Rete unica

Nuovo flop per Open Fiber, vanno deserte le gare per le Aree grigie. Tutto da rifare

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Tutti i bandi di gara per le aree grigie sono andati deserti ad esclusione della Campania, a scapito degli obiettivi del PNRR e delle legittime aspettative di cittadini e aziende.

Nuovo flop di Open Fiber nelle gare per le Aree grigie. Tutto da rifare. I manager dell’azienda guidata da Mario Rossetti hanno lanciato agli inizi di agosto le prime gare per le Aree grigie, poi sono andati tutti in vacanza (“in vacanza da che cosa?”, avrebbe detto Sergio Marchionne, vista la precarietà delle operations aziendali). E purtroppo sono andati in vacanza senza seguire gli esiti delle gare e senza preoccuparsi più di tanto delle procedure in corso.

E allora cosa è successo?

Il risultato? Al rientro, dopo le “meritate ferie” (come i manager di Open Fiber avrebbero prevedibilmente obiettato a Sergio Marchionne) hanno avuto un’amara sorpresa. Tutti i bandi di gara sono andati deserti ad esclusione della Campania. E cosa è successo? Che le imprese hanno lamentato diversi aspetti del bando di gara che, a giudicare dai dettagli, sembrava essere stato fatto da persone alle prime armi, persone che non conoscono il settore e che non hanno alcuna esperienza delle sue regole. 

Le manchevolezze di Open Fiber

Ci spiace doverlo ricordare qui, ma ogni giorno abbiamo conferma delle ragioni di riserva da noi manifestate in queste settimane sull’attuale management a guida Cassa Depositi e Prestiti (CDP) di Open Fiber. E ci convinciamo ancora una volta di come a quest’ultima non possa essere affidato alcun ruolo centrale nelle operazioni di costruzione della rete unica, un progetto che è, vogliamo ricordarlo, non solo il prerequisito di sviluppo e di crescita del nostro sistema produttivo e industriale, ma anche il dossier più importante del Paese attualmente sul tavolo, se si considerano le cifre da capogiro che l’operazione sin qui paventata da taluni dovrebbe ingiustificatamente muovere.

La superficialità con la quale ormai il tutto viene gestito è a dir poco imbarazzante, al limite del surreale. Senza considerare i ritardi che questa superficialità porta in termini di ostacoli al raggiungimento degli obiettivi del PNRR ed a scapito delle legittime aspettative di cittadini e aziende che non ricevono i servizi di cui hanno bisogno come l’aria.

Ecco perché le aziende non hanno partecipato alle gare di agosto

Quali le ragioni che hanno spinto le aziende a non partecipare ai bandi dei primi di agosto? Sono state le stesse aziende che avrebbero dovuto partecipare a lamentarsi con Open Fiber, quando questa ha chiesto loro le ragioni della loro non partecipazione; e sono ragioni molto semplici:

  • Il listino prezzi troppo basso, inferiore all’attuale listino per le Aree bianche (le Aree rurali). Secondo le imprese partecipanti alla gara le Aree grigie sono, infatti, più assimilabili alle Aree bianche che a quelle nere (aree commerciali) ed i costi quindi sono sensibilmente più alti;
  • Open Fiber chiede che l’acquisto dei materiali di lavorazione sia a carico delle imprese. Questo comporterebbe un sicuro ritardo nell’esecuzione dei lavori a causa di tempi di consegna dei materiali non programmabili. Dovrebbero essere infatti le imprese stesse a farsi carico degli acquisti dei materiali. E sicuramente ci sarebbe un ritardo nella consegna dei cantieri, con conseguente applicazione di penali a loro carico con, infine, evidente disottimizzazione delle economie di scala che Open Fiber come compratore centrale potrebbe ottenere. Ricordiamo che per le Aree grigie per le gare del Piano Italia a 1 Giga lo Stato si impegna a finanziare fino al 70% dei fondi necessari per la realizzazione della rete, mentre gli operatori che si aggiudicano le gare dovranno finanziare il restante 30%.;
  • Open Fiber non vuole riconoscere nessun anticipo alle imprese partecipanti per sostenere gli investimenti iniziali;
  • Open Fiber chiede alle imprese di assumere nuove persone, in modo da non spostare quelle già operative dalle Aree bianche.

E ora cosa succederà?

Che Open Fiber farà delle nuove gare, gare che prevedibilmente andranno nuovamente deserte a meno che non vengano alzati i compensi.

E allora viene da chiedersi: se Open Fiber ritiene che i lavori si possano fare ai prezzi esposti in questa gara, perché non esegue i lavori in proprio con il suo nuovo Consorzio Open Fiber Network Solutions, costituito all’uopo con Autostrade per l’Italia (ASPI)?

Dal canto nostro, pensiamo francamente che vengano esclusi affidamenti diretti, anche se sappiamo che Open Fiber non deve più sottostare neanche al Codice degli appalti

Abbiamo detto che lo pensiamo francamente, perché tendiamo ad escludere che un’azienda pubblica possa superare la ragionevole soglia a cui dovrebbe attenersi qualsiasi azienda pubblica che gestisce soldi pubblici.