#Cashless. ‘Meno contante per contrastare l’economia sommersa’. Intervista a Dave Birch (Consult Hyperion)

di di Cristian Testa |

#Cashless è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e Waroncash.org.
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Dave Birch

Dave Birch, founding Director di Consult Hyperion,  è uno dei massimi esperti mondiali dei pagamenti digitali. Ogni anno organizza il Tomorrow’s Transactions Forum a Londra, nell’edizione di quest’anno (19 e 20 marzo) riflettori puntati sull’evoluzione del legame tra pagamenti elettronici e smartphone.



D. I suoi post su Tomorrow’s Transactions sono sempre una lettura molto interessante sul denaro e l’economia. Qualche giorno fa ha scritto come l’epayment potrebbe dare una forte spinta all’economia debole dei nostri giorni. Ci può dare qualche spiegazione?

 

Birch. I pagamenti elettronici sono senza ombra di dubbio una soluzione più efficiente. Il cash comporta uno spreco di Pil dell’1% in Europa. Inoltre, il contante è la spina dorsale dell’economia sommersa, che nel nostro continente è un fenomeno enorme, e della criminalità. Basti pensare che solo nel Regno Unito il traffico di droga e la prostituzione sono industrie illegali il cui fatturato ammonterebbe a 12 miliardi di euro. E poi c’è un ulteriore fattore che spesso viene ignorato: l’eliminazione del contante permetterebbe di avere più dati e quindi molte aziende potrebbero gestire queste informazioni creando posti di lavoro.

 

D. Molti potrebbero essere spaventati da una possibile diminuzione della propria privacy.

 

Birch. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la privacy è importante e che dobbiamo impegnarci per salvaguardarla. Dobbiamo creare un sistema di ePayment che la tuteli nel modo migliore, ma non dobbiamo mai confondere la privacy con l’anonimato. Sono due cose ben diverse. Dobbiamo dare ai consumatori sistemi di pagamento privati, non anonimi.

 

 

D. Lei è inglese, lavora spesso negli USA. E’, insomma, un cittadino del mondo e conosce diverse realtà. Qual è la sua opinione sull’egemonia del contante in Italia?

 

Birch. Molti paesi vivono una situazione simile a quella italiana: la Spagna, la Grecia e per certi versi anche la Francia. Questo non comporta solo un massiccio uso di contante, ma anche una notevole estensione dell’economia sommersa, come dicevo prima. E questo ha conseguenze molto gravi perché sottrae risorse alle casse pubbliche, il che viene compensato con un aumento della pressione fiscale. Nell’ultimo anno l’Irlanda ha contrastato in modo efficace il cash con un programma nazionale che mira a far risparmiare 1 miliardo di euro all’anno al paese, puntando su diverse soluzioni, in particolar modo sui pagamenti via cellulare. L’Italia dovrebbe seguire questo modello perché voi siete già forti nella tecnologia, nella telefonia e nelle carte pre-pagate. Inoltre dovreste anche voi fare pressioni sulla BCE perché la smetta di stampare le banconote da 200 e 500 euro che sono usate soprattutto dal crimine.

 

 

D. Spesso parla dell’Australia come di una sorta di paradiso dei pagamenti contactless. È proprio cosi?

 

Birch. Gli australiani hanno una forte abitudine all’uso delle carte per tutti i loro acquisti e le usano anche per pagare le tasse. Cosi è stato semplice per loro abbracciare la nuova tecnologia, anche perché la grandi catene commerciali e i distributori di benzina hanno subito compreso come questa tecnologia sarebbe stata in grado di accelerare i pagamenti e quindi far guadagnare tempo e denaro. Oggi in Australia, dove vivono 22 milioni di persone, esistono già più di 175 mila pos contactless che permettono acquisti fino a 100 dollari

 

 

D. Ogni anno organizza il Tomorrow’s Transactions Forum a Londra, nell’edizione di quest’anno (19 e 20 marzo) su cosa punterà i riflettori?

 

Birch. Sulle nuove tecnologie. L’anno scorso ci siamo occupati di modelli di business, ma quest’anno vogliamo focalizzarci su ciò che ci aspetta nel prossimo futuro. Credo che il futuro dei pagamenti sia strettamente legato al telefono cellulare. Bisogna sviluppare tecnologie che rendano il telefono ancora più facile da usare per pagare. Io la definisco “Tripla A”: Autenticazione, Apps e Api (interfaccia di programmazione di un’applicazione). La biometria, i sensori e la geolocalizzazione mirano a garantire l’autenticazione. Tecnologie come HCE (emulatore di smart card) e BLE (il nuovo bluetooth) permettono allo smartphone di meglio interagire con l’ambiente reale. E le API consentono a tutte queste cose di lavorare insieme. E di tutte queste cose avremo modo di parlare al TTF il 19 e 20 marzo.

 

 

D. Un TTF tutto dedicato al futuro quindi?

 

Birch. Si, come sempre. Quest’anno avremo anche il Future Money Award, una vera e propria competizione artistica perché crediamo che l’arte possa aiutarci a comprendere l’evoluzione della tecnologia nel campo delle transazioni. Il tema scelto per quest’anno è “Identità come nuovo denaro”.