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Pirateria online. Un danno non solo per l’audiovisivo e il settore sportivo, ma per l’intero sistema Paese. L’evento FAPAV/Ipsos di Roma

Si è svolto all’Auditorium Ara Pacis di Roma l’evento “Stati generali della lotta alla pirateria tra legalità e sicurezza”, organizzato da FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, per la presentazione della nuova edizione della ricerca sulla pirateria audiovisiva condotta da Ipsos Italia.

All’appuntamento hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni e dell’Industria, con l’obiettivo di evidenziare alcuni punti chiave dell’impatto della pirateria sull’economia nazionale nel suo insieme: dal danno all’industria audiovisiva alla perdita di investimenti, dalla riduzione del gettito fiscale al taglio dei posti di lavoro e del PIL nazionale.

Un fenomeno criminale, quello legato alla pirateria, legato nono solo all’industria audiovisiva ma che va a coinvolgere l’intero sistema economico italiano.

Come hanno spiegato Federico Bagnoli Rossi, Presidente e Direttore Generale FAPAV, e Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia, la pirateria provoca danni ingenti, sia in termini di fatturato, circa 1,7 miliardi di euro, sia come Pil, circa 716 milioni di euro; sia come entrate fiscali per lo Stato, circa 319 milioni di euro, che potrebbero essere impiegati in servizi pubblici a disposizione della collettività. Invece la pirateria non solo è un freno per lo sviluppo ma mette anche a serio rischio l’occupazione: si stima una perdita di posti di lavoro pari a 9400 unità.

La FAPAV e la lotta alla pirateria audiovisiva

Federico Bagnoli Rossi

“Abbiamo introdotto dei nuovi strumenti per migliorare la stima del danno che la pirateria causa all’industria, a partire da modelli più performanti in grado di valutare puntualmente l’impatto delle azioni criminali e delle fruizioni perse ed individuare nuove minacce. Abbiamo introdotto anche la stima del danno per il settore degli eventi sportivi live, che negli ultimi anni ha registrato una crescita notevole, mentre a Ipsos abbiamo chiesto di stimare il danno che ne deriva non solo per le industrie dei contenuti ma per tutto il sistema Paese”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente e Direttore Generale FAPAV.

Tante novità, dunque, a cui si aggiunge anche la nuova denominazione della FAPAV, che è “Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali” e il conseguente rebranding dell’immagine coordinata della Federazione con il nuovo luogo: “nuova denominazione che si è resa necessaria per adeguare il nome della Federazione a quella che è la sua attuale rappresentanza di molteplici e differenti industrie, che operano nel settore audiovisivo, con l’apertura nella base associativa alle industrie sportive”.

Fondamentale per l’azione di enforcement utilizzare i quattro strumenti cardine: l’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il lavoro congiunto di Forze dell’Ordine ed autorità giudiziaria e la content protection. Il nostro Paese è quello in Europa con il maggior numero di strumenti d’azione ma i tempi cambiano e forse ne abbiamo bisogno di ulteriori. L’obiettivo – ha aggiunto il Presidente e DG di FAPAV – è rafforzare il più possibile le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe e sostegno dell’intera filiera. Da qui la proposta nuova per il contrato alla pirateria audiovisiva, con riferimento al voto di questa settimana alla Camera su un testo unificato di legge, ampliando il ventaglio degli strumenti a disposizione per la tutela dei contenuti e per il contrasto ai fenomeni illeciti e alla filiera criminale che vi si cela. Fondamentale è muoversi spediti”.

Sempre a livello legislativo c’è un altro fronte aperto sulla lotta alla pirateria che è rappresentato dalla Direttiva Copyright e dal regolamento Digital service act o DSA: “La legge sui servizi digitali mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e a garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti. L’accordo provvisorio che è stato raggiunto deve ora essere approvato dal consiglio e dal Parlamento europeo”, ha spiegato Bagnoli Rossi.

A livello di comunicazione, la Federazione ha lanciato nelle scorse settimane la nuova campagna “We Are Stories” rivolta al grande pubblico con l’obiettivo di proteggere il futuro del settore sostenendo i sogni dei protagonisti di domani attraverso la tutela della visione legale dei contenuti audiovisivi. Tra giugno e luglio saranno lanciati i nuovi spot, che per la prima volta sono in programmazione anche su grandi media come Mediaset, Sky e prossimamente altri emittenti.

