Legge annuale

Piattaforme digitali, l’Antitrust chiede a Draghi più poteri sul modello tedesco

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Segnalazione dell'Autorità di Piazza Verdi a Palazzo Chigi con la richiesta forte di nuovi poteri per arginare le grandi piattaforme del web.

Maggiori poteri antitrust, sul modello tedesco, per contrastare le grandi piattaforme digitali. Questa una delle principali richieste avanzate dall’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) al presidente del Consiglio Mario Draghi contenuta nella segnalazione inviata oggi dall’Autorità di Piazza Verdi presieduta da Roberto Rustichelli a Palazzo Chigi, nel quadro delle proposte di riforma concorrenziali e per la ripresa economica, in vista della Legge annuale 2021 sulla concorrenza.

Abuso di dipendenza economica di piattaforme digitali

L’Autorità, nel capitolo che riguarda “L’Abuso di dipendenza economica di piattaforme digitali”, chiede al Governo di poter ampliare il ventaglio delle pratiche abusive su cui intervenire e realizzate dall’intermediario nei confronti del soggetto in posizione di dipendenza economica, volte ad imporre condizioni gravose ed extra contrattuali; nell’applicare condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti; nel rifiutare l’interoperabilità dei prodotti o servizi di portabilità dei dati limitando la concorrenza; nel subordinare la conclusione o prosecuzione di contratti da parte dei contraenti anche in relazione all’utilizzo dei dati; nel condizionare la qualità del servizio offerto al trasferimento di dati in misura non necessaria o proporzionata.

Al fine di contrastare più efficacemente le distorsioni concorrenziali, “in particolare nei mercati in cui è presente una piattaforma digitale ovvero operano imprese che necessitano di tale piattaforma per accedere agli utenti finali o ai fornitori”, l’Autorità auspica l’introduzione di una specifica disposizione, modellata sull’esperienza tedesca (art. 19 della legge tedesca sulla concorrenza).

Imprese di primaria importanza per la concorrenza in più mercati

Una disposizione che stabilisca di attribuire per 5 anni ad alcune imprese la qualifica di “Imprese di primaria importanza per la concorrenza in più mercati”, alle quali sono vietati alcuni comportamenti particolarmente lesivi per la concorrenza. Fra le ragioni di detta qualifica:

  1. Possesso di posizione dominante in uno o più mercati;
  2. Grado di integrazione verticale e/o presenza su mercati contigui;
  3. Accesso ai dati rilevanti per la concorrenza;
  4. Importanza delle attività svolte per consentire a imprese terze l’accesso ai mercati di approvigionamento o di sbocco e
  5. Influenza sull’attività economica di imprese terze.

L’Autorità intende così fra le altre cose vietare la visualizzazione e preinstallazione di servizi o prodotti e limitare gli ostacoli all’interoperabilità di beni o servizi o la portabilità dei dati.