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Pagamenti elettronici: anche medici e odontoiatri contro la stretta sui POS

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Pagamenti elettronici, non si placa la polemica sull’emendamento del PD alla Legge di Stabilità, per l’introduzione di sanzioni per professionisti e commercianti che non si adeguano all’obbligo di POS (in vigore senza grosso successo da un anno) e per l’eliminazione del tetto di 30 euro (allo scopo di promuovere i micro pagamenti con carta).

Dopo artigiani e commercianti, un’altra categoria che critica il provvedimento è quella dei medici.

In linea di principio siamo d’accordo con ogni provvedimento che aiuta il cittadino ma non possiamo essere d’accordo con misure che scaricano e caricano tutti i costi sui professionisti”, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Cao Nazionale, la Federazione degli Odontoiatri, Giuseppe Renzo.

Il problema principale sarebbe l’aumento delle incombenze burocratiche e dei costi, che potrebbero ricadere inevitabilmente sui cittadini. Bene la trasparenza dei pagamenti elettronici, ma perché “non prevedere anche la possibilità per i cittadini di detrarre le spese sanitarie?”, aggiunge Renzo.

Critico nei confronti del provvedimento anche Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale), secondo cui la presenza del POS negli studi medici è “l’ennesima distrazione all’attività del medico. Togliere poi il limite dei 30 euro è una vera iattura. Come medici di medicina generale abbiamo un’attività libera professionale con importi bassi e i costi del Pos faranno inevitabilmente lievitare i costi per i cittadini. Qui siamo di fronte ad uno Stato che continua a perseguitare la piccola impresa e i liberi professionisti. E poi basta con le sanzioni”.

Insomma, diverse lamentele da parte dei professionisti, che però dovranno adeguarsi perché l’emendamento sarà con ogni probabilità accolto nel testo della Legge di Stabilità, da approvare entro Natale.

E’ di ieri, infine, un altro provvedimento per la standardizzazione e diffusione dei pagamenti elettronici a livello Ue. Si tratta dell’entrata in vigore del regolamento europeo che fissa nuovi tetti sulle commissioni per pagamenti con carta di credito e di debito. Un altro tassello per la diffusione della moneta elettronica.

Va ricordato però che secondo una recente indagine di Bankitalia, in Italia l’83% delle transazioni complessive è eseguito in contanti, a fronte di una media europea del 65%. Il numero di operazioni annue pro capite eseguite con carte di pagamento in Italia è fermo a 31,09 rispetto alle 166,75 operazioni del Regno Unito, le 166,61 dei Paesi Bassi e le 130,32 della Francia. Insomma, l’Italia è molto indietro nei pagamenti elettronici, soprattutto per quanto riguarda i micropagamenti che in molto paesi sono la norma anche per l’acquisto di un pacchetto di gomme in tabaccheria.

Per i detrattori dei micropagamenti, l’utilizzo del POS per saldare il caffè al bar o il giornale in edicola rischia di tradursi in file e perdite di tempo, in attesa della transazione elettronica.

Vedremo in futuro se gli Italiani si convertiranno al bancomat o continueranno a preferire gli spicci.

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