Francia

Pay tv, a Parigi sbarca in Parlamento la legge anti-Bollorè

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La Francia teme lo strapotere del presidente di Vivendi. La legge, che potrebbe essere approvata entro l’estate, dovrebbe garantire maggiore indipendenza ai media.

Martedì sarà discussa in Francia la proposta ormai nota come legge anti-Bolloré. Tutto nasce dalle accuse di censura che sono state mosse al presidente di Vivendi nella gestione di Canal+ sulla scia anche del rinnovo totale dei vertici della pay tv che il top manager ha deciso la scorsa estate per avere un management più vicino alle sue posizioni.

A ottobre scorso Bolloré è stato anche audito dal Consiglio superiore dell’audiovisivo dove ha fornito serie garanzie sull’indipendenza delle redazioni.

Al governo non è però bastato e ha lavorato alla stesura della norma ormai nota come anti-Bolloré.

Nello specifico si è lavorato alla legge che regola la proprietà audiovisiva per aggiungere maggiori obblighi di pluralismo, fornendo più poteri al Consiglio superiore dell’audiovisivo nei confronti di “interessi privati” che potrebbero “mettere in pericolo l’indipendenza delle redazioni”.

 

Le norme dovrebbero contenere l’obbligo di inserire in tutte le convenzioni delle emittenti televisive, pubbliche e private, una clausola che le vincoli alla tutela dell’indipendenza dei produttori di contenuti, soprattutto informativi. C’è inoltre l’ipotesi di istituire l’obbligo di creare in seno alle imprese audiovisive dei comitati per l’etica e la deontologia, che vegli sulla tutela di questi principi.

In particolare l’articolo 1 della proposta di legge prevede di completare l’articolo 2 della legge del 29 luglio 1881 sulla libertà di stampa per consentire a “qualsiasi giornalista di rifiutare pressioni, di firmare un articolo o una trasmissione … i cui contenuti sono stati modificali a sua insaputa o contro la sua volontà”.

Un giornalista che lavora per la carta stampata, la tv o altri media potrebbe quindi ricorrere in tribunale se gli è stato imposto “un atto contrario alla propria intima convinzione professionale”.

Se la proposta diventasse legge ogni emittente televisiva o radiofonica avrà l’obbligo di creare un “Comitato sull’onestà, l’indipendenza, il pluralismo dell’informazione e dei programmi”.

L’organo sarà composto da personalità indipendenti, cioè da gente che nei tre anni prima dalla nomina non ha avuto, direttamente o indirettamente, alcun coinvolgimento con i media o con i loro azionisti.

A gennaio Bolloré aveva annunciato l’istituzione di un Comitato etico per Canal+ ma per i suoi oppositori non è affatto indipendente in quanto due dei membri su sei sono in rapporti con il gruppo del presidente di Vivendi. Posizione condivisa anche dal CSA che ha chiesto a Bolloré di scegliere membri assolutamente indipendenti.

Il testo della legge approderà all’Assemblea nazionale l’8 marzo prossimo e potrebbe essere votata prima dell’estate.