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Nuovo CAD, quando la pubblicazione in Gazzetta?

Del testo definitivo del nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (Nuovo CAD), esaminato e approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 10 agosto, non c’è ancora traccia. Il nuovo CAD, strumento fondamentale per realizzare il diritto di cittadinanza digitale, caposaldo della Riforma della PA per semplificare il rapporto dei cittadini con gli enti pubblici, non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Dal Gabinetto legislativo del Ministero per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione fanno sapere che il testo definitivo del Nuovo CAD è stato già inviato alla Gazzetta Ufficiale e che la pubblicazione è attesa a giorni per la settimana prossima.

Il settore pubblico, ma anche aziende e cittadini, attendono il testo definitivo per trarre analisi e considerazioni finali perché al momento si ragiona su un testo che, in mancanza dell’ufficialità, è uno schema di decreto. Resta da capire se non siano state apportate modifiche dell’ultima ora, in zona Cesarini.

Tanto più che a creare ulteriore marasma e confusione nella PA è stata la sospensione (ma senza alcun atto normativo, su richiesta del Parlamento) dall’art. 17 del DPCM 13 novembre 2014 che fissava allo scorso 12 agosto l’addio alla carta nella PA, addio procrastinato di 4 mesi, lasciando però in sospeso le norme tecniche del processo di transizione al digitale già avviato da diverse amministrazioni, alcune delle quali si stanno preparando da 3 anni al passaggio.

Al momento, l’iter del nuovo CAD è fotografato dal comunicato stampa della Presidenza del Consiglio del 10 agosto, che ha ufficializzato il via libera al Dlgs, che ha preso in considerazione i pareri delle Commissioni parlamentari.

“2) Modifica e integrazione del codice dell’amministrazione digitale (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante norme di attuazione dell’articolo 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante modifica e integrazione del codice dell’amministrazione digitale (CAD) di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Nello specifico il cambiamento strutturale del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione è affidato a un’identità digitale, attraverso cui accedere e utilizzare i servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni, e al domicilio digitale (SPID), in collegamento con l’anagrafe della popolazione residente. SPID sarà l’identificativo con cui un cittadino si farà riconoscere dalla pubblica amministrazione, mentre il domicilio digitale sarà l’indirizzo on line al quale potrà essere raggiunto dalle pubbliche amministrazioni. Sono stati recepiti gran parte dei suggerimenti della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato e sono state integralmente accolte le condizioni contenute nei pareri delle Commissioni parlamentari”.

Per quanto riguarda lo SPID, il numero di persone che hanno fatto richiesta del sistema pubblico di identità digitale è salito a 86.102, secondo i dati aggiornati dell’Agid, in progresso rispetto alle 79.385 identità erogate a metà luglio.

L’implementazione dell’Anpr (Anagrafe nazione della popolazione residente) è ferma ai 26 comuni pilota.

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