Cloud e intelligenza artificiale: leve strategiche per la produttività
Nelle Considerazioni finali sulla Relazione annuale 2024, il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha dedicato ampio spazio al ruolo cruciale dell’innovazione tecnologica nel rilancio della competitività italiana ed europea. In particolare, ha indicato strumenti come il cloud computing e l’intelligenza artificiale (AI) come vettori imprescindibili per un nuovo ciclo di crescita.
Secondo Panetta, l’adozione di tecnologie digitali avanzate ha ormai superato la fase sperimentale in molti comparti dell’economia italiana. Il numero di imprese che utilizza cloud e AI è in aumento costante, contribuendo al miglioramento di produttività, solidità patrimoniale e redditività.
Ricerca e innovazione: Europa indietro rispetto agli USA, ma rappresenta ancora eccellenza globale
Tuttavia, il divario con gli Stati Uniti resta significativo: le imprese statunitensi investono il doppio in ricerca e sviluppo rispetto alle europee, con un’attenzione particolare ai servizi digitali e alle startup innovative, un segmento ancora debole nel tessuto imprenditoriale europeo.
“Nonostante la rapida ascesa della Cina – ha spiegato Panetta – l’Europa rimane un’eccellenza nella ricerca scientifica, alla pari con gli Stati Uniti in numerosi settori avanzati. Questa forza non si traduce però in innovazione produttiva: i brevetti, soprattutto nel campo digitale, restano pochi. Nell’intelligenza artificiale, ad esempio, i brevetti europei sono meno di un quinto di quelli statunitensi, a fronte di un divario ben più contenuto, pari al 30 per cento, nella produzione scientifica”.
Il Governatore ha sottolineato che l’Italia possiede una ricerca scientifica di qualità – eccellente in medicina, ingegneria e informatica – ma fatica a trasformare la scienza in innovazione industriale. I brevetti rimangono pochi e concentrati in settori maturi.
Imprese italiane non usano l’AI
Secondo un’indagine eseguita dalla stessa Banca d’Italia nel 2023 e riportata nel documento letto da Panetta, circa il 79 per cento delle imprese, in misura pressoché uguale nell’industria e nei servizi, non utilizza soluzioni di AI e AI generativa e non prevedeva di farlo entro la fine del 2024. Solo l’8 per cento ne prevedeva l’impiego entro la fine dell’anno.
Il restante 13 per cento usava già queste tecnologie, seppure prevalentemente in modo limitato o sperimentale. Tra quelle che utilizzavano l’AI, gli strumenti generativi sono impiegati da circa un quarto delle imprese industriali e da oltre metà di quelle dei servizi.
Solo un’impresa su cinque dunque utilizza l’AI e quattro su dieci la robotica industriale, secondo rilevazioni di Banca d’Italia e Cerved. Qualcosa di più si registra nell’impiego delle soluzioni cloud, che riguardano oltre il 50% delle aziende italiane.
Rischioso concentrare dati, cloud e infrastrutture nelle mani di pochi attori globali
È quindi necessario un rafforzamento dell’intero ecosistema dell’innovazione, che comprenda investimenti mirati, incentivi più efficaci e una semplificazione delle procedure per accedere ai fondi.
Infine, Panetta ha posto l’accento sui rischi di concentrazione di potere nelle mani di pochi attori globali, che controllano dati, infrastrutture cloud e piattaforme di intelligenza artificiale.
La risposta deve venire da un’efficace regolamentazione europea che tuteli concorrenza, pluralismo e diritti dei consumatori, senza ostacolare il progresso tecnologico.
Energia e competitività: l’urgenza di una transizione equa
La seconda parte del discorso del Governatore affronta un altro nodo strategico per l’economia italiana: l’energia. Il caro energia continua a penalizzare l’industria europea e in particolare quella italiana, che nel 2024 ha pagato l’elettricità circa il 25% in più della media UE, con un impatto diretto sulla competitività e sul rischio di delocalizzazione.
