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Net neutrality, dietrofront in vista negli Usa

Ajit Pai, il nuovo presidente della Federal Communication Commission (Fcc) statunitense, ha confermato la volontà di smantellare le norme sulla net neutrality approvate due anni fa dal suo predecessore Tom Wheeler.

In realtà, il trumpiano Pai è contrario da sempre alla net neutrality, la riclassificazione dell’accesso a Internet come servizio universale di pubblica utilità, sotto il Title II del Telecommunication Act sottoposto alle stringenti regole in vigore per il settore Tlc. Un provvedimento che consente al regolatore Usa di imporre agli Isp le stesse norme stringenti valide per i carrier telefonici, con il divieto di corsie preferenziali, rallentamento mirato del traffico e pagamenti differenziati in cambio di connessioni più rapide.

Ieri Pai ha detto che vuole tornare ad un quadro regolatorio più morbido (light) per gli Isp, come quello immaginato 20 anni fa quando per la prima volta passò il Telecom Act, un quadro normativ che ha consentito il fiorire del mercato di Internet. Pai ha intenzione di presentare la sua proposta di modifica normativa al voto in commissione a maggio, dopo di che si procederà ad una consultazione pubblica prima della decisione finale.

L’annuncio di Pai è stato accolto con favore dagli Isp, come Verizon e CenturyLink, che a suo tempo si sono opposti all’ordine della Fcc sulla net neutrality. Comcast ha fatto sapere che sostiene tuttora le tutele della net neutrality, ma essendo contraria alla riclassificazione della banda larga sotto il Title II, chiede in materia l’intervento diretto del Congresso.

Contrarti l’impostazione di Pai sono schierate soprattutto le associazioni dei consumatori e i grandi player del web, da Google, Amazon, Netflix a Facebook che hanno fatto sentire la loro voce attraverso la Internet Association.

C’è da dire che la nuova policy di Pai dovrà superare diversi ostacoli prima di entrare eventualmente in vigore. Mesi di revisioni e commenti pubblici, ma i Repubblicani hanno la maggioranza alla Fcc, 2 a 1 incluso il presidente, quindi presumibilmente le sue proposte sono destinate a passare.

La scorsa settimana Pai è andato a caccia di consensi nella Silicon Valley, dove come detto le web comapny come Facebook sono contrarie alla revisione del quadro regolatorio, mentre i produttori di hardware e i chip maker come Oracle, Intel e Cisco sembrano più aperte.

Nettamente favorevoli alla proposta di Pia sono al contrario gli operatori Tlc, come At&t, da sempre contrari alla net neutrality che a loro dire penalizza la loro capacità di investimento in nuove reti.

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