transizione Digitale (MITD) la loro candidatura per la costruzione di un cloud nazionale inclusivo delle imprese italiane e interoperabile. Un cloud in linea con il GDPR e con le esigenze, sempre più incombenti, di sostenibilità ambientale.

Si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi di Cloud Nazionale, la strategia infrastrutturale finalizzata alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni italiane, che il ministro Colao vuole sulla nuvola per almeno il 75% entro il 2025.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede fondi e finanziamenti  nella cybersecurity e nella “cloudification”, il trasferimento sul cloud di dati e  attività della Pubblica Amministrazione.

Per aderire al progetto non sembrano ancora esserci linee guida ma TIM, Leonardo e Fincantieri si sono prontamente candidati in partnership con: Google, Microsoft e AWS. La partnership con i cosiddetti “hyperscaler” è stata presentata come indispensabile per il Paese ma, nei fatti, frutto della estraneità dei pur grandi soggetti al mondo e al mercato del cloud computing. D’altra parte, i grandi operatori globali cloud sono indubbiamente leader di mercato ma sono tutti extra-europei, pronti sì a gestire dati e informazioni strategici delle nostre PA ma esponendoli al rischio di ingerenze da parte di potenze straniere.

La creazione del Consorzio Italia Cloud

Seeweb, insieme con un gruppo di operatori cloud italiani, ha voluto presentare la propria manifestazione d’interesse, facendo seguito all’iniziativa di Aruba e Almaviva, ma creando Consorzio Italia Cloud, un’organizzazione fatta di sole aziende italiane, con alle spalle una reale e concreta e competitiva esperienza di mercato nell’ambito del cloud computing che si candidano come player per la costruzione del cloud nazionale previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza o PNRR.

Antonio Baldassarra, Presidente e Amministratore Delegato di Seeweb, è stato nominato Consigliere di Amministrazione del Consorzio.

Insieme a Seeweb, sono entrate nel Consorzio: Sourcesense, Infordata, Babylon Cloud, EHT e Netalia. Tutte si mettono a disposizione per offrire competenze e capacità di creazione e conduzione di infrastrutture di cloud pubblico, privato o ibrido.

Un cloud in grado di servire processi, elaborare e archiviare dati garantendo trasparenza e aderenza al GDPR, nella consapevolezza della strategicità geopolitica rappresentata dai dati dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni: le aziende parte del consorzio garantiscono dati in Italia, compliance alle normative europee sulla data protection, interoperabilità, gestione attraverso soggetti a capitale e management italiano. Il tutto in ottica di sostenibilità ambientale ed efficientamento delle risorse di data center, dato l’impatto della digitalizzazione sull’ecosistema ambientale.

Le proposte del consorzio italiano della nuvola

Offrirsi come partner tecnologici italiani per rispondere alle istanze del PNRR. Con questa motivazione è stata avanzata la manifestazione di interesse presentata al Ministero dell’Innovazione. Ecco le proposte del Consorzio Italia Cloud:

  • valorizzare le competenze del Paese, dove da sempre sono presenti operatori del mondo Internet in grado di raccogliere e soddisfare le esigenze dei cittadini dialogando con il mondo universitario e della ricerca;
  • promuovere un sistema interoperabile e aperto, che riconosca e non penalizzi il ruolo degli operatori domestici;
  • favorire la prossimità del dato, con la sua localizzazione in data center italiani nel rispetto delle norme europee GDPR;
  • rendere l’efficienza energetica degli operatori cloud uno standard e contribuire all’ottimizzazione delle risorse tramite la federazione dei servizi;
  • raggiungere un’eccellenza tecnologica in grado di sganciarsi dalla dipendenza dai big tech.

Come raggiungere gli obiettivi per un cloud davvero nazionale

Il Consorzio si propone di realizzare gli obiettivi che pone tramite:

  • programmi di ricerca scientifica applicati al mondo dei data center e dell’IT;
  • l’applicazione industriale degli standard elaborati dall’associazione europea Gaia-X;
  • lo sviluppo delle competenze come elemento base per una effettiva autonomia tecnologica;
  • il trasferimento tecnologico verso i consorziati dei risultati raggiunti;
  • lo studio delle evoluzioni giuridiche della privacy e della tutela del dato e le conseguenti applicazioni nell’ambito del design tecnologico e di rete.

Il Consorzio Italia Cloud è aperto a chiunque del settore ne condivida le istanze e i fini, ma anche a pubbliche amministrazioni e società in house che vogliano acquisire un ruolo di primo piano e apportare valore per il Paese attraverso la realizzazione del piano governativo del Polo strategico nazionale per il cloud computing.