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Nel 2021 addio al contatto fisico, gli eventi saranno virtuali

Maratone virtuali. Lezioni virtuali. Incontri di lavoro virtuali. Se qualcuno si risvegliasse da un sonno profondo durato vent’anni, e non sapesse nulla della pandemia, non potrebbe che concludere così: il mondo ha fatto passi da gigante per rendere il contatto fisico sempre più un ricordo del passato.

Il 2021 l’anno degli eventi virtuali

In realtà, come sempre quando si fa di necessità virtù, la transizione nel giro di pochi mesi dal reale al virtuale, causa coronavirus, non è stata tutte rose e fiori.

Si è parlato più volte del digital divide che ancora condanna alcune zone d’Italia a non avere l’accesso alla fibra ottica, l’unica tecnologica in grado di assicurare performance ottimali quando si è costretti a utilizzare microfono e webcam (per chi invece è raggiunto dal servizio, il canone mensile ora è ai minimi: su SOStariffe.it si possono trovare tutte le offerte per l’autunno). Inoltre, per il meccanismo grazie al quale pensavamo di avere un PC in grado di resistere a dieci anni di aggiornamenti e novità tecnologiche e dopo tre mesi siamo lì a chiederci perché c’impieghi un quarto d’ora ad avviarsi, l’acquisto di nuovo hardware costringe ad affrontare spese in un momento in cui tutti, o quasi tutti, hanno una minore disponibilità economica.

E poi naturalmente c’è l’abitudine, che ha bisogno di tempo per diventare un automatismo e non un foglietto con su scarabocchiata una serie di istruzioni: accendere la webcam, selezionare il microfono della webcam e non quello del computer, ricordarsi le credenziali per Teams, Meet o Zoom. In ogni caso, mentre i dati sulla seconda ondata della pandemia si fanno giorno dopo giorno più preoccupanti e le notizie sul vaccino sono una costante doccia fredda sulle aspettative di tutti, i più l’hanno già capito: anche per il prossimo anno gran parte della nostra vita avverrà tra le mura di casa, in smart-working o smart-learning, e anche senza lo spauracchio di nuovi lockdown quasi nessuno uscirà con la stessa spensieratezza di un anno fa.

OnZoom: vendere biglietti per i propri eventi

Bisognerà ancora aspettare per i grandi concerti, per le convention dove si stava allegramente tutti ammassati, per gli eventi più-si-è-meglio-si-sta, dalle inaugurazioni delle discoteche ai veglioni di Capodanno. Siccome i passati mesi hanno messo in ginocchio diversi settori produttivi di tutto il mondo, dalla ristorazione agli spettacoli, quel che si può trasferire sul monitor di un computer ci finirà tra breve: ecco perché Zoom ha appena svelato i dettagli della prima beta pubblica di OnZoom, una nuova piattaforma di eventi che permetterà gli utenti del programma di videoconferenze (quelli paganti, quelli che non sono costretti a creare una nuova riunione ogni quaranta minuti) di organizzare eventi virtuali e guadagnarci con veri e propri biglietti, da una lezione di cucina – posto che ci sia ancora del lievito nei supermercati – a un concerto, dal corso di yoga alla stand-up comedy.

Sarà possibile creare e vendere i biglietti attraverso OnZoom per eventi da 100 a 1000 partecipanti, a seconda della licenza. E se è molto ottimista pensare che ogni chef a cui hanno imposto il coprifuoco per il ristorante riuscirà a trasformarsi in un insegnate di cucina a distanza, c’è la speranza che tanti possano trovare un nuovo pubblico (anche internazionale) e inventarsi un nuovo mestiere.

Verso le interazioni ibride

Già, perché la domanda è sempre la stessa: e dopo? Se l’anno prossimo saremo finalmente fuori dalla pandemia, che cosa sarà rimasto? L’ottimismo da “ne usciremo migliori” (augurio che nessuno osa proferire più, a differenza di qualche mese fa, quando si pensava che avremmo affrontato giusto qualche giorno di sacrifici) è stato sostituito dal realismo di “ne usciremo diversi”: ma per quanto il panorama trabocchi di liste del tipo “le cose che non faremo mai più” è ancora impossibile dire come cambieremo.

Se qualche anno fa la paura recondita era di finire coinvolti in un atto di terrorismo da qualche parte, a un concerto o in metropolitana, ora l’angoscia sarà per anni quella di leggere una notizia su un focolaio nato in qualche wet-market, o da qualsiasi altra parte.

Quindi, al di là delle chiusure e dei mutamenti brutali del panorama produttivo dovuti alla crisi economica, è lecito aspettarsi che chi può farlo continui a investire nel virtuale e nella possibilità di far diventare a distanza ciò che non immaginavamo fosse possibile fare altrimenti che l’uno davanti all’altro. Una cosa è certa: “online, ma anche di persona” è la frase più ripetuta dagli operatori del settore, visto che il desiderio di incontro fisico dopo questo terribile 2020 è più vivo che mai. Si cerca una soluzione ibrida, non qualcosa che rappresenti la fine dell’interazione senza uno schermo tra i partecipanti.

Maratone e matrimoni

Perfino lo sport si è virtualizzato: a qualche mese dai dibattiti sull’opportunità o meno di uscire a fare jogging durante il lockdown, l’attività fisica “in assenza” è diventata quasi lo standard. Per il terzo anno consecutivo sarà possibile partecipare virtualmente alla Maratona di New York, ma è chiaro che ciò che negli anni scorsi era un simpatico modo per cimentarsi in uno dei percorsi più famosi del mondo senza spendere parecchio denaro per i biglietti d’aereo, oggi è l’unica alternativa, visto che nessuno potrà presentarsi a Staten Island per misurarsi con gli altri corridori. Dal 17 ottobre al 1° novembre ci si potrà iscrivere, avvalendosi di una serie di app per rendere più verosimile l’esperienza (compresi gli incitamenti e gli applausi degli spettatori, un effetto sonoro che gli appassionati di calcio rimpiangono molto).

Il 17 e il 18 ottobre invece avrà luogo “Italy Wedding Virtual Event”, il primo salone nazionale interattivo italiano di realtà virtuale immersiva dedicato al matrimonio, dove i futuri sposi potranno scegliere abiti e vestiti, bomboniere, allestimenti attraverso un avatar che esplorerà i vari stand in 3D. Sempre in attesa che il coronavirus diventi soltanto un (brutto) ricordo e si possa tornare anche a festeggiare le nozze in sicurezza senza il timore di diventare un veicolo di contagio, perché per certe cose lo schermo del PC o dello smartphone non potrà mai essere un sostituto accettabile.

Fonti:

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