Analisi e dati

Per curare le pandemie investire anche sulle deep tech (i nuovi Google, Apple, e Facebook)

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Sono le tecnologie che si basano su scoperte scientifiche o innovazioni ingegneristiche in grado di trovare una soluzione ai grandi problemi del pianeta, come la cura per il virus COVID-19. Le deep tech registrano investimenti con la maggiore percentuale di crescita.

Chi sarà il prossimo gigante tecnologico? Guardando i finanziamenti di molti venture capital si potrebbe rispondere non più i GAFAM, (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft), ma le deep tech. Ossia le tecnologie che si basano su scoperte scientifiche o innovazioni ingegneristiche in grado di trovare una soluzione ai grandi problemi del pianeta, come la cura per il virus COVID-19 o un dispositivo medico o una tecnica per combattere il cancro, o l’analisi dei dati per aiutare gli agricoltori a coltivare più cibo o una soluzione di energia pulita che cerca di ridurre l’impatto umano sui cambiamenti climatici.

Il premonitore delle deep tech è stato il TED di Bill Gates, che rivisto oggi, sembra aver anticipato perfettamente l’arrivo del Corona Virus, ed il nuovo Manifesto di Andreessen Horowitz “the Bio is eating the world“.

Deep Tech, cosa sono

Le deep tech sono tutte le tecnologie emergenti, che utilizzano 7 fronti tecnologici del futuro:

intelligenza artificiale, robotica, blockchain, scienza dei materiali avanzata, fotonica ed elettronica, biotecnologia e informatica quantistica ed hanno un alto impatto sociale. 

I settori in cui le applicazioni deep tech sono maggiormente sviluppate sono:

  • scienze della vita, energia, clean-tech, informatica, chimica, biotecnologie, computing, food e agri tech, aerospazio, tecnologie industriali, telecom, nuovi materiali.

Le deep tech registrano investimenti con la maggiore percentuale di crescita

Le deep tech registrano investimenti con la maggiore percentuale di crescita, +20% annuo tra il 2015 e il 2018, culminando in quasi 18 miliardi di dollari investimenti, secondo un rapporto del Boston Consulting Group del 2019.

Le deep tech sono ormai un fenomeno globale, con oltre 8mila società, si legge nel report, in 69 mercati. Come vedete in Italia neanche l’ombra. Nel nostro Paese siamo ancora a parlare non di deep tech, ma solo di deep fake.

Le deep tech preoccupano le big tech

Grove Ventures, con sede a Tel Aviv, che finanzia aziende di tutta Europa e non solo, ha chiuso un fondo da 125 milioni di dollari per sostenere start-up di tecnologia avanzata e sta già raccogliendo un altro fondo dello stesso importo. Tra le aziende sostenute da Grove ci sono Wiliot, la startup di semiconduttori IoT senza fabbisogno, RapidAPI sul mercato API, la startup di veicoli autonomi TriEye, la 3DSignals di prossima generazione per la produzione e una serie di startup ancora “invisibili”, ma che in futuro potrebbero essere “unicorn company”, startup che superano il valore di 1 miliardo di dollari prima ancora di entrare in Borsa. Così potranno preoccupare le attuali Big Tech, che possiamo scommetterci, proveranno ad acquistare le deep tech, come hanno già fatto in questi anni con le “killer acquisitions

Willem Jonker, Ceo di EIT Digital, ha sottolineato che “la tecnologia deep-tech avrà un impatto su tutti gli aspetti della nostra economia. Per collocarsi in una posizione di forza nel mondo digitale, l’Europa deve aumentare la produzione di innovazioni ad alto impatto, lanciare e far crescere più imprese innovative e formare un numero ancora maggiore di talenti imprenditoriali di cui il mercato ha bisogno in campo tecnologico”. 

Chi ha coniato il termine deep tech e perché?

A coniare il termine deep tech è stato Swati Chaturvedi fondatrice di Propel (x), la prima piattaforma al mondo dedicata all’Angel Investing in startup del settore:

“Definiamo startup deep tech quelle fondate su una scoperta scientifica o un’innovazione ingegneristica significativa. A questo qualcuno potrebbe dire: “Le startup tecnologiche non si fondano tutte su questi principi?” In parte si, ma la maggior parte no. La maggior parte delle aziende tecnologiche attualmente si basa sull’innovazione del modello di business o sulla transizione del modello di business da offline a online, utilizzando la tecnologia esistente”.

Il fondo nazionale innovazione italiano sostiene anche deep tech

Il Fondo nazionale dell’Innovazione italiano sosterrà gli investimenti nei settori strategici per la crescita e competitività del paese: deep tech, intelligenza artificiale, blockchain, new materials, space, healthcare, ecoindustries, agritech/foodtech, mobility, fintech, design/made in Italy, social impact

Investitore, mentore e facilitatore: quello del business angel è una figura molto diffusa all’estero per il mondo delle startup, ma relativamente nuova per l’Italia, dove però dal 2007 esiste Iag, Italian Angels for Growth, il più grande network di business angel con più di 200 protagonisti del mondo imprenditoriale, finanziario e industriale che investono tempo, competenze e capitali per la crescita delle startup innovative.

“In più di dieci anni di attività Iag ha analizzato oltre 5mila startup e i suoi soci hanno realizzato 83 investimenti per un totale di 151 milioni investiti dai soci e co-investitori, completando finora sette exit. Gli investimenti sono su tutti i settori. A oggi abbiamo investito in biotech, healthcare, fintech, deep tech e digital”, ha detto il presidente Antonio Leone a MF-Milano Finanza.

Cosa fa l’Ue per le deep tech? Studia fondo 3,5 miliardi

L’Unione europea sta pianificando un fondo da 3,5 miliardi di euro per lanciare investimenti in innovazione e tecnologia mirato a finanziare start up della cosiddetta deep tech

La lotta alla supremazia tecnologica tra Stati Uniti e Cina si gioca anche sulle deep tech

La lotta alla supremazia tecnologica tra Stati Uniti e Cina, com’è lecito attendersi, si sta “combattendo” anche sulle deep tech: nel periodo 2015-2018 le due superpotenze hanno infatti attratto l’81% degli investimenti complessivi, circa 32,8 miliardi di dollari. La leadership degli Usa è ancora solida (il 53% delle aziende impegnate sui sette fronti è statunitense) ma l’avanzata cinese sta assumendo connotati minacciosi, come dimostra il tasso di aumento annuale degli investimenti nelle deep tech dell’ultimo quadriennio (+81% in Cina, +10% negli Usa).