Chirurgia e Ict, sempre più italiani sotto i ferri del robot

di Paolo Anastasio |

A fine anno previsti 10mila interventi effettuati per mano meccanica nel nostro paese, in aumento del 25% rispetto all’anno precedente. Un paziente su cinque sottoposto ad operazione alla prostata per mano del chirurgo meccanico.

Italia


Robot Da Vinci

Cresce in Italia il ricorso alla chirurgia robotica, la branca della tecnologia medica che sfrutta la precisione dei robot per effettuare interventi in sala operatoria guidati a distanza dal chirurgo. E’ quanto emerge dai dati diffusi ieri a Milano in occasione della “Giornata della chirurgia robotica” organizzata dal player specializzato AB Medica.

 

Secondo i dati forniti dalle Asl italiane, nel 2013 saranno 10mila gli italiani che si sottoporranno a interventi per mano meccanica, una tecnica introdotta nel nostro paese nel 1999 e cresciuta da allora del 25% su base annua.  Sono circa 400 i chirurghi che nei nostri ospedali usano il robot per operare, assistiti da 3.500 fra anestesisti, strumentisti e infermieri hitech.

 

Una tecnologia, quella del robot in sala operatoria, che abbraccia un ampio ventaglio di interventi delicati, nei quali la precisione è più che d’obbligo. In particolare, il robot Da Vinci, prodotto da ab medica, è usato per interventi cardiaci, operazioni alla tiroide ma anche in ortopedia, come già avviene ad esempio a Roma a Villa Stewart.

 

Un italiano su cinque quest’anno si è sottoposto ad intervento alla prostata per mano meccanica. Un dato, questo, che negli Usa è già molto più avanzato, con l’80% degli interventi alla prostata che sono effettuati da robot.

 

Fra i vantaggi dell’intervento chirurgico tramite robot c’è la perdita di sangue assai limitata, grazie alla millimetrica precisione nelle incisioni del mezzo meccanico.  Nei casi di intervento alla tiroide, ad esempio, si applica un foro sul collo del paziente, senza bisogno di incisioni. Un intervento robotico garantisce tempi di degenza postoperatoria contenuti, con risparmi immediati per le esangui casse degli ospedali italiani, considerato il costo medio di 1000-1500 euro al giorno per posto letto.

 

Un vantaggio del braccio meccanico è la sua maggior libertà di movimento rispetto a quella del polso del chirurgo. Un dettaglio non da poco quando si tratta di  operazioni che riguardano la chirurgia toracica e vascolare, che si effettua con un foro sotto l’ascella, la chirurgia generale, l’urologia (la più praticata dai robot, con il 60% del totale). Senza dimenticare la ginecologia e la pediatria.

 

Ma come funziona il robot-chirurgo? Da Vinci, prodotto da AB Medica, è composto di tre componenti:  una console, alla quale siede il chirurgo; tre bracci meccanici, agganciati al letto dove si trova il paziente; un grande mega-schermo, dove il chirurgo segue l’intervento in diretta. In particolare, AB Medica sta studiando soluzioni wireless di collegamento fra diversi robot e in prospettiva interventi a distanza, visto che la posizione della console non incide sulle operazioni del chirurgo che dirige il robot. Un segmento, quello dell’applicazione del wireless e di soluzioni Ict ai robot, che AB Medica svilupperà anche attraverso il know how specialistico di Aethra, storica azienda Tlc italiana, di cui ha recentemente rilevato una parte del business.