l'intervista

PNRR. F.De Leo: “Come far ripartire il Paese? Tagliando i fili col passato. Occorrono innovazione, trasparenza e coraggio”

a cura di Raffaele Barberio |

Un ruolo centrale sarà quello di CDP. Servono meno politica e più scelte di mercato, più industria e meno finanza, ma anche meno scelte di retroguardia, utili forse solo a procrastinare situazioni di crisi di aziende non recuperabili. Ma certamente occorre una più decisa spinta all’innovazione.

Consueto appuntamento settimanale con Francesco De Leo, Executive Chairman di Kauffman & Partners (Madrid) sui temi della cosiddetta ripartenza. Arrivano enormi risorse con il PNRR, per le quali occorre la chiarezza dei programmi esecutivi per realizzare quanto previsto e finanziato. Ma occorre uno strumento ineludibile, un prerequisito indispensabile: la voglia di cambiare mentalità, la caparbietà di chi sa di dover approfittare di questa circostanza irripetibile affrontare le cose in modo nuovo. Occorrono a un tempo innovazione, al più alto livello, e trasparenza, consapevole e concreta.

Key4biz. Partiamo dal punto della settimana, dalle notizie che hanno fatto irruzione negli ultimi giorni

Francesco De Leo. Ciò che emerge, posto che vi fosse bisogno di ulteriori conferme, è quanto sia sempre più necessario focalizzare l’attenzione sulla velocità con cui il cambiamento si sta riprendendo la scena. Tre dati su tutti. Il primo è che Tesla ha consegnato 201.250 auto elettriche nell’ultimo quarter, il migliore di sempre, se si pensa che appena sino a poco tempo fa la capacità produttiva di Tesla registrava valori inferiori alla metà. Il secondo è che Facebook ha superato la soglia dei 1.000 miliardi dollari di capitalizzazione (1 Trillion US$) ovvero più di tutta la Borsa Italiana. Infine, il terzo è che negli ultimi 45 giorni la Cina è riuscita nell’impresa di fare atterrare un rover su Marte e nella notte fra sabato e domenica due astronauti cinesi hanno portato a termine la loro prima passeggiata nello spazio, a bordo della stazione orbitante Tianhe (ie. Heavely Harmony), dandone notizia, e non è un caso, il 4 di luglio, il giorno della “Festa dell’Indipendenza” negli Stati Uniti. Nulla avviene per caso: come nei gialli di Agatha Christie, un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi sono una prova. È auspicabile che qualcuno anche da noi nel Governo se ne accorga.

Key4biz. Mi pare stia alzando il dito sui ritardi atavici del nostro Paese. Cos’è che sta mancando, a suo parere?  

Francesco De Leo. Si ha la sensazione che in Italia ci siano ancora al lavoro forze ed interessi di parte che sono da ostacolo al cambiamento a cui tutti aspiriamo. Mi pare di constatare che i media nazionali non abbiano riportato alcuna delle notizie di cui parliamo, con il dovuto risalto ovvero con l’attenzione di chi volge lo sguardo al futuro, ad un futuro a cui intende prender parte.

Key4biz. In che senso?

Francesco De Leo. C’è molta liquidità ai margini dei mercati finanziari in attesa di una destinazione, i mercati azionari stanno registrando performance migliori di sempre, al di là delle più ottimistiche previsioni ed il mondo degli analisti si sta abituando all’idea dei “moonshots”, delle innovazioni in grado di innescare una trasformazione senza precedenti delle nostre economie. Il motto di Facebook è da sempre stato: “growth at any cost”, crescita a tutti i costi. Vorrei solo che qualche volta ci ricordassimo che anche il nostro Paese dovrebbe puntare in alto, per impegnarsi a vincere una di quelle sfide che trasformano il mondo. In fin dei conti il PNRR presentato dal Governo Draghi, che ha appena ricevuto il plauso della Commissione Europea, dovrebbe perseguire anche questo obiettivo.

Key4biz. Secondo lei si deve fare di più o si deve fare meglio…

Francesco De Leo. In Giappone, il Government Investment Pension Fund ha registrato una plusvalenza di 339 miliardi di dollari nell’anno che si è appena concluso, +25% in un anno peraltro difficile per gli effetti della pandemia. Non c’è nulla di male nel cercare di imparare dai migliori.

Key4biz. Ovvero?

Francesco De Leo. Il cambio di assetto dei vertici di CDP (Cassa Depositi e Prestiti) è un segnale in questa direzione. Viviamo in un mondo sempre più globale ed interconnesso. La competizione è salita di livello e quindi anche il Governo Draghi dovrà muoversi su benchmark di eccellenza, a livello internazionale. Quindi ci si attende che anche CDP diventi più simile a Norges Bank Investment Management, il fondo sovrano norvegese che da anni è all’avanguardia sui temi di punta che orientano i mercati finanziari.

Key4biz. Cosa si aspetta in particolare da CDP?

Francesco De Leo. Dal nuovo corso in CDP mi aspetterei meno politica e più scelte di mercato, più industria e meno finanza, ma anche meno scelte di retroguardia, utili forse solo a procrastinare situazioni di crisi non recuperabili e certamente una più decisa spinta all’innovazione. Non sarebbe male confrontarsi con i migliori, per non rimanere impantanati in uno sterile dibattito di retroguardia, che ha contribuito solo a proteggere lo status quo e ad ingessare il Paese per 20 anni, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Key4biz. Lei su cosa punterebbe?

