l'intervista

NextGenEU. De Leo: “Rete, Energia e Mobilità siano le strade dello sviluppo futuro dell’Italia”

a cura di Raffaele Barberio |

Oggi dopo quasi 100 anni siamo passati, quasi senza rendercene conto, da un vecchio mondo dell’energia, che era centrato sul ruolo pervasivo dei combustibili fossili al nuovo mondo dell’energia, che è centrato sullo sviluppo di “hyper-networks” (reti di reti iperconnesse). Nulla sarà più come prima.

Appuntamento settimanale, come di consueto, con Francesco De Leo, Executive Chairman di Kauffman & Partners (Madrid), per parlare di energia e del più grande cambio di paradigma degli ultimi cento anni.

Un cambio di paradigma che lega assieme alcuni tra i protagonisti del controllo sul mondo, riuniti nel recente G7, le nuove direzioni dell’industria, infine gli scenari di geopolitica che sembrano orientare le strade veloci dell’innovazione, delle competenze e della crescita economica.

Key4biz. Siamo arrivati a fine giugno ed è tempo per le consuete valutazioni di metà anno. A che punto siamo?

Francesco De Leo. Il primo dato utile è che stiamo assistendo ad una rotazione dei mercati, che torna a premiare i growth stock. Ne avevamo parlato agli inizi dello scorso mese di maggio e oggi i dati confermano che stiamo andando in quella direzione. Il G7 che si è concluso da una settimana in Cornovaglia ha delineato un quadro preciso e rilanciato il ruolo degli Stati Uniti nelle relazioni con i propri partner in Europa e nel mondo. Un segnale importante che ha avviato la più importante transizione industriale dagli inizi del ‘900, imprimendo un’accelerazione senza precedenti alla de-carbonizzazione dell’economia su scala globale. Occorre tenerne conto, perché gli investimenti in gioco sono superiori alle attese dei mercati. È sufficiente dire che solo nell’anno appena trascorso la quantità di dollari in circolazione su scala globale è aumentata del 30%. Ora è più importante che mai mettersi al passo con il futuro che avanza, evitando di investire su un passato che non ritornerà. Prima ci si abitua all’idea che è in corso un cambio di paradigma, meglio è, se non si vuole finire in posizioni di retroguardia, che rischierebbero di compromettere irreversibilmente le possibilità di recupero.

Key4biz. Il suo sembra un invito a cambiar pagina…

Francesco De Leo. Il Governo Draghi ha già fatto molto e in pochi mesi. Ha posto in sicurezza il Paese, mettendo sotto controllo l’onda lunga di una pandemia iniziata più di un anno fa e ha dato rassicurazioni a Bruxelles sull’impostazione del PNRR. È un primo passo, non era semplice né scontato, ma ha contribuito a riportare l’Italia nel cuore dell’Europa.

Key4biz. E ora?

Francesco De Leo. Ora entriamo in una seconda fase, forse anche più impegnativa e il Governo ed il Paese dovranno farsi trovare pronti. Non c’è tempo per abbassare la guardia e cullarsi nell’idea che tutto tornerà come prima. Siamo entrati in un nuovo contesto competitivo e si è alzato il livello di gioco. Dobbiamo fare i conti con una competizione globale sull’accesso ai talenti migliori, ad un’accelerazione dell’innovazione come mai registrato in passato, e ai nuovi “fronti” che si aprono in tema di sicurezza nazionale. Non è certo il tempo di scelte al ribasso. Meno mediocrità e provincialismo, più ricerca dell’eccellenza e orizzonte globale. Mario Draghi è riuscito a dare certezze ai mercati ed ai nostri partner in Europa: non succedeva da tempo ed è un’occasione che non ci si può permettere di gettare al vento.

Key4biz. Nelle nostre conversazioni insiste spesso sulla necessità di “svecchiare” e “sprovincializzare” il dibattito sulle sfide con cui il nostro Paese deve misurarsi. Ci spieghi perché ne è convinto…

Francesco De Leo. Sono molti i poteri in gioco che cercano di piegare la storia ai propri interessi di parte, grazie anche ad una benevolenza diffusa e quindi, per certi versi, ancora più sospetta da parte della stampa e dei media nazionali.  Basta prendere le prime pagine dei nostri quotidiani per intuire come ci siano scarsi riferimenti ai temi che stanno ridefinendo gli equilibri e gli assetti di governo in grado di impattare sulla direzione del cambiamento su scala globale. Le risorse finanziarie in gioco sono senza precedenti, ma è sulla capacità di attrarre i talenti migliori che si gioca la competizione. Le tre piattaforme di innovazione, ovvero l’energy storage, l’intelligenza artificiale e l’evoluzione della blockchain stanno ridisegnando il sistema delle infrastrutture e dei trasporti su scala globale. L’effetto più immediato è che stanno “svanendo” i confini fra settori industriali.

