Digital divide

PA digitale, accesso a servizi e welfare più complicato per 5 milioni di stranieri in Italia

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L’accesso a diversi servizi digitali in Italia è più complicato per la vasta platea di stranieri che vivono nel nostro paese: SPID, CIE e CNS più difficili da ottenere.

L’accesso a diversi servizi digitali in Italia è più complicato per la vasta platea di stranieri che vivono nel nostro paese. E’ questo in sintesi il messaggio che emerge da un report realizzato da Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, un’associazione nata nel 2011 per promuovere e tutelare i diritti umani digitali in Italia.

Scarica il report “Digitalizzazione escludente. Le barriere digitali per le persone straniere nell’accesso al welfare”

5 milioni di persone straniere in Italia

A fronte di 5 milioni di persone straniere che, secondo dati Istat, vivono in Italia, l’accesso ai servizi di welfare (che nella maggior parte dei casi avviene online) è tutt’altro che scontata e non è resa più semplice dal digitale.

Mancano poi indagini statistiche sul grado di alfabetizzazione digitale delle persone straniere, della loro capacità ad esempio di accedere ai servizi dell’INPS.

Quel che è certo è che, al di là dello smartphone, che la maggior parte usa per accedere a Whatsapp, ai social o a TikTok, gran parte degli stranieri in Italia non dispone nemmeno di un device come il Pc.

Accesso unico nella PA con Spid, Cie e Cns

Eppure, dal 2021 con l’entrata in vigore del decreto legge n. 76/2020 è stabilito che l’accesso ai servizi della PA possa avvenire soltanto attraverso SPID (Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta d’identità elettronica e Cns (Carta nazionale dei servizi).

“Le identità digitali però presentano dei pre requisiti giuridici, come essere in possesso di carta d’identità o essere iscritti all’anagrafe, che possono rappresentare un ostacolo per la popolazione straniera”, si legge nel report di Hermes.  

Ad esempio, i requisiti per persone straniere: “Per ottenere Io SPID è necessario essere in possesso di un documento di riconoscimento italiano, di codice fiscale, di un’e-mail e un cellulare ad uso personale. Il permesso di soggiorno non è considerato un documento di identità personale e non é quindi sufficiente per richiedere SPID. Il permesso di soggiorno serve invece, insieme al passaporto in validità, per ottenere la carta d’identità necessaria per richiedere lo SPID”, si legge.

Digital gap degli stranieri

A peggiorare il quadro, il fatto che uno straniero su quattro in Italia è in povertà assoluta.

Quasi due persone straniere su tre non hanno una tessera sanitaria-Cartai dei Servizi.

Più di 500mila persone straniere non comunitarie non sono in possesso della CIE.

Ma per accedere a molti servizi erogati soltanto dall’INPS, tramite l’accesso obbligato via SPID, CIE o CNS ci sono:

  • l’Assegno Unico Famigliare
  • l’Assegno mensile di Invalidità civile
  • l’Assegno di maternità per lavoratrici atipiche
  • l’Assegno sociale
  • l’Assegno unico universale
  • Il Bonus asilo nido
  • L’Indennità di accompagnamento agli invalidi civili
  • L’Indennità mensile di frequenza
  • La Pensione di inabilità
  • Il Reddito di Cittadinanza