Al centro dell’azione di contrasto vero e proprio della criminalità, ha ricordato Bagnoli Rossi, c’è sempre il camcording, l’attività illecita svolta da una persona che, entrata in una sala cinematografica recando con sé qualsiasi tipo di dispositivo elettronico per registrare intenzionalmente il film e distribuirlo illegalmente con l’obiettivo di fare profitti. L’articolo 3 della proposta di legge in discussione propone di inserire il camcording nel perimetro della legge sul diritto d’autore, Poi ci sono le attività di comunicazione interna con gli alert per le sale cinematografiche in merito alle nuove uscite considerate ad alto rischio camcording, e una più diffusa attività di sensibilizzazione del pubblico attraverso la realizzazione di poster da esporre nei cinema e di un trailer da proiettare prima dell’inizio dei film in sala.

Tra le novità annunciate c’è anche un nuovo accordo quadriennale tra FAPAV e Ipsos fino al 2026, grazie al supporto di ANICA e UNIVIDEO. Nelle conclusioni del suo intervento Bagnoli rossi ha tracciato una sorta di “mappa” che consenta tutti gli attori in campo di sapere sempre dove orientarsi nella lotta alla pirateria: “Servono strumenti tempestivi, ad esempio, in occasione di un evento sportivo si deve avere la possibilità di bloccare lo streaming pirata entro i primi 30 minuti – ha precisato il Presidente FAPAV – c’è bisogno della certezza dello stay down e della responsabilizzazione degli altri provider ed intermediari, cioè una volta che un contenuto è rimosso tale deve rimanere senza la possibilità di ritrovarlo di nuovo online, mentre gli stessi provider devono conoscere i propri clienti e assicurarsi che non compiano illeciti in rete sul principio del Know your business customer, e di maggiore occasione di comunicazione, con nuovi piani e strumenti che spieghino meglio al pubblico che cos’è davvero la pirateria e quali sono i danni che arreca al sistema Paese e agli utenti stessi in termini di sicurezza”.

La ricerca che presentata da Nando Pagnoncelli e riferita al 2021, evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro Paese sia in continua evoluzione con uno spostamento della preferenza dei pirati verso i contenuti sportivi live, confermando un trend che già si era iniziato a manifestare nelle ultime indagini. Per questo motivo, per la prima volta, insieme ad Ipsos abbiamo voluto considerare anche i danni economici provocati dalla pirateria al settore sportivo. Numeri allarmanti che, come FAPAV, desideriamo monitorare con sempre più attenzione, per sostenere le Industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali dal momento che la pirateria rappresenta un freno allo sviluppo competitivo del Paese, oltre che un serio problema economico, sociale e occupazionale.”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente e Direttore Generale FAPAV.

Oltre alle necessarie azioni di enforcement, riteniamo fondamentale che vengano attuate iniziative sinergiche di comunicazione come la recente campagna “We Are Stories” – ha ricordato Bagnoli Rossi – promossa dalla Federazione a tutela e sostegno dell’intera industria audiovisiva, insieme a ANEC, ANICA, APA, MPA e UNIVIDEO, di cui oggi abbiamo presentato il nuovo spot inedito dedicato al cronista sportivo. Guardiamo con interesse e attenzione al testo unificato sui Disegni di Legge in tema di contrasto alla pirateria, in discussione alla Camera, con l’auspicio che l’iter possa proseguire speditamente portando ad un necessario adeguamento degli strumenti a disposizione”.

Il Governo pronto a fare di più

L’industria audiovisiva in tutte le sue sfaccettature costituisce un settore importante che contribuisce alla cultura e all’economia del paese, e la pirateria non deve essere un freno al suo sviluppo. E’ di vitale importanza conoscere la portata dei danni economici che la pirateria audiovisiva genera non solo sull’industria ma su tutto il sistema Pase, mentre contemporaneamente dobbiamo rafforzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fermare il drenaggio di risorse preziose per questa industria così importante da parte delle organizzazioni criminali”, ha affermato in un messaggio video il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.

