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Pirateria, è allarme in Francia: download illegali per il 30% degli internauti

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Ogni mese 7,6 milioni di francesi scaricano illegalmente dai server. I maggiori fruitori di piattaforme pirata hanno tra i 35 e i 49 anni

Non frena la pirateria in Francia. A pochi giorni dall’annuncio della chiusura dell’Hadopi, l’Alta Autorità creata da una legge ad hoc per contrastare il downloading e lo streaming illegale, arrivano i risultati di uno studio commissionato dall’Associazione di lotta contro la pirateria audiovisiva (Alpa) che confermano lo stato d’allarme.

Il 30% degli utenti internet francesi ha consultato almeno una volta al mese un sito pirata di film e serie tv nel 2015, percentuale in crescita rispetto all’anno prima, indica il Report realizzato da Médiamétrie.

E ancora, 14,1 milioni di francesi hanno usato almeno una volta al mese un sito di streaming o downloading nel 2015, contro i 13,4 milioni del 2014.

I dati non tengono conto dell’accesso a YouTube e a Dailymotion.

Il downloading (da un server o attraverso lo scambio tra utenti) è più usato dagli uomini (61%) mentre le donne preferiscono lo streaming (51%).

Nella top-ten dei film più piratati nel 2015 troviamo “La Famiglia Bélier”, “Jupiter”, “Jurassic World”, il sequel di “The Divergent” e la pellicola d’animazione “Inside out”.

Tra le serie tv più viste sui siti pirata spiccano “The Flash”, “The Walking Dead”, “Game of thrones” e “Homeland”.

Secondo questo Report, che ha misurato l’uso di 371 siti dedicati alla pirateria audiovisiva, il downloading da server è quello più ampiamente utilizzato nel 2015, raggiungendo un record di utenti mensili pari a 7,6 milioni, davanti al peer-to-peer e allo streaming.

Lo studio evidenzia anche il crescente uso di tablet e smartphone per accedere a questi siti illegali.

I maggiori fruitori di piattaforme pirata sono i giovani tra i 35 e i 49 anni (30,8%) e quelli tra i 25 e i 34 anni (22,4%).

“Nonostante alcune misure, la pirateria resta una minaccia per la Francia. Mette in pericolo la creazione audiovisiva e ostacola lo sviluppo dell’offerta legale“, ha ribadito l’Alpa in un comunicato.