Banda ultralarga

Open Fiber, sul tavolo solo ‘chiacchiere’. Ma i fatti (come i nodi) stanno avanzando inesorabilmente

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Continua quindi la incredibile saga di impegni elusi, obiettivi mancati, promesse da marinaio e danni concreti alla infrastruttura del Paese, sia per la indisponibilità di una rete che serve alla crescita economica, sia per le contestazioni sul PNRR che la UE certamente solleverà.

Aree bianche, grigie o nere, per Open Fiber è tutto un ritardo irrecuperabile

Da sempre abbiamo denunciato i ritardi di Open Fiber nella realizzazione del piano BUL relativo alle Aree bianche e più recentemente i ritardi nelle Aree grigie, quelle finanziate dal PNRR.

Sono stato, me ne rendo conto, fin troppo facile profeta.

La pantomima sulle Aree bianche, ormai irrecuperabili

Siamo infatti arrivati a giugno del 2023 e ci sono solo 2.653.073 unità immobiliari “collaudate”. Ricordo a voi tutti (e innanzitutto ai responsabili) che, a seguito della Concessione e delle Convenzioni firmate da Infratel ed Open Fiber, i lavori di tutti i lotti si sarebbero dovuti concludere entro il prossimo giugno del 2023 per un totale di circa 6,4 milioni di unità immobiliari. Impossibile fare in 4 settimane più del doppio di quanto realizzato nel corso di lunghi anni.

Purtroppo non siamo arrivati neanche alla metà dei lavori che si sarebbero dovuti eseguire, come stabilito appunto nelle Convenzioni.

E non è quindi vero che c’è stata una qualche accelerazione nella gestione di Open Fiber, come alcuni incauti addetti ai lavori hanno sentenziato nei giorni scorsi. Anzi, sembra che i ritardi si stiano ulteriormente accumulando.

Cosi come non è vero, come afferma Open Fiber, che sarebbero stati concordati con il Governo dei rinvii nella tempistica di consegna prevista. Ci sono invece precisi contratti legati alla Concessione e vanno rispettati, come vengono peraltro sempre rispettati da tutte le aziende che fanno lavori per lo Stato.

Cosi come vanno pagate ad Infratel tutte le penali per i ritardi previste da contratto, penali per svariati milioni, che sino ad oggi sono state contestate e non pagate.

Uno stratagemma contabile per mascherare i ritardi

Open Fiber, consapevole dei ritardi che ha accumulato e nel tentativo di non far perdere i fondi europei ordinari, quelli Fesr, ha ideato uno “stratagemma”. Ha anticipato la competenza di questi Fondi europei in scadenza, con una bella furbata che riguarda solo questi fondi europei i cui lavori sarebbero dovuti terminare nel 2020. Anticipando la rendicontazione di quei fondi europei, ha dovuto così rinviare i lavori sui Comuni, finanziati invece con fondi regionali (e quindi oggetto di possibili trattative interne, esterne ai controlli della UE).

Per questa ragione Open Fiber ha chiesto e ottenuto dalla Conferenza Stato-Regioni una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi regionali, con estensione del periodo in cui questi fondi possono essere spesi, ma attenzione con una decisione che comunque non può modificare i termini dei contratti firmati. Qualcuno dovrà pur dirglielo alla Conferenza Stato-Regioni.

E a breve esploderà il problema delle Aree grigie

Per le Aree grigie, finanziate con i soldi europei del PNRR, se il buongiorno si vede dal mattino siamo nei guai. 

La prima milestone di Open Fiber, che scadeva lo scorso 31 dicembre e che riguardava appena l’1% dei numeri civici da collegare su un totale di 3,9 milioni, non è stata raggiunta. Neanche la seconda milestone, ancorata al 15% dei numeri civici da collegare e con scadenza 30 giugno 2023, sarà rispettata, come peraltro comunicato dalla stessa azienda. E ora Open Fiber sta addirittura chiedendo al Governo di rinviare anche le milestone del PNRR

Immaginiamo che questa situazione preoccupi sempre più il Governo e stia diventando sempre più complessa. 

Ciò che il Governo ed Infratel dovrebbero fare è aumentare i controlli, rendere il processo più trasparente e chiedere ufficialmente al concessionario Open Fiber di presentare proposte per rimediare a tale situazione disastrosa.

E nelle Aree nere? Peggio mi sento 

Le cose non vanno meglio nelle Aree nere, dove, per stessa ammissione di Open Fiber, sono state realizzate quest’anno solo 100mila nuove unità immobiliari. A fine aprile 2023 le unità immobiliari connesse erano 8,7 milioni di unità immobiliari contro un target previsto di 10 milioni.

Questo vuol dire che ci sono ancora 1,3 milioni di unità immobiliari da collegare nelle grandi città italiane e centri commerciali che hanno bisogno della fibra come il pane.

Tutti in attesa del risultato finale della partita

Continua quindi la saga infinita di impegni, obiettivi mancati, promesse da marinaio e danni concreti alla infrastruttura del Paese, sia per la indisponibilità di una rete che serve alla crescita economica, sia per le contestazioni sul PNRR che la UE certamente solleverà.

Vedremo come andrà a finire, anche perché, come ogni storia, prima o poi dovrà finire.