Banda ultralarga

Open Fiber. Quale futuro? È a rischio la continuità aziendale?

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Factoring non pagato, milestone violate, richieste di extracosti non giustificati, sanzioni per decine di milioni, richieste irrituali di anticipi su lavori ancora da iniziare. Viene da chiedersi come sia possibile che chi di dovere non intervenga. O si aspetta che sul settore si abbatta un nuovo caso Alitalia?

Tanto tuonò finché piovve. E purtroppo, ancora una volta, siamo stati facili profeti.

A quanto ci risulta la situazione di Open Fiber sta peggiorando di giorno in giorno e non si capisce quali potranno essere gli sviluppi. A questo punto è lecito chiedersi: è a rischio anche la continuità aziendale?

Il caso delle fatture non pagate

Da quanto ci risulta, alcuni fornitori, che scontano le fatture di Open Fiber, sembra che siano stati richiamati dalle società di factoring e dalle banche perché le fatture scadute alla fine di giugno non sarebbero state pagate da Open Fiber. Certo se i fatti confermassero quanto le nostre fonti ci hanno comunicato, questo non è un bel segnale. Ma i problemi per Open Fiber sembrano molto più grossi.

Non rispettate le milestone neanche per le Aree grigie (come avevamo previsto)

Le convenzioni per le Aree grigie che Open Fiber ha firmato con Infratel prevedono delle milestone molto precise per misurare gli avanzamenti della realizzazione dell’infrastruttura che deve essere terminata tassativamente entro giugno 2026 come prevede il PNRR.

Il problema, ancora una volta, è che Open Fiber non è stata in grado neanche di rispettare le prime due milestone che, lo ricordiamo, prevedevano 1% dei numeri civici da collegare entro il 31 dicembre 2022 e 15% dei numeri civici da collegare entro il 30 giugno 2023.

Mario Rossetti, attuale AD di Open Fiber, adesso ha dovuto ammettere di non essere stato in grado di rispettare gli impegni presi (cosa che Key4biz aveva ampiamente anticipato) e chiede di rivedere le milestone. Il problema è che queste milestone fanno parte di un contratto firmato con Infratel e sono state comunque “concordate” con la Commissione europea, per cui spostarle sarebbe un problema.

Ed ora che succederà?

La questione è molto seria.

Infratel, oltre ad essere obbligata ad irrogare ulteriori sanzioni (in aggiunta a quelle già irrogate per le Aree bianche, per oltre 50 milioni di euro ed a quelle che dovrebbe ancora irrogare per almeno altri 100 milioni di euro), nel caso delle Aree grigie ha la facoltà di revoca integrale del contributo pubblico e questo mette in allarme le banche e non rende finanziabile il piano di investimenti della società. E comunque anche se le milestone dovessero essere spostate nel tempo le banche non avrebbero nessuna garanzia sulla capacità di Open Fiber di rispettarle anche in futuro.

In poche parole, la situazione è che Open Fiber non ha i soldi per fare gli investimenti e i suoi azionisti non sembrano disponibili neanche a fare un aumento di capitale (quello da 400 milioni ripreso peraltro da tutta la stampa nazionale).

L’assedio di Open Fiber a Infratel

Da qui partono altre richieste di aiuti pubblici all’azienda. Richieste, francamente, tutte irricevibili.

Open Fiber chiede ad Infratel di riconoscergli un anticipo del 20% del contributo pubblico sulla base di una legge recentemente approvata. Ma Infratel non ha nessun obbligo a riconoscere tale anticipo, tenendo conto oltretutto del fatto che sono molto pochi i civici già collegati e che sono molto vistosi i ritardi già accumulati dall’azienda.

Open Fiber chiede ad Infratel il riconoscimento di extra costi che non riesce però a motivare, perché basati su stime molto aleatorie. Ed anche in questo caso comunque il riconoscimento degli extra costi non è previsto dal contratto e non è giustificato in quanto Open Fiber al momento della presentazione dell’offerta aveva già tutti gli elementi per valutare la situazione che si era venuta a creare. In ogni caso i costi dell’energia incidono sul bilancio di Open Fiber per pochi milioni e sono tornati ormai al livello precedente all’inizio della guerra.

Ora Open Fiber tenta di giocare la carta della cessione del credito

Ma la questione più seria riguarda la richiesta di Open Fiber di cedere i crediti delle gare delle Aree grigie alle banche finanziatrici. Per lavori che peraltro non sono neanche iniziati. Richiesta quindi irricevibile, perché contraria all’interesse pubblico.

Seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda sempre disponibili a pubblicare la posizione di Open Fiber su queste vicende.