l'editoriale

Open Fiber chiude un 2022 disastroso. Il peggiore anno di sempre

di |

Totale fallimento nelle aree bianche e catastrofe nelle aree grigie. Infine nelle aree nere produzione al minimo storico.

Come volevasi dimostrare (e come sempre puntualmente da noi anticipato) anche lo scorso mese di novembre ha confermato l’andamento al rallentatore dei lavori di realizzazione della rete in fibra ottica da parte di Open Fiber nelle Aree bianche, con un incremento di sole 88.000 unità immobiliari (UI) collaudate ovvero nelle quali il servizio “sarebbe attivabile”.

Il totale come da Report ministeriale pubblicato dal Mimit arriva ad appena 2.176.902 unità immobiliari clamorosamente lontane dai 6.411.150 previste dall’AD di Open Fiber, Mario Rossetti, per il 30 giugno 2023 o dai 3.600.000 previste sempre da Rossetti alla fine del 2022.

Quindi risultati che palesemente tradiscono gli obiettivi prefissati, con evidente grave danno per il Paese.

Risulta anche incomprensibile perché Infratel (magari rispondendo ad una esplicita richiesta di Open Fiber?) pubblichi dati non certificati (quindi non pubblicabili) forniti univocamente da Open Fiber relativi a cosiddette “unità immobiliari vendibili”, una definizione del tutto inaffidabile (che Infratel espone solo a partire dallo scorso mese di novembre) e priva di ogni significato. Francamente si tratta di circostanze e modalità espositive del tutto discutibili, come discutibile è stata la manina che, nel Report ministeriale dello scorso mese di ottobre, aveva tentato di migliorare le performance raccontando appunto la storia delle “unità immobiliari vendibili” pari a 2.632.792, ma cancellandola immediatamente a seguito delle richieste fatte da Key4biz.

Ma, come sempre, la toppa è peggiore del buco e come è noto le performance si stabiliscono sulla base non di numeri assoluti, ma di incrementi mensili. Basta prendere il Report del Mimit con i dati al 30 novembre per vedere che le “rossettiane” “unità immobiliari vendibili” sono 2.638.575, meno di 6000 unità immobiliari realizzate nel mese di novembre. Ogni ulteriore commento è superfluo

Alcuni giorni fa, nel corso delle audizioni parlamentari svoltesi presso le commissioni competenti, sono stati resi noti i risultati di Open Fiber nelle Aree grigie sussidiate dal PNRR ed è emersa la verità.

E la verità è che non sono stati rispettati gli impegni sottoscritti solo pochi mesi fa, a chiara dimostrazione di una inequivocabile incapacità gestionale. Il management non è in grado di pianificare attività e raggiungimento di obiettivi contrattuali neanche con 5 mesi di anticipo. Non deve perciò sorprendere, a questo punto, che il Piano industriale fatto appena nel dicembre del 2021 sia stato completamente disatteso e che Mario Rossetti cerchi adesso di rivederlo per tentare goffamente di correggere i macroscopici errori previsionali fatti sin dall’inizio.

Vogliamo sperare che Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Macquarie, se chiamati a ricapitalizzare l’azienda per almeno 200 milioni, come apparso su notizie di stampa, o a riapprovare l’ennesimo Piano industriale, si rifiutino di farlo, rispondendo invece alla ormai necessaria discontinuità del vertice di Open Fiber. Così funziona nel mondo delle imprese. 

A completamento della catastrofe sin qui descritta, non possiamo risparmiarvi la ciliegina sulla torta. Il 2022 sarà, non a caso, il peggior anno di sempre nella storia di Open Fiber per quanto riguarda le Aree nere con una produzione di circa 800.000 nuove unità immobiliari contro un valore pari a più del doppio di unità immobiliari realizzate nello stesso arco temporale, ma negli anni precedenti, quando Open Fiber era sotto altra guida. 

Fonti interne all’azienda, che preferiscono rimanere anonime, rivelano che dal luglio 2022 i risultati commerciali in termini di acquisizione di nuovi clienti hanno registrato, per la prima volta negli ultimi 5 anni, un brusco rallentamento rispetto all’anno precedente, nonostante le ingenti risorse economiche che Mario Rossetti ha distribuito, come mai prima, per “incentivare” la domanda.

Ora si avvicina il Santo Natale, il management di Open Fiber riuscirà nel traguardo di mangiare il panettone, ma sarà un panettone molto amaro.