Inquinamento

Plastica negli oceani, recupero più efficace del 60% grazie all’AI

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L'uso di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale può incrementare l'efficienza e l’efficacia delle operazioni di pulizia degli ambienti acquatici, secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Operations Research dell'INFORMS.

L’intelligenza artificiale contro la plastica, le operazioni di pulizia degli oceani più efficaci ed efficienti

L’inquinamento da plastica negli oceani ha raggiunto livelli critici: oltre 170 trilioni di particelle di plastica stanno minacciando gravemente l’ecosistema marino globale. Ora, una ricerca innovativa dimostra come l’intelligenza artificiale (AI) possa diventare un alleato decisivo nella lotta contro questa emergenza ambientale.

Un nuovo studio pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista scientifica “Operations Research” dell’INFORMS, intitolato “Optimizing the Path Towards Plastic-Free Oceans” (“Ottimizzare la rotta verso oceani senza plastica”), ha rivelato che l’uso di algoritmi basati su AI può incrementare l’efficienza delle operazioni di pulizia degli oceani di oltre il 60%.

La ricerca, condotta tra il 2022 e il 2024, ha sviluppato un algoritmo di ottimizzazione non lineare che calcola in tempo reale i percorsi ideali per le navi addette alla raccolta dei rifiuti plastici. Questo sistema permette alle navi di massimizzare la quantità di plastica recuperata in minor tempo, una soluzione già operativa grazie alla collaborazione con The Ocean Cleanup, un’organizzazione ambientale leader mondiale nella pulizia degli oceani.

Si recupera più plastica a costi minori

Dick den Hertog, professore dell’Università di Amsterdam e uno degli autori dello studio, sottolinea come questa soluzione rappresenti un salto qualitativo enorme rispetto alle tecniche tradizionali: “Grazie all’analisi avanzata e all’ottimizzazione dei percorsi in tempo reale, riusciamo a massimizzare ogni operazione di raccolta, rendendo la pulizia molto più efficace”.

L’importanza di questa soluzione è evidente: non solo permette di estrarre una quantità significativamente superiore di rifiuti plastici senza aumentare i costi, ma rappresenta anche una risposta pratica e immediatamente applicabile a un problema ambientale urgente.
Jean Pauphilet, della London Business School, enfatizza come questa ricerca dimostri che “l’intelligenza artificiale e la ricerca operativa non siano applicabili solo a finanza e tecnologia, ma possano risolvere sfide ambientali concrete”.

Un aiuto concreto al raggiungimento degli obiettivi si sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030

Attualmente, The Ocean Cleanup utilizza questa tecnologia nelle sue operazioni nel Pacifico, ottenendo risultati tangibili che contribuiscono al raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n°14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dedicato alla salvaguardia della vita marina.

Inoltre, Bruno Sainte-Rose, responsabile dell’innovazione presso The Ocean Cleanup, conferma che “l’ottimizzazione basata sull’IA rappresenta un vero punto di svolta, consentendo interventi ambientali più incisivi ed economici”.

Questa innovazione, già testata e operativa, potrebbe essere adattata in futuro ad altre emergenze ambientali su vasta scala, dalla pulizia dei fiumi alla gestione delle emergenze ambientali derivanti da catastrofi naturali.

Senza adeguati interventi il tasso di ingresso della plastica negli ambienti acquatici aumenterà di 2,6 volte entro il 2040

In conclusione, l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla pulizia degli oceani mostra un nuovo modello di intervento ambientale, dimostrando come tecnologie avanzate possano amplificare l’impatto delle iniziative esistenti senza la necessità di investimenti infrastrutturali massicci. Un passo concreto verso la tutela del pianeta e il futuro degli oceani.

In uno studio pubblicato nel 2023 sulla rivista scientifica “PLOS One”, i ricercatori hanno stimato che il livello di inquinamento superficiale odierno è compreso tra 82 e 358 trilioni di particelle di plastica (una media di 171 trilioni di particelle, per lo più microplastiche) per un peso compreso tra 1,1 e 4,9 milioni (o una media di 2,3 milioni) di tonnellate.

Senza sostanziali cambiamenti politici su scala globale, si legge nell’articolo, il tasso di ingresso della plastica negli ambienti acquatici aumenterà di circa 2,6 volte entro il 2040 (rispetto al 2016).

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