Brasile, aut aut dell’antitrust a Telefonica: vendita Tim Brasil o rinunci al controllo di Telco

di Alessandra Talarico |

Telefonica deve cedere le partecipazioni in Tim Brasil oppure ritornare ai patti Telco pre-24 settembre. La decisione del Cade tra i temi che affrontati oggi dal Cda di Telecom Italia.

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Telefonica

Si complica l’ascesa di Telefonica in Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom Italia: con una decisione attesa, il Cade – l’Antitrust brasiliano – ha stabilito che il gruppo spagnolo deve limitare la sua presenza sul mercato mobile brasiliano uscendo dalle partecipazioni dirette e indirette in Tim Participacoes (la controllante di Tim Brasil) oppure diluendo la propria quota di controllo in Vivo trovando un nuovo socio che non sia già presente sul mercato brasiliano. Per la scalata a Telco, multate sia Telefonica che Tim Brasil.

Oggi il cda di Telecom Italia

La decisione del Cade non è stata valutata nell’ambito dell’odierno cda di Telecom Italia, chiamato ad affrontare la situazione della società anche in vista dell’assemblea dei soci del prossimo 20 dicembre, convocata su sollecitazione di Marco Fossati, che attraverso Findim controlla il 5% della società, per chiedere l’azzeramento dell’attuale consiglio.  Il Cda ha esaminato l’avanzamento gestionale a ottobre 2013 e l’operazione di emissione del prestito obbligazionario.

Marco Patuano: Tim Brasil strategica

Tim Brasil è una “bella azienda” e abbiamo già detto che per “Telecom Italia è un’azienda strategica”. Così, al termine del Cda, si è espresso lapidariamente l’ad Marco Patuano, rispondendo a una domanda sulla possibile vendita della controllata brasiliana dopo quanto deciso dal Cade.

L’ad ha quindi definito ‘curiosa’ la scelta dell’ex presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, di affidare il proprio voto all’associazione dei piccoli azionisti di Asati in occasione dell’assemblea del 20 dicembre prossimo.

La multa a Telefonica per la scalata a Telco

Tornando al Brasile, nella riunione di ieri –  convocata per valutare l’autorizzazione dell’acquisizione, da parte di Telefonica, del 50% di Portugal Telecom in Vivo – Cade ha anche inflitto a Telefonica una multa da 15 milioni di reais (4,6 milioni di euro), ritenendo la decisione di aumentare la partecipazione in Telecom Italia contraria agli accordi siglati nel 2010, vincolanti per l’approvazione dell’ingresso dell’operatore spagnolo nel capitale del gruppo italiano. Multata per 1 milione di reais (circa 330 mila euro) anche Tim Brasil.

Secondo gli analisti, la multa è una sorta di ‘punizione’ dovuta al fatto che la decisione di scalare Telco è stata presa senza avvisare in alcun modo l’Autorità.

La decisione del Cade, ormai definitiva, crea una situazione che costringerà Telefonica e Telecom Italia a prendere decisioni complesse circa le loro attività in Brasile. Il relatore del provvedimento, Vinicius Marques de Carvalho, nel sottolineare che l’Autorità non era stata in alcun modo avvisata dell’intenzione di Telefonica di aumentare la partecipazione in Telecom Italia, ha affermato che non vi è nessuna disposizione nel Performance Commitment che dia margine di legami più stretti tra i concorrenti, dal momento che “ogni modifica del capitale sociale di Telefonica in Telecom Italia potrebbe compromettere l’equilibrio competitivo del mercato.”

A questo punto, se Telefonica vuole il pieno controllo di Vivo, le opzioni sono due:  o Telecom Italia vende Tim Brasil o Telefonica rinuncia al progetto di salire al 100% di Telco, come previsto dall’accordo siglato coi partner italiani della holding (Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo) lo scorso settembre.

In base al Performance Commitment sottoscritto nel 2010, volto a mantenere adeguate condizioni di concorrenza e indipendenza tra Vivo e Tim Brasil – che insieme controllano più della metà del mercato mobile brasiliano – il gruppo spagnolo si era impegnato a mantenere separati gli interessi delle due società telefoniche. La scorsa settimana, lo staff tecnico dell’Autorità aveva reso noto che l’operazione, che di fatto aumenta la dipendenza economica tra i due gruppi, ignora completamente gli accordi in vigore minandone l’essenza, non un qualche aspetto “secondario”.

Rodrigo Abreu: Telefonica non può forzare la vendita di Tim Brasil

Per il Ceo di Tim Brasil, Rodrigo Abreu, Telefonica non può forzare la vendita della società brasiliana. Secondo Abreu, “…è solo Telefonica a dover vendere le sue azioni, mentre non c’è bisogno che la società sia venduta per intero”.
Quanto alle conseguenza della decisione del Cade, non ci sarà alcun impatto sull’operatività di Tim Brasil: “Il ritmo resta normale e aggressivo”.

Le reazioni in Italia

Immediate, in seguito al pronunciamento del Cade, le prese di posizione della politica e degli azionisti di minoranza, che fin da subito avevano messo in guardia circa le ripercussioni dell’accordo tra Telco e Telefonica sugli interessi di Telecom Italia in Sud America.

Per il senatore Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria, “…la presa di posizione dell’Antitrust brasiliano, prevedibile e prevista, costituisce una sfida al consiglio di amministrazione di Telecom Italia e agli azionisti non conquistati da Telefonica”.

“…E’ ormai evidente che la cessione di Tim Brasil non corrisponde agli interessi dell’azienda Telecom Italia ma a quelli di un suo azionista e concorrente qual è Telefonica”, ha concluso.

 

Secondo Marco Fossati, il pronunciamento del Cade “riconosce e sancisce il controllo di Telefonica su Telecom Italia come effetto della crescita azionaria in Telco”. A fronte di questo riconoscimento, Fossati chiede dunque “un intervento immediato e risolutivo da parte delle Autorità di controllo italiane al fine di riconoscere il controllo di fatto di Telco su Telecom Italia…con tutte le relative conseguenze giuridiche e finanziarie”.

Anche per l’associazione Asati, la decisione proveniente da oltreoceano “non fa che confermare ulteriormente quanto avviene in Italia, ovvero il controllo diretto di Telefonica su Telecom Italia tramite Telco”.
Asati, richiede pertanto alla Consob “di emettere immediatamente un decisione analoga, che sancisca formalmente un dato di fatto e imponga o il consolidamento del debito di Telecom Italia in Telco oppure lo scioglimento immediato dei patti Telco e quindi l’attribuzione ai singoli azionisti di Telco delle rispettive quote di Telecom Italia”. Al Governo Italiano, Asati chiede invece di non rinviare ulteriormente la traduzione in legge delle norme previste dalla mozione del Senatore Mucchetti.

Per Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, “…sarebbe imbarazzante che la decisione dell’Antitrust brasiliana determinasse la vendita da parte di Telecom di Tim Brasil per favorire Telefonica, nel totale silenzio del governo italiano e del Presidente del Consiglio dei Ministri”.

“Ci aspettiamo che il governo faccia sentire la sua voce impedendo che a rimetterci siano gli interessi nazionali. Letta non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia e deve dare precise garanzie al paese sulle prospettive della terza azienda italiana e sul rilancio degli investimento necessari a costruire la banda larga”, ha aggiunto.

“Chiediamo ai parlamentari – conclude il Azzola – di sostenere la legge di modifica sull’Opa e di promuovere iniziative volte a costringere il governo ad aprire un tavolo con le parti sociali sul futuro di Telecom.”