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Neom, a che punto siamo con la smart city saudita? Nel 2024 primi voli per Sindalah. Il video dei lavori

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A Davos per il WEF 2023 il CEO del progetto Neom, Nadhmi Al-Nasr, ha dichiarato che il 20% delle infrastrutture è già stato realizzato o è in fase di completamento. Il video dello stato dei lavori in corso della futura Città Stato saudita, tra una difficile sostenibilità ambientale e le denunce ripetute di violazioni dei diritti umani.

Le immagini dei lavori in corso nella Città Stato di Neom

Una grande smart city nel deserto dell’Arabia Saudita, ma non solo. Neom, questo il nome del mega progetto voluto dal principe saudita Mohammad bin Salman Al Sa’ud, dovrebbe nel tempo dar vita ad una vera e propria smart region, con diversi poli urbani, turistici, industriali, ricreativi e commerciali sparsi nella provincia di Tabuk, nel nord-ovest del Paese.

La smart region di Neom – immagine di TUBS – CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16722198

Si è molto fantasticato su questa città di nuova concezione, a volte chiamata “città fantasma” o “città di sabbia”, ma negli ultimi giorni sono iniziate a girare le immagini dello stato dell’arte dei lavori in corso, aggiornato a gennaio 2023.

Ci sono testimonianze video sull’andamento della costruzione della smart city The Line, del centro industriale Oxagon, del centro turistico montano di Trojena e della smart island Sindalah.

Proprio l’isola tutta green & technologies potrebbe aprire le porte ai primi viaggiatori e turisti già durante i primi mesi del 2024, secondo quanto riportato da smartcitiesworld.net.

Realizzato il 20% delle infrastrutture

“Se vogliamo affrontare e superare le sfide di domani, dobbiamo iniziare da oggi, non importa quanto difficili possano sembrare“, ha affermato il CEO di Neom Project, Nadhmi Al-Nasr. “In Neom stiamo affrontando alcune delle sfide più urgenti che l’umanità deve vincere, riunendo la comunità delle menti più brillanti – ha spiegato Al-Nasr – impegnate a reinventare un futuro sostenibile a partire da ora e per i prossimi 20-30 anni. Stiamo ridefinendo il futuro adesso”.

Posso dire che è stato portato a termine o è in fase di completamento il 20% circa dell’infrastruttura del progetto Neom e il lavoro continuerà spedito nel 2023“, ha dichiarato il CEO a margine del World Economic Forum di Davos in corso in questi giorni. “La cosa più importante è poter espandere l’infrastruttura in tutte le aree in cui siamo pronti per iniziare a costruire“, ha aggiunto Al-Nasr.

Rendering del progetto The Line

A fine 2022 il progetto Neom ha illustrato i primi cantieri per la città allungata, The Line, che dovrebbe svilupparsi in linea orizzontale per 170 km circa. Una città avveniristica dove ci si potrà spostare solo a piedi o con mezzi elettrici.

Spazio anche alla quarta dimensione della mobilità, con i droni per il trasporto pubblico di passeggeri e per la consegna delle merci. Grazie ad una joint venture tra Neom e Volocopter, dovrebbero arrivare nella smart city 10 Volocity e 5 Volodrone per l’avvio della urban air mobility di linea.

La futura città stato di Neom, in tutte le sue parti, si estenderà per 26.500 km quadrati, per un costo finale stimato al momento attorno ai 500 miliardi di dollari.

Neom tra Olimpiadi invernali del 2029 e diritti umani non rispettati di oggi

Dovrebbe essere completata entro il 2025, ma sicuramente la data sarà posticipata, anche se rimane in piedi l’obiettivo di ospitare qui i Giochi invernali del 2029, nella località turistica di montagna Trojena che è ancora in fase di progettazione/realizzazione.

Trojena si trova sulla catena montuosa più alta dell’Arabia Saudita, a circa 50 chilometri dalla costa del Golfo di Aqaba, con altitudini comprese tra 1.500 e 2.600 metri. Il sito è più fresco rispetto al resto del territorio di Neom, ma le nevicate non sono frequenti e per questo la neve sarà perlopiù artificiale (come sta accadendo purtroppo anche sulle nostre Alpi, mentre gli Appennini spesso non vedono più neve ormai).

Un progetto colossale, faraonico si diceva un tempo, che non solo vede impegnate ingenti risorse finanziarie, ma che allo stesso tempo pone un duplice problema, uno di ordine ambientale (non è immaginabile un impatto zero con un progetto di queste dimensioni) e uno sociale (chi ha monitorato il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori?).

In Arabia Saudita non bisogna dimenticare che non esistono istituzioni democratiche e che il mondo del lavoro è ancora fortemente influenzato dal sistema della Kafala, una specie di schiavitù salariata e legalizzata, senza dimenticare che per realizzare la città Stato Neom saranno trasferiti a forza più di 20 mila abitanti di quei luoghi remoti, appartenenti alla popolazione Huwaitat. Chi si oppone finisce in carcere o condannato alla pena capitale.