Key4biz. In che senso?

Francesco De Leo. Le faccio un esempio su tutti. Il 10 giugno scorso si è avuta notizia che Apple ha ingaggiato uno dei veterani di BMW, Ulrich Kranz, l’artefice dello sviluppo della i3 e della i8, le due auto full-electric della casa di Monaco, e fra i fondatori di Canoo, che riporterà direttamente a Doug Field, che a sua volta proviene da Tesla dove aveva sviluppato la Model3. Vorrei ricordare che la responsabilità della business unit automotive è affidata a John Giannandrea, che guida lo sviluppo del machine learning e dell’intelligenza artificiale all’interno di Apple. Si direbbe che sotto traccia, passo a passo, Apple stia mettendo insieme il dream team in grado di ridisegnare il futuro della mobilità su scala globale. Con 2mila miliardi di dollari di capitalizzazione, ovvero più di due volte l’intero listino delle quotate italiane, e 191 miliardi di dollari a disposizione in cassa, non è difficile immaginare che Apple potrebbe trasformarsi in un competitor formidabile anche nello sviluppo della mobilità di futura generazione, intesa come MaaS (Mobility as a Service). In sostanza, è partita la “caccia” ai talenti migliori ed è una battaglia senza esclusione di colpi, che sta arrivando direttamente nelle aule delle nostre università. Senza una “grand strategy” in grado di rilanciare l’innovazione e la vocazione industriale del nostro Paese, rischiamo di trovarci presto in una condizione di arretratezza strutturale, difficilmente reversibile.

Key4biz. Il meeting del G7 in Cornovaglia dieci giorni fa ha fatto emergere come la competizione su scala globale si sia spostata sulle infrastrutture. Perché questo cambio di direzione? O, se vuole, quali sono i fattori che hanno determinato questa scelta di campo?

Francesco De Leo. Perché dopo quasi 100 anni siamo passati, quasi senza rendercene conto, da un vecchio mondo dell’energia, che era centrato sulla presenza pervasiva dei combustibili fossili e quindi legato ad infrastrutture disegnate per assicurarne il trasporto e la distribuzione, al nuovo mondo dell’energia, che è centrato sullo sviluppo di “hyper-networks” (reti di reti iperconnesse) che consentono l’accesso ad una molteplicità di fonti di energia rinnovabile, con una granularità inimmaginabile anche solo nel recente passato.

Key4biz. E questo cosa comporterà?

Francesco De Leo. Cambierà molto o forse tutto. La transizione attualmente in corso verso il nuovo mondo dell’energia sta contribuendo a rendere obsolete le infrastrutture ereditate dal passato, specificamente dedicate sia ai settori dell’Oil & Gas che al settore dei trasporti e spinge l’evoluzione verso l’integrazione di reti intelligenti, tecnologicamente avanzate, in grado di coordinare l’accesso e la distribuzione di una molteplicità di fonti di energia. Vorrei segnalare che proprio la scorsa settimana un articolo di Foreign Affairs titolava “Electricity is the New Oil”. Come diretta conseguenza, al G7 di Carbis Bay vi è stata una presa di coscienza collettiva di come l’elettrificazione e le infrastrutture al centro dello sviluppo della mobilità futura siano una questione di sicurezza nazionale in grado di ridefinire gli equilibri della geopolitica su scala globale. Vorrei sottolineare che, da questo punto di vista, è stata scritta una pagina che rimarrà, a mio parere, nella storia.

Key4biz. Il che vuol dire che siamo nel bel mezzo di una transizione di cui ci ricorderemo a lungo…

Francesco De Leo. Si, negli anni a venire l’elettricità rappresenterà, molto più di ora, la capacità di far muovere ogni cosa e in larga parte non siamo ancora pronti a comprendere fino in fondo tutte le implicazioni di questa trasformazione. Gli effetti di rete (network effects) hanno anche in questo contesto un ruolo centrale e l’evoluzione dell’energy storage, accompagnato dagli sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale e della blockchain, ci spingono a prevedere che le logiche di funzionamento che hanno prevalso con la diffusione di internet troveranno applicazione anche nel settore dell’energia. Andiamo a passi spediti verso il “global internet of energy” e questo cambierà il mondo, come successe quasi ormai 100 anni fa, con l’introduzione dell’elettricità. Un ciclo lungo più di 100 anni si è chiuso ed un nuovo si sta aprendo. È arrivata l’ora di scegliere da che parte del cambiamento si vuole stare.

Key4biz. Quali sono gli assetti in gioco?

