Banda ultralarga

Open Fiber e il caso dei ‘lauti bonus’ ai manager. Gestione opaca e senza controlli?

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Viene da chiedersi se l’azionista Cassa Depositi e Prestiti (CDP) sia al corrente dei fatti e se approvi questo tipo di comportamento, molto poco rispettoso delle istituzioni, del merito e dell’uso del denaro pubblico.

Continua il tiro alla fune tra gli azionisti CDP e Macquarie

Che in Open Fiber la situazione sia sempre più critica ormai lo dimostrano anche le quotidiane frizioni tra gli unici due azionisti. Da un lato il fondo australiano Macquarie, esasperato, che vorrebbe l’attuale AD Mario Rossetti subito fuori e dall’altro Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che, ingiustificatamente e a questo punto incomprensibilmente, continua a difendere ideologicamente la gestione fallimentare di Mario Rossetti che sta portando Open Fiber in un vicolo cieco.

Il disastro delle Aree Bianche, delle Aree Grigie e i problemi con le banche

Cos’è che non va? Praticamente tutto.

La fine dei lavori di posa della fibra nelle Aree Bianche è stata per l’ennesima volta posticipata di un anno, ma tutti già sanno che anche quest’ultima promessa da marinaio di Mario Rossetti non sarà mantenuta.

Le due milestone delle Aree Grigie (per le quali certo l’AD Rossetti non può dare colpa alla gestione precedente, come fa per ogni circostanza) sono state completamente mancate, creando un forte imbarazzo nel Governo, dal momento che le Aree Grigie sono finanziate con i fondi del PNRR

Le cose non vanno meglio dal punto di vista finanziario. Le banche che hanno sottoscritto il Project financing monster sono allarmate per i reali rischi e vedono molto difficile il rientro dei prestiti, viste le conclamate negative performance della gestione di Mario Rossetti. Tanto da far si che Cassa Depositi e Prestiti (CDP) si sia esposta in prima persona nei giorni scorsi, chiedendo aiuto al Governo per tappare le vere e proprie voragini createsi negli ultimi due anni.

Bonus per tutti aumm aumm

In tutto questo Mario Rossetti ed i suoi manager approfittano della calura estiva e delle distrazioni che colpiscono gli italiani ormai sotto l’ombrellone, per pagarsi aumm aumm “lauti e sostanziosi bonus”, nonostante gli evidenti disastrosi risultati sopra descritti.

E purtroppo non è la prima volta.

Infatti, la prima pietra dello scandalo è che gli obiettivi per l’anno 2022 siano stati assegnati nella seconda metà di maggio 2022. Un’azienda seria avrebbe dovuto assegnare gli obiettivi del 2022 nell’anno precedente, ovvero alla fine del 2021. E infatti si scopre che i manager hanno definito, in modo del tutto truffaldino, addirittura a maggio 2022 gli obiettivi per l’anno 2022, obiettivi che a maggio erano già stati raggiunti. Ad esempio due dei principali obiettivi che Rossetti ed i suoi manager si sono furbescamente assegnati riguardano la conclusione dell’accordo commerciale con TIM, relativo alle Aree Bianche (obiettivo che era già stato raggiunto, come si evince dal comunicato stampa dell’azienda stessa del 13/05/2023) e l’aggiudicazione dei lotti delle Aree Grigie (obiettivo anch’esso scontato da marzo 2022 e già raggiunto a maggio 2022). Un modo infallibile per trasformare compensi variabili in compensi certi.

Chi deve controllare e perché non lo fa?

Di fronte a questo trucchetto di Mario Rossetti per ingraziarsi il proprio management, ci chiediamo dove fosse all’epoca Barbara Marinali (oggi presidente di ACEA) allora presidente di Open Fiber e, come tale, responsabile dell’Internal Audit. A questo punto è opportuno che il nuovo presidente Paolo Ciocca prima di autorizzare il pagamento di questi bonus faccia una verifica dei fatti e prenda gli inevitabili e necessari provvedimenti nei confronti dei responsabili. Lo esortiamo inoltre a valutare l’opportunità di assegnare gli obiettivi 2023 visto che, a quanto ci risulta, ormai al luglio 2023 gli stessi non sarebbero stati ancora definiti. Del resto sarebbe quanto meno bizzarro assegnarli su un budget che, ci risulta, sia stato appena approvato solo lo scorso 4 luglio e dopo mesi di aspro scontro tra gli azionisti. Sarebbe quanto meno inopportuno ripetere lo scempio dell’anno 2022.

Ci chiediamo, infine, se l’azionista CDP sia al corrente dei fatti e se approvi questo tipo di comportamento molto poco rispettoso delle Istituzioni, del merito e dell’uso del denaro pubblico.