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Pirateria online, proteste contro la raccomandazione UE sugli eventi live: “Non farà rispettare lo stato di diritto”

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Il prossimo 3 maggio la Commissione europea presenterà la sua raccomandazione per rendere più efficace il contrasto alla pirateria online di eventi live come partite di calcio, spettacoli o concerti musicali. Delusi i titolari dei diritti d’autore, approccio debole e tempi di revisione troppo lunghi. Così non si tutela efficacemente l’industria dei contenuti audiovisivi.

Pirateria, una raccomandazione che non mette tutti d’accordo

C’è malcontento tra le associazioni di settore per la raccomandazione della Commissione europea in tema di contrasto alla pirateria online di eventi live. Sarà presentata il prossimo 3 maggio e già si annuncia non vincolante, ma solo propositiva nei confronti di singoli Stati, Autorità nazionali e fornitori di servizi intermediari.

Un conto è obbligare qualcuno al rispetto delle leggi, un altro è chiedergli di collaborare. Un pirata, che altro non è che un membro di un’organizzazione criminale, pronto a tutto pur di aumentare i propri ricavi da attività illecite, non lo convincerai mai con le buone a non arrecare danno ai titolari dei diritti di copyright, servono delle regole vincolanti e meccanismi sanzionatori adeguati.

Secondo quanto riportato da euractive.com, i titolari dei diritti d’autore sono rimasti piuttosto delusi dall’azione della Commissione, soprattutto le emittenti televisive, perché si tratta di un’iniziativa che al momento, come anticipato, non è vincolante nei riguardi dei pirati e non protegge di fatto la diretta di una partita di calcio, di un concerto musicale o di uno spettacolo.

Stato di diritto vs Pirateria

La Commissione europea ci ha sempre detto che ‘ciò che è illegale offline, è illegale online’, eppure lo Stato di diritto non è assicurato e i casi di violazione del diritto d’autore si moltiplicano, con i conseguenti danni all’economia di settore e la palese violazione della legge”, ha dichiarato a Euractive un rappresentante della Live content coalition.

In effetti, sempre secondo il sito web d’informazione, la bozza di raccomandazione “invita” i provider di servizi di internet (gli Isp) ad agire rapidamente “nel mentre” l’azione di pirateria è in corso, proprio per ridurre al minimo i danni economici nei confronti dei titolari dei diritti.

A tal proposito, si cercano anche delle soluzioni tecnologiche che garantiscano questa tempestività nel bloccare la diretta pirata di eventi live.

Nel 2018 solo in Francia, Germania e Regno Unito si sono registrate più di 18 miliardi di visite a siti di contenuti pirata (il 50% circa sono siti di streaming). In tutto il mondo il caricamento e il download di questi contenuti illeciti ha occupato il 24% della larghezza di banda disponibile tra Nord America, Europa e Asia.

La politica degli inviti

Si tratta però di “invito”, non di obbligo. Di nuovo, si invitano gli Stati membri dell’Unione a valutare se a livello nazionale esiste o meno la possibilità in termini di legge di impedire le trasmissioni pirata e laddove non ci sia concedere ai titolari la possibilità di emettere delle ingiunzioni di blocco, anche verso gli intermediari (che sono a vario titolo “direttamente e indirettamente” responsabili dei contenuti trasmessi online).

Al momento, c’è il meccanismo di notifica e azione previsto dal Digital Services Act. Il DSA regola le responsabilità dei provider che, nel caso in cui vengano informati della presenza di contenuti illegali, avrebbero la responsabilità di intervenire rapidamente per eliminarli.

La Commissione ha proposto il modello delle ingiunzioni di blocco dinamiche, nel senso che potranno essere estese anche a siti web sul momento non individuabili, ma che riguardano la medesima violazione del diritto d’autore.

L’efficacia della raccomandazione sarà valutata solo entro tre anni dalla sua adozione

La raccomandazione si impegna a promuovere nuove attività di comunicazione pubblica sul valore della legalità e sul grande impatto negativo che la pirateria ha sulla qualità dei contenuti, sull’offerta e sull’industria nel suo insieme, con gravi ripercussioni su investimenti e sul mantenimento dei posti di lavoro.

Si propone inoltre che l’Euipo si occupi di avviare corsi di formazione per autorità e giudici per gli aggiornamenti necessari sul tema, soprattutto sulle nuove norme e sui nuovi strumenti di contrasto scelti. Altro elemento fortemente criticato dai titolari dei diritti è che la Commissione valuterà l’efficacia della raccomandazione solo “entro tre anni dall’adozione”. La domanda è, cosa accadrà durante tutto questo tempo? Chi fermerà la pirateria? Come evitare il furto economico ai danni delle imprese del settore?

Il danno della pirateria in Italia

In Italia, l’incidenza della pirateria online di film, serie/fiction, programmi e sport live, ha raggiunto il 43% della popolazione italiana. Proprio gli eventi sportivi in particolare, secondo gli ultimi dati FAPAV/Ipsos, registrano una crescita dell’incidenza che nel giro di pochi anni è passata dal 10 al 23%.

La stima del danno potenziale in termini di fatturato, perso direttamente a causa della mancata fruizione di film e serie/fiction piratati, è pari a 673 milioni nel 2021 e se parliamo di mancata fruizione legale di sport live a causa di comportamenti illegali, la stima si attesta a 267 milioni di euro.