La pirateria non può essere un freno per una delle industrie più ricche del Paese”, ha aggiunto il ministro che poi ha riepilogato tutti gli strumenti sopra elencati e le iniziative legislative in corso in Italia ed in Europa, ribadendone centralità e urgenza: “Ci sono la direttiva copyright e in particolare il meccanismo di responsabilità delle piattaforme e il Digital service act, che ci consentono di combattere il fenomeno in ogni ambito grazie ad una cooperazione diffusa tra i maggiori operatori del settore, a cui si aggiungono le iniziative che si stanno prendendo in Italia, tra cui il testo base in discussione alla Camera, in cui si prevede che la rimozione dei contenuti illeciti debba avvenire non oltre i 30 minuti dalla messa online. Ai titolari dei diritti bisogna offrire dei validi strumenti di contrasto al fenomeno criminale”.

Valentina Vezzali

La tecnologia pone sfide enormi e le tutele normative attualmente esistenti non si sono rivelate sufficienti ad arginare il fenomeno, causando danni agli operatori di settore e al sistema paese. Il modo migliore per arginare tale fenomeno è bloccare a monte la possibilità di accedere a condividere tali contenuti piratati”, ha detto Valentina Vezzali, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Delega allo Sport. “Ex post non si limita il danno, bisogna agire prima. La repressione delle condotte illecite è un rimedio residuale, occorre sforzarsi di cercare di prevenire il danno che soprattutto per le manifestazioni in diretta si crea in tempo reale, durante il live streaming. Le alternative legali se offerte a prezzi convenienti potrebbero avere una grande attrazione tra i giovani, come confermano altri studi europei. La pirateria causa ingenti perdite economiche e brucia quasi 10mila posti di lavoro in Italia. Lo sport è una delle industrie più colpite da questo fenomeno: negli ultimi anni l’incidenza è aumentata anziché diminuire. È necessario agire in maniera concreta. A livello normativo la politica sta cercando di porre rimedio: sono fermamente convinta che la pirateria debba essere fermata a monte. A livello normativo la politica sta cercando di porre rimedio alla mancanza di celerità e flessibilità nel contrastare il fenomeno. A questo riguardo, confermo il mio supporto a dar vita a una task force operativa h24 per tutti i giorni della settimana per dare il via ad un lavoro in sinergia a livello istituzionale di tutti i protagonisti dell’industria audiovisiva”, ha concluso la Sottosegretaria.

I dati dello studio FAPAV/Ipsos sulla pirateria online

Nando Pagnoncelli

È poi arrivato il momento dei dati, con l’illustrazione della nuova ricerca FAPAV/Ipsos da parte di Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia. “Accompagnando FAPAV in questo percorso di pluriennale collaborazione per lo studio e l’analisi del fenomeno della pirateria, ci siamo resi conto delle continue evoluzioni dei comportamenti della popolazione che ci hanno portato ad adeguare il modello di stima, rendendolo sempre più puntuale nell’intercettare i fenomeni in trend”, ha detto Pagnoncelli.

Molto evidente la marcata crescita della pirateria digitale, che ha guadagnato terreno durante il periodo di lockdown. D’altra parte – ha continuato il Presidente Ipsos Italia – è decisamente incoraggiante rilevare come le azioni di contrasto al fenomeno della pirateria stiano portando ad un continuo contenimento del numero di atti, nonostante la percentuale di pirati sia in crescita. È chiaro che il fenomeno va tenuto costantemente sotto controllo, dal momento che l’impatto su varie dimensioni economiche del nostro Paese genera dei numeri impressionanti. Diffondere questi numeri contribuisce a contrastare la ‘cultura’ dell’illegalità: ancora oggi la metà dei pirati ritiene erroneamente che il proprio comportamento non sia grave, nonostante si sappia che si tratti di un vero e proprio reato. Evidentemente vi è ancora la convinzione che l’entità del danno sia contenuto e che la probabilità di essere scoperti e puniti non sia elevata”.

Pagnoncelli ha quindi evidenziato che “la pirateria audiovisiva ha causato danni ingenti, sia in termini di fatturato, circa 1,7 miliardi di euro, sia come Pil, circa 716 milioni di euro, ma anche in termini di entrate fiscali per lo Stato, con un ammanco di circa 319 milioni di euro, che potrebbero essere impiegati in servizi pubblici a disposizione della collettività. La pirateria inoltre non solo è un freno per lo sviluppo ma mette anche a serio rischio l’occupazione: si stima una perdita di posti di lavoro pari a 9400 unità.

Si conferma un aumento nell’ultimo anno dell’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta, pari al 43%, ma contestualmente registrano un calo rilevante nel numero di contenuti audiovisivi piratati: si stimano nel 2021 circa 315 milioni di atti illeciti, il 24% in meno rispetto al 2019, addirittura il 53% in meno rispetto al 2016.