“Il fabbisogno energetico continua a poggiare soprattutto su fonti esterne: circa due terzi dell’energia consumata provengono da combustibili fossili, quasi interamente importati. È elevata anche l’esposizione verso la Cina per numerosi beni strategici, in particolare quelli per la transizione energetica o ad alto contenuto tecnologico”, ha spiegato illustrato Panetta nel suo discorso.
Elevata la dipendenza europea dalle forniture estere
Panetta ha rilevato che l’elevata dipendenza dell’Europa da forniture esterne – sia di fonti fossili sia di materiali critici per la transizione energetica – rappresenta una vulnerabilità strutturale. Per contrastarla, è necessario accelerare l’adozione di fonti rinnovabili, sviluppare reti di trasmissione elettrica più efficienti e incentivare i contratti a lungo termine per la fornitura di energia.
“L’economia europea mostra fragilità strutturali evidenti. La stagnazione della produttività e il ritardo nell’innovazione ne limitano il potenziale di crescita. La dipendenza dall’estero, per gli approvvigionamenti e per la vendita dei propri prodotti, ne aumenta la vulnerabilità in un contesto globale sempre più frammentato. È necessario ripensare il modello di sviluppo che ha sostenuto il continente per decenni”, si legge nella Relazione.
In tal senso, il Piano d’azione della Commissione europea del 2025 va nella giusta direzione, ma va accompagnato da investimenti nazionali concreti e tempestivi.
Come ha sottolineato Panetta: “In Italia, più che altrove in Europa, è urgente intervenire sul costo dell’energia“.
Il problema infatti riguarda anche l’Italia. Proprio oggi la Premier Giorgia Meloni è volata ad Astana, nella Repubblica del Kazakistan, per partecipare al Vertice Asia Centrale-Italia, per incontrare il Presidente kazako, Qasym-Jomart Kemeluly Toqaev, e tutto il mondo imprenditoriale regionale.
Al centro dei colloqui, non a caso, la cooperazione energetica e le forniture di materie prime critiche: “I settori chiave della cooperazione includono il settore petrolifero e del gas, l’energia (comprese le energie rinnovabili e verdi), la gestione delle risorse idriche, l’ingegneria meccanica, il complesso agroindustriale“. Intesa anche per “una cooperazione a lungo termine nel campo delle materie prime critiche”.
Il Kazakistan è oggi il terzo fornitore di petrolio greggio per l’Unione europea, con 1,05 milioni di barili al giorno (Mb/d) nel 2024.
La situazione italiana
Tornando alle Considerazioni di Panetta, in Italia, negli ultimi anni si è registrata una ripresa significativa delle installazioni rinnovabili, sostenuta anche da nuove tipologie contrattuali promosse dall’operatore pubblico.
Tuttavia, il Governatore ha avvertito che il successo della transizione ecologica dipenderà dalla capacità di coniugare ambizione ambientale con sostenibilità economica e inclusione sociale.
Una transizione sbilanciata rischia di amplificare le disuguaglianze e compromettere il consenso necessario per il cambiamento.
Panetta ha anche richiamato l’urgenza di affrontare il tema a livello europeo, promuovendo investimenti comuni, eliminando le frammentazioni normative e introducendo strumenti come un titolo pubblico europeo per finanziare beni comuni, dall’energia alla difesa.
In Europa serve una strategia unitaria per tecnologia e sostenibilità
Dal cloud all’energia, il messaggio è chiaro: senza un approccio sistemico e integrato, l’Italia rischia di rimanere indietro nella corsa globale alla competitività.
La strategia nazionale deve muoversi lungo due direttrici complementari:
- sostenere la transizione digitale, incentivando l’adozione di tecnologie abilitanti;
- garantire una transizione energetica equa, che non aggravi i costi industriali e sociali.
Per il Governatore Panetta, questi due pilastri – innovazione e sostenibilità – non sono più opzionali: sono la condizione essenziale per rilanciare produttività, occupazione e crescita inclusiva.