Digtal single market

PA Digitale, in arrivo il piano eGov della Ue: Londra modello da seguire

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Nel quadro del Mercato Unico Digitale, la Commissione UE spinge perché gli stati membri adottino il digitale nella PA e lavora ad un piano 2016-2020

Nel quadro del Digital Single Market, la Commissione UE spinge perché gli stati membri adottino il digitale nella PA e ha cominciato a lavorare ad un piano di azione per la diffusione capillare di servizi di eGovernment europeo. Il piano 2016-2020 rientra nella strategia del Digital Single Market ed è finalizzato a rendere il digitale come nuovo paradigma di normalità per tutti i governi dell’Unione.

Concetto ribadito da Andrus Ansip in un recente intervento al Parlamento Europeo, nel quale il vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale ha sottolineato una serie di principi base su cui sarà basato il piano di eGovernment continentale.

L’obiettivo è abbattere le barriere nazionali che tengono separati i servizi pubblici dei diversi paesi UE, introducendo servizi “transfrontalieri” di default. Un altro obiettivo è anche quello di di accelerare la migrazione degli stati membri verso approvigionamenti del tutto virtuali in ottica di eProcurement e verso la creazione di firme digitali standard, che siano interoperabili e quindi valide da paese a paese, riformando nel contempo l’organizzazione digitale delle procedure istituzionali della UE.

Il piano è fondato su principi di trasparenza, apertura, interoperabilità fra tutte le amministrazioni pubbliche, interconnessione fra registri d’impresa e supporto all’accesso dei servizi digitali in tutti gli stati membri. Altre aree d’intervento guardano ad aree specifiche come i trasporti, la sanità e la giustizia.

“La mia visione della Pubblica Amministrazione è che sia aperta, trasparente e trasparente e che i governi rendano la vita più facile ai cittadini e alle aziende. Una PA costruita sul delivery digitale dei beni pubblici, senza più frontiere – ha detto Ansip – Il Governo può essere quindi tanto una barriera quanto un facilitatore di questa visione. Il Governo può essere un soggetto che esclude o che include. Il Governo può essere invadente o efficiente. Il digitale è lo strumento per rendere il Governo inclusivo ed efficiente, un facilitatore per le aziende private”.

Ansip ha inoltre sottolineato che quasi il 40% degli utenti Internet della UE sceglie di non accedere ai servizi pubblici in digitale a causa della scarsa facilità di utilizzo e della scarsa trasparenza degli stessi. Un dato che “deve essere ribaltato”, ha detto Ansip, secondo cui l’aspetto più importante è “la fiducia, o meglio la mancanza di fiducia” dei cittadini.

La nuova strategia per l’eGovernment della UE prenderà spunto da questi principi, ma anche dai modelli che arrivano sul terreno come quello del Regno Unito che, secondo Ansip, rappresenta un caso di successo in Europa, visto che garantisce risparmi annui per 1,8 miliardi di sterline grazie alla sua “strategia digitale di default”. Ansip ha infine lodato la disponibilità di Londra a condividere i dati sul trasporto pubblico con soggetti terzi, una mossa che ha consentito alla Capitale di “beneficiare in larga misura di nuovi servizi”.