Il danno potenziale del fenomeno illegale per quanto riguarda film, serie e fiction è pari a 673 milioni di euro, con quasi 72 milioni di fruizioni perse. Per quanto riguarda invece gli eventi sportivi live, la stima del danno economico causato dalla pirateria risulta pari a 267 milioni di euro con circa 11 milioni di fruizioni perse”.

I film rimangono il contenuto più visto illecitamente con il 29% di incidenza tra la popolazione adulta, seguono le serie/fiction con il 24% e i programmi con il 21%. Discorso a parte per lo sport live: se nel 2019 per questa tipologia di contenuto la percentuale di fruizione si attestava al 10%, nel 2021 sale al 15%. Caratteristica principale del fenomeno è l’amplificarsi della pirateria digitale: tra le modalità in calo il download/P2P e lo streaming illegale, in forte crescita il numero di chi ha fruito almeno una volta delle IPTV illecite, passato dal 10% nel 2019 al 23% nel 2021. Si tratta di 11,7 milioni di individui, anche se gli abbonati ad almeno una IPTV illecita sono 2,3 milioni”, ha sottolineato Pagnoncelli.

Primo panel, la politica e l’industria

Al primo panel, moderato da Marco Cattaneo e Giorgia Rossi, Giornalisti e conduttori DAZN, hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni e dell’industria audiovisiva.

Abbiamo perso troppo tempo, quattro anni fa ho depositato il primo disegno di legge in materia, nel tentativo di adeguare l’impianto normativa alla velocità dell’innovazione tecnologica. Anni persi – ha dichiarato l’On. Alessio Butti, Camera dei Deputati – come nel caso della rete unica nelle Tlc e di altre tematiche fondamentali per il sistema paese e le sfide del futuro che ci attendono. Alla Camera c’è la prima votazione in sede di Commissione Cultura sul testo unificato e ci sono emendamenti in qualche caso frutto di pressione di qualche stakeholder, ma è un testo da difendere anche se non è il migliore possibile. In quello originario c’era la task force H24, come ha ricordato la Sottosegretaria Vezzali, così come era previsto un ruolo diverso dell’Agcom, che dovrebbe intervenire con più autorevolezza ed efficacia. Anche perché chiedere l’intervento del giudice è cosa molto lunga, mentre un intervento di Agcom con i poteri riconosciuti dal nostro testo sarebbe di massima importanza. Abbiamo perso anni in cui avremmo dovuto spiegare bene alla gente cosa si intende per lecito e cosa per illecito. È sconvolgente che il 45-47% delle persone ha una percezione vaga del concetto di legalità”.

Prima di tutto bisogna difendere la creatività e i lavoratori di questo settore e poi chi investe in creatività e i detentori dei diritti. Sono stati fatti passi avanti in questa legislatura, grazie al contributo e al lavoro congiunto di tutte le forze politiche, per aggiornare una normativa che era ferma da diversi anni. Il Digital service act ha aggiornato una normativa vecchia e ora in Commissione Cultura affronteremo il testo congiunto. I numeri delle perdite sono enormi, ma altrettanto grave è il risultato sulla consapevolezza che si ha del fenomeno. La normativa interverrà sui casi di pirateria relativi agli eventi live, potenziando la tempestività, e la task force serve per intervenire in tempo reale. Perdere 267 milioni di euro di fatturato e 11 milioni di fruizioni, che sono le utenze che complessivamente seguono gli eventi sportivi, è un danno molto serio per il comparto. Altro aspetto da valutare meglio e che è presente nel testo base in discussione è intervenire anche su chi direttamente guadagna dalla pirateria e si tratta di criminalità organizzata”, ha detto l’On. Mirella Liuzzi, Camera dei Deputati.

Si è discusso troppo sull’esistenza o meno della pirateria nel tempo. È una minaccia che si muove tra audiovisivo, sport e società. Viviamo in un’epoca storica in cui l’etica è considerata desueta e le regole sono opzionali, tanto che il reato è percepito come qualcosa di non grave. Qui si va oltre la semplice pirateria, perché serve un percorso educativo profondo e continuato. Non è solo una questione di ritorno economico. Da anni le Istituzioni lavorano per favorire la legalità e attrarre gli investimenti, garantire posti di lavoro e recuperare il mancato introito fiscale. L’ambizione è creare consumatori migliori. Il punto di contatto tra industria e consumatori sono le emozioni. Le regole servono a tutelare tutto questo”, ha dichiarato Nicola Maccanico, AD Cinecittà.