Francesco De Leo. Sei anni fa presidente cinese Xi Jingping in visita negli Stati Uniti, lanciò l’idea di un “global energy internet” con l’intento di costruire le “high voltage highways” in grado di creare un backbone su scala globale, una super-grid capace di distribuire energia a lunga distanza, mettendo in connessione reti distribuite su differenti aree continentali. Si tratta di linee di trasmissione “ultra-high-voltage direct current” (UHVDC), in grado di trasportare l’energia su lunghe distanze, in genere superiori agli 800 km. La Cina ha acquisito nel tempo competenze e know-how di punta a livello tecnologico ed ha preso l’iniziativa per definire gli standard tecnologici e le regole di governance delle reti HVDC (High Voltahe Direct Current) su scala globale. È questo il nuovo terreno di confronto competitivo, perché, come è stato per i combustibili fossili, così l’elettrificazione porterà con sé nuovi assetti su scala globale: ed è per questo che il piano “Build Back Better World” (B3W) è stato lanciato dal presidente americano Joe Biden al G7 in Cornovaglia.

Key4biz. Industria e dominio dell’economia sui territori ci porta inevitabilmente, e aggiungerei come sempre, alla geopolitica

Francesco De Leo. È così, perché pensare di superare le barriere geografiche, utilizzando reti di trasporto dell’energia a lunga distanza, non è solo una questione di supremazia tecnologica, ma è a tutti gli effetti una sfida geopolitica. Gli investimenti in gioco sono senza precedenti, hanno un arco tempo temporale di 10-15 anni e fanno del “global energy internet” la nuova frontiera dell’innovazione. Non è né immediato né semplice determinarne le direttrici di sviluppo, ma di certo non si tratta di innovazioni riducibili a processi lineari, quanto piuttosto di “moonshots” ovvero step di innovazione radicali come quando la NASA fece atterrare l’Apollo 13 sulla superficie lunare. Questo comporta che il mondo verso cui stiamo andando a passi veloci si realizzerà nella convergenza fra tre “hyper grids” interconnesse. La prima è relativa al “global energy internet” che si integra con (ed è la seconda) le reti di infrastrutture intelligenti, quali le reti stradali di nuova generazione, capaci di interfacciarsi (ed è la terza) la molteplicità delle reti di telecomunicazioni, dalla fibra al 5G, dal FWA (Fixed Wireless Access) alle reti satellitari.

Key4biz. Una sfida su tre livelli che sembra inarrestabile…

Francesco De Leo. Non solo, direi che è una sfida su tre livelli (energia, infrastrutture, telecomunicazioni) con caratteristiche anche di complessità, perché si gioca su più tavoli in contemporanea e che ha come risultante quello di creare standard “de facto”. Ancora una volta il mondo dell’energia sta sorprendendo gli osservatori per la capacità di reinventarsi e ridefinire i modelli di innovazione: la nuova frontiera dell’elettrificazione e dell’energy storage ha spiazzato gli analisti più attenti anche perché ci si è cullati per troppo tempo nell’illusione che fossero le telecomunicazioni al centro del cambiamento, ma non è stato così. Quindi, dopo quasi vent’anni di inerzia, la leadership è ora nelle mani dei protagonisti della rivoluzione che ha riportato al centro il mondo dell’energia. Occorre cambiare pagina, per non finire ai margini del cambiamento, illudendosi di poter riscrivere la storia.

Key4biz. Non posso rinunciare alla immancabile domanda su di noi: qual è il ruolo che può giocare il nostro Paese?

Francesco De Leo. L’Italia può tornare ad essere protagonista. Ne abbiamo tutti i requisiti e siamo ritornati nel cuore dell’Europa. Dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza. Innanzitutto, valorizzare le nostre università di punta, fondamentali in un mondo in cui l’innovazione è science-based. Secondariamente, capitalizzare di più leadership di ENEL in Europa e in Sud America. Infine, rilanciare il più grande progetto di investimenti infrastrutturali a partire dal secondo dopoguerra, trasformando ASPI (Autostrade per l’Italia), oggi sotto il controllo del consorzio guidato da CDP (Cassa Depositi e Prestiti), nella più avanzata rete intelligente al mondo in grado di accelerare la progressiva elettrificazione del settore dei trasporti su scala globale e per entrare per primi nella mobilità del futuro. Abbiamo dalla nostra anche il vantaggio di essere il baricentro del Mediterraneo: una collocazione geopolitica invidiabile, un ponte verso il Medio-Oriente e l’Africa. In un mondo che va verso “hyper-grids” in grado di trasportare energia su lunghe distanze, nell’evoluzione verso il “global energy internet” possiamo essere il pivot di un cambio di paradigma senza precedenti. Abbiamo le risorse del Next Generation EU a disposizione e non è poco. A questo punto dipende solo da noi. Come diceva Eleanor Roosvelt: “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”. Ma questa volta può essere più di un sogno. E’ la nostra missione, è il nostro destino.