PA digitale

PA digitale, siti e social non bastano. Interazione con i cittadini al palo

di Mauro Nicastri, Responsabile competenze digitali Agid Presidente Aidr |

I soli siti istituzionali non sono più in grado di garantire un accesso adeguato alle informazioni pubbliche e non basta la semplice apertura di una pagina su Facebook, un account Twitter, un canale su YouTube.

Internet sta cambiando notevolmente la comunicazione fra cittadini e Pubblica Amministrazione. Ascolto, dialogo e monitoraggio attraverso il web stanno diventando sempre di più i pilastri della nuova comunicazione pubblica per migliorare i servizi e stimolare la partecipazione dei cittadini.

L’indice europeo Nifo (National Interoperability Framework Observatory) apprezza il fatto che la quasi totalità (98%) di aziende ubicate in Italia sia dotata di connettività, con sostanziale allineamento alla media comunitaria (97%). Invece rileva il fatto che la fetta di abitazioni connesse a Internet resta di diversi punti sotto all’85% della media europea (considerando l’Ue a 28 Paesi).

I veri dolori arrivano, però, quando si esamina la gestione digitale del rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione: nell’Europa a 28, la fetta di persone che ricorre a Internet per interagire con uffici e autorità pubbliche è del 48% mentre nello Stivale è limitata al 24% della cittadinanza.

È impietoso il paragone con il picco europeo della Danimarca, dove l’88% dei residenti utilizza il Web per comunicare con gli enti pubblici centrali o locali. Tra chi si è mosso più rapidamente spicca invece la Lettonia, passata dal 20% del 2008 all’attuale 69%. La sostanza non cambia se si osservano indicatori più specifici, come per esempio l’abitudine di scaricare documenti ufficiali della Pubblica Amministrazione: riguarda invece quasi il 30% dei cittadini comunitari e solo il 15% degli italiani.

Tutto ciò rende necessaria una nuova strategia di comunicazione che consenta alle PA di promuovere efficaci strumenti di interazione e partecipazione, in modo da migliorare il livello di trasparenza e di efficienza e poter monitorare il livello di soddisfazione dei cittadini. I soli siti istituzionali non sono più in grado di garantire un accesso adeguato alle informazioni pubbliche e non basta la semplice apertura di una pagina su Facebook, un account Twitter, un canale su YouTube.

Occorre una preliminare ed accurata strategia operativa dei contenuti editoriali e comunicativi per evitare di replicare anche online un dialogo monodirezionale, privo di un’effettiva interazione con i cittadini, e dotarsi di figure professionali in possesso di competenze specifiche, funzionali a garantire la credibilità dell’istituzione, nella prospettiva di promuovere un’efficace “web reputation”, costruita sfruttando le potenzialità tecniche e di comunicazione offerte dall’utilizzo efficace degli strumenti digitali.

Proprio in relazione a tali aspetti, l’Associazione Italian Digital Revolution (AIDR) si è data due obiettivi che riteniamo indispensabili:

  • avviare per la prima volta in Italia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, corsi di formazione basati sulle figure professionali ICT e Web previsti dalle Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT promosse dall’Agenzia per l’Italia Digitale;
  • organizzare a partire dal prossimo autunno, in collaborazione con la Link Campus University, una serie di incontri sul territorio nazionale per diffondere le Linee Guida per la Promozione dei Servizi Digitali promossi dall’Agenzia per l’Italia Digitale per consentire di realizzare concrete modalità di relazione diretta tra il potere pubblico ed il cittadino.