Non bisogna avere paura di affrontare il tema della repressione. L’educazione è il primo passo, ma poi si deve contrastare il reato, soprattutto se consapevole. In un recente intervento della Guardia di Finanza si paventa che per 6.500 utilizzatori di piattaforme pirata ci sia a breve la possibilità di un’azione giudiziaria. A livello di comunicazione questa cosa si deve far sapere, chi commette un reato è sanzionabile, a livello amministrativo certo, ma potrebbe anche subire perquisizioni e sequestri. C’è chi sfrutta la pirateria per fare grandi guadagni e che va contrastato in ogni sede. L’intervento legislativo è centrale, ma bisogna aggiornare gli strumenti, rafforzarli e adeguarli ai nuovi tempi”, ha affermato Stefano Selli, Vice Presidente Confindustria Radio Tv e Direttore Relazioni Istituzionali Italia Mediaset.

Dobbiamo difendere valore industriali, economici, produttivi e creativi. I dati sono significativi e significativo è il numero sulla perdita di valore economico, e sulla perdita di posti di lavoro. Sono significativi anche i dati relativi alla consapevolezza delle giovani generazioni. Dobbiamo fare leva su questo. Se si perdono quasi diecimila posti di lavoro per pratiche illegali e abusive bisogna che le giovani generazioni sappiano che lottare contro la pirateria è nel loro interesse perché sono loro a perdere posti di lavoro. I pirati non vanno trattati come mecenati e vanno combattuti”, ha detto in video Francesco Rutelli, Presidente ANICA.

Secondo panel, l’audiovisivo alle prese con la pirateria

All’inizio del secondo Panel è intervenuto Innocenzo Cipolletta, Presidente Confindustria Cultura Italia, secondo cui “dietro ad ogni film o evento sportivo c’è un’impresa che da lavoro, ci sono professionisti, piani di investimento e un intero sistema economico e industriale da proteggere. Le perdite sono elevate e durante il lockdown si è avuto un aumento dell’offerta di contenuti, che poi ha favorito la pirateria. Contrastare il fenomeno è possibile, si può fare soprattutto con l’educazione, la comunicazione, l’informazione, a cui va affiancata un’azione repressiva, perché a quanto pare non c’è la consapevolezza del reato o ve ne è poca. La tecnologia in questo contesto non ci è nemica, ma può essere utilizzata per individuare più rapidamente e precisamente chi è che compie reati, chi è che pirata i contenuti. C’è da lavorare su questo livello per potenziare l’azione giudiziaria e regolatoria”.

In questi giorni si discuterà di una norma che dovrà essere rapida ed efficace senza pensare troppo al meglio, “talvolta il meglio è nemico del bene”. Abbiamo perso troppi anni, bisogna agire rapidamente ora e lavorare da subito ad un piano di comunicazione più efficace di quello odierno. Il tavolo annunciato dalla Vezzali ci aiuterà a fare squadra. Testimonial celebri possono aiutare in questo. C’è in ballo un altro tema, su cui è urgente una riflessione, arrivano meno soldi all’industria culturale e ai suoi imprenditori e questo fa calare il livello della qualità dei contenuti, oltre a quello degli investimenti. Aspetto chiave è trovare nuove tecnologie per il monitoraggio del settore, perché la tecnologia consente di individuare rapidamente chi commette illeciti. e magari anche sanzionare con più decisione chi accede ai contenuti pirata”, ha precisato Gaetano Blandini, Direttore Generale SIAE.

C’è un dato molto rilevante: il 50% di chi pirata non è consapevole del reato e un altro 50% invece è consapevole e allo stesso tempo non gliene importa niente. La domanda di contenuti è cresciuta rapidamente negli ultimi due anni e ci sono investimenti crescenti, 1,2 miliardi solo noi di Sky. Un mondo che ha molte professioni al suo interno e che la pirateria sta distruggendo. Andando avanti avremo sempre meno persone assunte che non troveranno spazio. Affinché l’offerta rimanga innovativa e vantaggiosa c’è bisogno di entrate costanti e qui si apre il problema delle risorse sottratte dai criminali al settore. La pirateria banalizza inoltre i contenuti. Non pagandola si percepisce molto meno in termini di valore rispetto alla realtà. I disegni di legge su cui si sta lavorando serviranno tantissimo per metterci in condizione di intervenire e di proteggere i detentori di diritti e tutti coloro che già pagano per un’offerta legale di contenuti online”, ha dichiarato Andrea Duilio, CEO Sky Italia.