Francesco De Leo. Chi avesse investito nello S&P 500 nel settore dell’energia il 30 di settembre dello scorso anno avrebbe raccolto un apprezzamento del 76,7%, mentre se avesse puntato al settore delle telecomunicazioni avrebbe registrato un rendimento del 37,6%, un po’ meno della metà. Se poi si fosse concentrato solo sulle telco europee (STOXX 600) sarebbe stato in grado di ottenere un mero 15,5%. I mercati stanno puntando al settore dell’energia quale trigger dell’accelerazione nel processo di elettrificazione nel settore automotive. Solo qualche giorno fa, il 5 luglio, Daimler AG, Volvo AB e Traton SE hanno annunciato di avere lanciato una joint-venture con 500 milioni di euro di capitale per creare una rete di 1700 punti di ricarica rapida in Europa entro il 2027 per i camion elettrici con batterie di nuova generazione.

Il PNRR per ripartire

Key4biz.  Il mondo della mobilità va in quella direzione…

Francesco De Leo. Si, ma bisogna chiedersi perché non sia così anche da noi e perché non siamo in grado di essere attrattivi per gli investitori stranieri. Le risorse messe a disposizione dal PNRR sono senza dubbio importanti, ma da sole non basteranno per affrontare il cambiamento verso cui andiamo incontro. Sorge a più riprese il dubbio che, al di là delle dichiarazioni di facciata, ci sia ancora un orientamento diffuso affinché il PNRR debba servire a chiudere i conti in sospeso con il passato. Va detto chiaramente: niente di più sbagliato, perché difficilmente si recupereranno le risorse investite. Non sarebbe male ricordare che parte delle risorse che riceveremo dall’Europa costituiscono nuovo debito che qualcuno prima o dopo dovrà restituire. Robert Sarnoff, il celebre Presidente e AD di Radio Corporation of America, era uso dire che: “…la finanza è l’arte di fare passare i soldi di mano in mano, fino a quando non spariscono”. Sarebbe auspicabile che questa volta non fosse così ed è consigliabile per tutti rimanere vigili.

Key4biz. Che cosa la preoccupa di più?

Francesco De Leo. È arrivato il momento di scegliere da che parte del cambiamento si vuole stare. La pandemia ha accelerato la trasformazione delle nostre economie, e non possiamo illuderci di rimanere competitivi se non si fanno scelte di campo. La progressiva elettrificazione del settore automotive, la velocità con cui si registrano progressi nel campo dell’intelligenza artificiale ed il ruolo delle infrastrutture chiave del Paese, come le autostrade, richiedono uno sforzo senza precedenti ed investimenti che nessun Paese è in grado di portare a compimento, senza il supporto dei mercati finanziari.

Key4biz. E quindi?

Francesco De Leo. E quindi occorre, a un tempo, più innovazione e più trasparenza. Non si può entrare nel nuovo mondo con tecnologie e industrie del secolo scorso, spacciandole come scelte “di transizione”. Sarebbe consigliabile rileggere solo alcune pagine di “Scale and Scope: The Dynamics of Industrial Capitalistm”, scritto nel 1990 da Alfred Chandler, per comprendere come le grandi trasformazioni industriali sono di fatto trasversali e richiedono il coordinamento operativo di investimenti su larga scala e su più settori industriali fra loro interconnessi. Quindi sì, penso che sia necessario identificare una “grand strategy” in grado di coordinare una molteplicità di investimenti per traghettare il Paese nel nuovo contesto dell’economia globale. Come? Innanzitutto meno slogan, meno messaggi condivisi su Twitter e più analisi, meno generalizzazioni e più attenzione alle traiettorie dello sviluppo tecnologico. Abbiamo bisogno di maggiore analisi ed approfondimento. Con il pensiero corto non si va da nessuna parte.

Key4biz. Dove attingere per trovare maggior ispirazione, secondo lei??

Francesco De Leo. È sempre utile andare a rileggere come, nella Storia, chi ci ha preceduto ha dovuto affrontare emergenze simili a quelle che stiamo vivendo da più di un anno per gli effetti della pandemia. Quando in un grigio sabato di marzo del 1933, Franklin D. Roosevelt tenne il suo discorso inaugurale sottolineò che “…l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura, è la paura stessa”. Non a caso, velocità nel prendere decisioni ed azioni tempestive ed efficaci costituirono le due caratteristiche di fondo che inaugurano un nuovo stile di Presidenza alla Casa Bianca. Il lunedì seguente al suo discorso inaugurale Roosevelt dichiarò una giornata di “bank holiday”, il giovedì firmò un atto esecutivo per garantire i depositi bancari e la domenica in quella che con il tempo diventò una consuetudine parlò ai cittadini americani esortandoli a mantenere i propri depositi nelle banche.

Key4biz. Potremmo dire idee chiare e velocità di esecuzione…

Francesco De Leo. In otto giorni Roosevelt salvò il capitalismo da una crisi che è rimasta nei libri storia e nella memoria di molti come un punto di svolta. Dopo quasi cento anni non ci possiamo nascondere che le sfide di oggi sono forse ancora più proibitive di quelle ereditate dal passato, perché viviamo in un mondo più fragile e vulnerabile rispetto al passato. Eppure, l’errore più grave che si può commettere è quello di essere attendisti, perché in un mondo che corre veloce, rimanere fermi vuole dire scivolare indietro e ritrovarsi ai margini del cambiamento. Quando, nel 1936, Roosevelt tenne il discorso per la sua re-nomination sottolineò che: “sono preferibili le occasionali manchevolezze di un governo che vive in uno spirito di carità, che non le ripetute omissioni di un governo paralizzato nel ghiaccio della propria indifferenza”.

Innovazione, trasparenza e coraggio.

È tutto, eppure è solo quello di cui abbiamo bisogno per fare ripartire il Paese.