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Open Fiber, L. Cesa (UDC): ‘Ritardi drammatici e perderemo soldi PNRR. Perché CDP non fa nulla?’

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Interrogazione di Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, al Governo e al Mimit. 'Cosa intende fare per dotare Infratel di strumenti che la possano rendere autonoma per quanto concerne i controlli, se non abbia mai chiesto un parere legale al Consiglio di Stato e/o all’ Avvocatura dello Stato, se ci siano gli estremi per il ritiro della concessione'.

La situazione “drammatica” in cui versa Open Fiber al centro dell’interrogazione a risposta scritta di Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’UDC, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle Imprese e del made in Italy. Cesa, in sintesi, chiede al Governo “cosa intende fare per dotare Infratel di strumenti che la possano rendere autonoma per quanto concerne i controlli, se non abbia mai chiesto un parere legale al Consiglio di Stato e/o all’ Avvocatura dello Stato, se ci siano gli estremi per il ritiro della concessione in questione e se intende farlo al più presto, di riferire inoltre sulla effettiva situazione delle connessioni realizzate in FWA da Open Fiber e verificare l’utilizzo dei soldi che sono stati spesi e, infine, perché di fronte a questi indiscutibili fatti Cassa Depositi e Prestiti non abbia agito per una discontinuità con riguardo a Open Fiber”.

Situazione drammatica

“La situazione di Open Fiber è drammatica: a ormai quasi 6 anni dall’assegnazione delle prime due gare delle cd. “aree bianche”, su 6,4 milioni di unità immobiliari ne sono state realizzate solo 2,6 milioni di cui appena 150 mila con clienti effettivamente attivi; – si legge nel documento – Per quanto riguarda le cd. “aree grigie” finanziate con i fondi del Pnrr la situazione non è certo migliore: Open Fiber non ha fatto tesoro delle esperienze delle cd. “aree bianche” e la prima milestone è stata ampliamente mancata”.

Criticità anche su aree grigie

“Anche per quanto riguarda le scadenze di giugno emergono già ora delle criticità, visto che Open Fiber ha già richiesto ad Infratel di rivedere tali impegni; Questo denota ormai una conclamata incapacità di pianificazione del management di Open Fiber, la sua conseguente inaffidabilità ma soprattutto l’elevato rischio di perdere i fondi europei del Pnrr”, prosegue l’interrogazione.

“Il principale problema riscontrato è la difficoltà nel controllare i lavori effettivamente eseguiti e questo porta a dover far affidamento solo sui sistemi e sulle autodichiarazioni del concessionario, che in molte circostanze si sono rivelate false; Innanzitutto, e questo in particolare per le cd. “aree grigie” appena iniziate, occorre effettuare una corretta mappatura dei civici e delle unità immobiliari da collegare onde evitare che gli assegnatari di gara dichiarino quali siano i civici collegabili e quali non. Senza che Infratel abbia visibilità o possibilità di controllare”.

Rafforzare controlli di Infratel

“Infratel deve dotarsi di sistemi informatici di monitoraggio costante che le consentano tempestivamente di rilevare lo stato di avanzamento lavori, attraverso procedure di verifica non basate su autodichiarazioni ma su controlli; Di fronte ai conclamati ed ormai evidenti ritardi nelle cd. “aree bianche” che sarebbero dovuti terminare nel giugno 2023, Infratel si è limitata a comminare alcune penali con ambiguità nella modalità di calcolo a favore di Open Fiber”, prosegue Cesa.

“Open Fiber avrebbe dovuto realizzare anche una rete FWA per coprire circa 2,5 milioni di UI, ma la società dichiara di averne già coperte 1,5 milioni, nonostante vanti solamente 400 clienti a fronte dei risultati di copertura annunciati; A fronte di questi risultati può solo concludersi che la rete FWA è stata completamente sbagliata nella sua progettazione e realizzazione e che quindi le connessioni dichiarate non sono reali”.