La sala è ancora il luogo dove avviene il camcording, dove si concentra il furto più grande. Per questo potrebbe essere il punto di partenza per una nuova campagna di comunicazione. C’è da promuovere campagne di contrasto più estese ed efficaci per tutelare un settore così importante per l’economia nazionale e per l’industria creativa nel suo insieme”, ha detto in un intervento video Mario Lorini, presidente di ANEC.

Terzo panel, l’azione delle Forze dell’ordine

Nel terzo e ultimo panel sono interventi i rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’industria audiovisiva, con Luigi De Siervo, AD Lega Serie A, che ha ricordato: “In quattro anni abbiamo perso un miliardo di euro. I presidenti delle squadre hanno perso enormi risorse e la ripartenza è stata difficile. Il calcio si sta rialzando da solo, anche grazie alle emittenti televisive e il pubblico che è voluto tornare negli stadi. Dobbiamo recuperare queste risorse rubate e i nostri figli non possono continuare a delinquere facendo finta di non saperlo. Dobbiamo far rispettare le regole. Se il sistema digitale ha creato la pirateria, allo stesso tempo ci può fornire soluzioni concrete e in tempo reale per fermare i criminali online”.

Si tratta di criminali organizzati, con strutture importanti e una vasta capacità di controllo del territorio, significativo per la commercializzazione illecita di sistemi ed apparati da cui proviene grande possibilità di rilancio di segnali e flussi streaming di contenuti che son protetti dal diritto d’autore. Il pirata è un criminale che gode di investimenti significativi dal mondo dell’illegale. Due i binari da percorrere per agire concretamente: una normativa adeguata e un empowerment che faciliti maggiore reattività degli interventi; un’operatività potenziata grazie alla sinergia con l’Agcom per avere questa rapidità di intervento che renda svantaggiosa l’attività criminale. Essere repentini significa agire in tempo reale sullo streaming pirata. La prevenzione è uno strumento utilissimo e sarà fondamentale per le forze antifrode nel reprimere i fenomeni criminali”, ha detto Ivano Gabrielli, Direttore Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, ha detto: “Tutelare il valore dell’industria sportiva italiana sostenendo l’intero sistema impegnato, ogni giorno, a contrastare il fenomeno della pirateria è fondamentale. La rivoluzione in atto nel mondo dello streaming sta facendo emergere la necessità di ripensare le azioni da implementare per arginare il fenomeno e rallentarne lo sviluppo e la diffusione. Solo attraverso uno sforzo congiunto e deciso riusciremo a fornire risposte rapide e concrete. C’è ancora molto da fare per aumentare la consapevolezza dell’illegalità della pirateria soprattutto nelle generazioni più giovani. Dovrebbe infatti farci riflettere l’incidenza che questa ha tra gli adolescenti che, come emerge dall’indagine FAPAV/Ipsos, è in forte aumento per via della loro spiccata propensione alla digitalizzazione. Siamo passati dal 39% del 2019 al 51% del 2021. Continuare a misurare, monitorare e contrastare questo fenomeno attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti di regolamentazione necessari è dunque fondamentale per tutelare le aziende e aumentare la consapevolezza, non solo dei danni causati al sistema, ma soprattutto dei rischi in cui incorrono i consumatori stessi”.

