il caso

Open Fiber nel caos. Si dimette anche il direttore degli Affari Legali e Concessione Infratel

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Se davvero CDP ha un occhio attento sulle aziende che controlla, batta un colpo sulla gestione fallimentare di Open Fiber. CDP è dentro fino al collo nella vicenda della rete unica, che è il dossier più grande del governo italiano. E allora, perché tutto questo?

La crisi di Open Fiber diventa giorno dopo giorno sempre più evidentee si manifesta anche attraverso la fuga dei manager di prima linea. Si tratta ormai di un vero e proprio esodo che si spiega solo con probabile disaccordo nei confronti di scelte aziendali e, per conseguenza, la prevedibile mancanza di fiducia nei confronti di Mario Rossetti, AD dell’azienda.

Come è a tutti noto, molti manager apicali hanno già lasciato Open Fiber e altri stanno per farlo. 

Dimissioni anche per il capo degli affari legali di Open Fiber

L’ultimo clamoroso addio riguarda l’avvocato Filipa Ramos, Direttore degli Affari Legali e Concessione Infratel di Open Fiber.

Filipa Ramos è una dirigente in azienda dall’inizio delle attività di Open Fiber ed è sempre stata considerata e riconosciuta come una colonna portante della società, per la sua indubbia professionalità e conoscenza del settore.

A quanto ci risulta, nell’ultimo periodo le divergenze tra Filipa Ramos e Mario Rossetti con il suo cerchio magico avevano raggiunto livelli insostenibili.

La Ramos ricopriva il delicato ruolo di curare i rapporti con Infratel per il rispetto delle previsioni della Concessione ed è verosimile pensare che l’imbarazzante gestione operativa dell’AD Mario Rossetti l’abbia messa in enorme difficoltà e l’abbia spinta a dimettersi, probabilmente con la consapevolezza di non poter risolvere gli enormi problemi creati da questo management.

Insomma è l’ennesima conferma di come il caos organizzativo regni ormai sovrano in Open Fiber.

In vista altre dimissioni in Open Fiber?

Ma le sorprese non finiscono mai.

A poco più di un mese dalle dimissioni di Gabriele Sgariglia, amministratore delegato del Consorzio Open Fiber Network Solutions (nato dalla bizzarra idea di Mario Rossetti), e dai roboanti annunci di nomina del manager “internazionale” Guido Bertinetti che lo sostituisce, abbiamo evidenze del fatto che sono in campo head hunters per sostituire quest’ultimo al più presto con un candidato più idoneo.

Viene voglia di chiedersi cosa ne pensi Ivan Rebernik, cheha la responsabilità delle Risorse Umane e che dovrebbe pure avere una benché minima opinione a riguardo, alla luce di questo e tanti altri fatti del genere, compreso il caso della carriera di Francesco Nonno come direttore commerciale del mercato residenziale, nuovo percorso professionale durato poco appena più di un mese.

I numeri dell’esodo…

Forse è il caso di ricordare alcune delle uscite più rilevanti, precedenti a quella di Filipa Ramos, registrate negli ultimi mesi: 1) il citato amministratore delegato del consorzio Open Fiber Network Solutions, 2) il responsabile del marketing e del commerciale, 3) il responsabile della rete, 4) il responsabile degli acquisti e del business development,  5) il responsabile dell’IT, 6) il responsabile delle Investor Relations, 7) il responsabile del Customer Service Management, 8) il responsabile delle Relazioni con i Media, 9) il responsabile del Procurement. Ancor più clamorosa, anche perché fatta passare sotto silenzio, è stata, infine, l’uscita di Giorgio De Guzzis, braccio destro operativo di Mario Rossetti, e a capo del CEO Office sino al giorno dell’uscita (oltre che la persona che ha redatto materialmente il Piano industriale approvato lo scorso dicembre).

Ma Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che fa?

Ma come è possibile che in un’azienda cosi importante e a controllo pubblico regnino questa confusione e indecisione?

C’è qualcuno che ha il coraggio di dire all’attuale vertice di Open Fiber che un’azienda non può essere gestita in questo modo?

E Cassa Depositi e Prestiti (CDP), socio di maggioranza di Open Fiber, cosa ne pensa?

Viene da chiedersi se nella galassia CDP esistano altre aziende che hanno visto un disastro organizzativo, concentrato in così pochi mesi, come quello di Open Fiber, dove CDP ha il 60%.

Se CDP ha un occhio attento sulle aziende che controlla, batta un colpo.

Anche perché, dalle uscite riportate ogni giorno dalla stampa, risulta l’innegabile attenzione di Dario Scannapieco, AD di CDP, ai temi della cosiddetta “rete unica”, un dossier, vogliamo ricordarlo, che è il più importante del governo italiano. Ed anche un tema che, inevitabilmente, non consente distrazioni di sorta.

E allora, perché tutto questo?