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Pannolini smart, un chip per notificare ai genitori la pipì. La violazione della privacy dei neonati è totale

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Se tuo figlio fa la pipì, popò o dorme arriva la notifica sullo smartphone, così aumenta il tempo trascorso dai genitori attaccati ai telefonini, perché occupati a fare selfie con i figli neonati per condividerli sui social, bypassando la privacy dei bambini per un pugno di like e perdendo di vista ciò che si sta facendo, soprattutto se il fare è affettivo, come osserva la psicoterapeuta Barbara Volpi, nella sua rubrica Bambini Digitali su Key4biz.

Ma i pannolini smart in arrivo negli Usa rappresentano soprattutto un rischio privacy per i dati dei più piccoli. Perché? Il sistema di crittografia, che raccoglie le informazioni sui neonati, non prevede l’autenticazione a due fattori: lo standard minimo di sicurezza. E secondo gli esperti, citati dal Washington Post, questa vulnerabilità è la porta per “l’accesso non autorizzato ai sistemi”.

In più i dati finiranno a Google, che insieme a Procter & Gamble, la società proprietaria di Pampers, ha ideato Lumi, la tecnologia IoT infilata nei pannolini.

Google, che proprio in queste ore sta finalizzando con la Federal Trade Commission (Ftc) un accordo nell’ambito delle indagini su Youtube per la violazione della legge federale sulla privacy dei bambini. Lo scrive il Washington Post, citando due fonti a conoscenza del dossier. Si prevede che Big G paghi una multa multi milionaria ma l’ammontare esatto non è chiaro. La palla ora passa al ministero della giustizia, che raramente capovolge una decisione della Ftc.

Fame degli Ott di dati dei neonati e calo del fatturato, ecco perché nasce il pannolino smart

Il pannolino smart è già sperimentato da un anno in Corea. Nasce per due esigenze:

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