Il corpo della guardia di finanza è da 240 anni a difesa di un’economia sana e legale. La magistratura ci consente di operare contro i pirati e il presidio di legalità è forte e anche tecnologico e di expertise. Di recente abbiamo condotto un’operazione con 6.500 utenti identificati e altrettante perquisizioni. Dal punto di vista penale c’è la responsabilità di chi investe in queste operazioni illecite, di chi fa da intermediario e anche dell’utilizzatore. C’è poi il tema dell’evasione su cui è possibile intervenire aggredendo i patrimoni dei soggetti organizzatori accusandoli di associazione per delinquere che serve a finanziare attività illegali. Chi sostiene la pirateria sostiene dei criminali. La tecnologia sarà utile proprio per identificare gli utenti da remoto, come nel caso delle piattaforme di web intelligence che garantiscono la ricerca di informazioni sensibili relative ai pirati che spesso si nascondono nel web. Poi ci sono i controlli sui sistemi di pagamento, come le criptovalute e le transazioni, che spesso sono oscurati. Seguire flussi e verificare chi accede alla blockchain ci aiuta a ricostruire i percorsi delle transazioni. Altra innovazione a livello di tecniche investigative sono bot e avatar che rappresentano presidi fissi in rete per il monitoraggio del traffico illegale e ci consente di sfruttare la normativa sull’undercover, che sono agenti che si presentano come consumatori interessati all’illegale tramite cui conosciamo in profondità connessioni e reti tra criminali. In questo modo possiamo identificare chiunque in questo campo”, ha dichiarato Gian Luca Berruti, Colonnello t St Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche Guardia di Finanza.

Unendo attori e sportivi si possono sfruttare testimonial molto popolari per attività di comunicazione anti pirateria. Allo stesso tempo si deve provvedere ad informare il pubblico che le forze dell’ordine, anche da remoto, possono arrivare a bussare a casa di chi consuma contenuti piratati. Le scuole devono essere coinvolte in questo percorso culturale. Chi ruba è un criminale, così come chi fa pirateria di contenuti audiovisivi. Lo step principale è fare arrivare agli utenti che guardano questi contenuti il senso di gravità dell’atto criminale che si compie e che allo stesso tempo ci sono delle conseguenze serie.

Vorrei far vedere con uno spot nelle scuole che si è criminali anche da giovanissimi se commetti reati di pirateria. Per poter sconfigge la pirateria serve anche abbassare i costi per il pubblico e creare un ecosistema che stia in piedi restando uniti”, ha suggerito Luigi De Laurentiis, Produttore Filmauro e Presidente SSC Bari

In un intervento video, Charles H. Rivkin, Chairman and CEO MPA Motion Picture Association, ha ricordato il ruolo in Italia dell’Agcom e certamente della FAPAV, che nel contrasto alla pirateria hanno davvero innovato la materia, offrendo all’industria dell’audiovisivo e anche al settore degli eventi sportivi live nuovi strumenti e modelli di contrasto: “La pirateria è un business criminale globale a cui sono correlati altri fenomeni illegali diffusi e ramificati. La chiave è l’innovazione tecnologica, strumento utile al contrato della pirateria. Noi di MPA siamo una grande coalizione ed è per questo che abbiamo intenzione di allargare l’azione associativa a nuovi soggetti, oltre ai sei big già membri come Disney, Netflix, Paramount, Sony Pictures, Universal e WarnerBros. Assieme è possibile affrontare il fenomeno con l’azione legale e una più ampia azione culturale basata sulla comunicazione e l’informazione”.

Le conclusioni

Massimiliano Capitanio

Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, a cui sono state affidate le conclusioni, ha infine affermato: “Alla camera abbiamo seguito un percorso strutturato. Si è perso del tempo, ma ora si dovrà recuperare accelerando. È tornata l’educazione civica a scuola e questo è un primo passo per introdurre anche la cultura della legalità nel consumo dei contenuti audiovisivi. Dietro alla pirateria ci sono molte mafie e per questo va colpito duramente. Il 51% dei giovani ha commesso almeno un atto di pirateria. Questo ci deve far riflettere. Si possono fare molte più cose per concretizzare un vero contrasto al crimine. Dal 2018 ci sono diversi progetti di legge in questo senso. Non solo più potere all’Autorità per tirare giù contenuti illegali su richiesta del titolare dei diritti, ma per la prima volta nella nostra storia si potrà gestire il fenomeno del camcording, con una chiamata alle armi collettiva. Domani le Commissioni nona e settima della Camera devono accelerare il percorso normativa, rallentato da qualche ritrosia da parte di alcuni gruppi. Ci sono già degli strumenti anti pirateria a disposizione e l’Agcom sta facendo la sua parte, ma ci sono altri pericoli in agguato, come la sicurezza messa a rischio dalla sottrazione di dati personali in rete. Qui non parliamo più solamente di tutela di interessi economici leciti, ma anche della nostra civiltà e delle regole che ci consentono di convivere assieme nel rispetto della legge. La sopportazione è arrivata al limite e la pirateria dovrà essere sconfitta. Il testo su cui si voterà domani va in questa direzione”.

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