App giochi. Antitrust avvia istruttoria nei confronti di Google, Itunes, Amazon e Gameloft

di Paolo Anastasio |

L'Autorità Garante per la Concorrenza nel Mercato ha avviato un'istruttoria per pratica commerciale scorretta nei confronti di Google, Itunes, Gameloft e Amazon. Nel mirino le app di giochi gratuiti che invece richiedono acquisti per continuare a giocare.

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“L’Autorità ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di due società del gruppo Google, di Itunes, la filiale di Apple che gestisce gli iTunes store in Europa, di Amazon e Gameloft, società che sviluppa e pubblica videogiochi scaricabili da Internet, in merito alle app che appaiono gratuite ai consumatori e che invece richiedono acquisti successivi per poter continuare a giocare”. Lo comunica l’Autorità Antitrust in una nota.

“Il procedimento dovrà verificare se questi comportamenti costituiscano pratiche commerciali scorrette: – prosegue la nota – i consumatori potrebbero essere indotti a ritenere, contrariamente al vero, che il gioco sia del tutto gratuito e, comunque, non sarebbero messi in grado di conoscere preventivamente gli effettivi costi dello stesso. Sussisterebbero, inoltre, carenze informative circa gli strumenti per escludere o limitare la possibilità di acquisti all’interno dell’App e le relative modalità di attivazione”. 

L’istruttoria durerà circa 6-7 mesi dopo di che il rischio per le aziende è di incorrere in sanzioni pecuniarie e, aspetto più importante, nella diffida a modificare pratiche commericali scorrette. In caso di inottemperanza scattano multe molto salate.

 

Anche la Ue è scesa in campo contro le app ‘a tradimento’. Sono molti i giochi in circolazione che dopo il download gratuito impongono in un secondo momento i cosiddetti “acquisti in app” per proseguire ai livelli successivi. In vendita ci sono crediti per acquistare nuove vite, armi più potenti, funzionalità aggiuntive per superare i livelli che diventano sempre più complessi.

Un esempio tra i tanti è quello del popolare Candy Crush, che si scarica gratis ma che prevede l’acquisto (facoltativo) di nuovi “poteri” che consentono al giocatore di andare avanti nel gioco.

I cosiddetti ‘acquisti in-app‘ valgono l’80% dei guadagni del settore a livello europeo, stimati in 10 miliardi di euro. Ma questi acquisiti, a volte, hanno alla base un inganno bello e buono, perché i termini e le condizioni non sempre sono chiari e trasparenti.

La correttezza del mercato delle app sta molto a cuore a la Commissione Europea, che stima in 63 miliardi nei prossimi cinque anni il valore della cosiddetta app economy, su cui si punta molto per dare fiato al segmento degli sviluppatori e che occupa già un milione di persone a livello Ue.

Il problema, denunciato da centinaia di consumatori in tutta Europa, è che soprattutto i bambini che amano giocare con lo smartphone dei genitori sono troppo spesso tratti in inganno dalla gratuità dell’app e, per questo, non si rendono conto che scaricare funzionalità aggiuntive – che servono magari per passare allo schema successivo di un gioco – costa soldi ‘veri’. Una spesa che i consumatori ignorano in molti casi di aver effettuato perché addebitata direttamente sulla carta di credito.