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Microelettronica, l’attesa è finita. A giorni la strategia del governo

Occhi puntati sugli impegni del governo nel settore dell’ICT. Pare, infatti, che l’esecutivo di Renzi da un lato acceleri sulla banda ultra larga ma dall’altro tralasci uno dei comparti più importanti dell’economia digitale, quello appunto dell’information technology.

E così, mentre si infiamma il confronto sul taglio del 50% della spesa informatica nella PA, previsto dalla Legge di Stabilità, oggi alla Camera il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha risposto a un’interpellanza urgente del Pd, illustrata dall’onorevole Tommaso Curro, sugli impegni a favore dell’ICT e in particolare della microelettronica.

La domanda riguardava più precisamente la data di presentazione del documento strategico di settore atteso da un anno.

Sotto la lente il futuro della StMicroelctronics che a Catania ha aperto la cassa integrazione.

Giacomelli ha assicurato che il MiSE presenterà nei prossimi giorni il documento atteso per il rilancio della microelettronica.

Il testo, frutto del tavolo di lavoro del settembre 2014, verrà illustrato “alle rappresentanze settoriali e alle organizzazioni sindacali, tra pochi giorni, nel prossimo incontro previsto per il mese di novembre”. Il documento strategico, ha spiegato il Sottosegretario, si basa sulle “azioni positive attivabili per lo sviluppo del comparto nel medio e lungo termine” delineate da un piano di settore messo a punto dal Ministero. “Il Paese – ha assicurato Giacomelli – può invertire la tendenza alla deindustrializzazione e rimanere al passo dei principali concorrenti internazionali”.

A partire dal 2013 sono stati convocati quattro tavoli tecnici presso il MiSE, per discutere circa le problematiche del settore della microelettronica, la cui produzione si sta spostando sempre più verso l’asse del Pacifico.

Si stima che per il 2017 la crescita dell’ICT sarà di 4 mila miliardi di dollari e solo per la microelettronica di 375 miliardi. Uno sviluppo che secondo Curro potrebbe interessare soprattutto l’Italia, specie le PMI del nord ma anche del sud dove esistono dei poli di eccellenza.

Per Curro, sin dal primo incontro dei tavoli tecnici è risultato evidente che il mercato della microelettronica in Italia risultasse marginale rispetto al resto dell’Europa a causa del valore di tale settore, il cui valore ammonta circa ad 1 miliardo di euro rispetto ai 38 miliardi di euro di quello europeo e i 230 miliardi di euro di quello globale.

Ma il deputato evidenzia che all’incontro è anche emerso che in Italia vi sono realtà industriali che competono ad alto livello sul mercato mondiale: STM primo in Europa e settimo nel mondo e Micron, con 3.000 addetti.

Lo scorso anno, continua il deputato del Pd, si è convenuto sulla necessità di un piano strategico per lo sviluppo del settore microelettronico in Italia, al fine di rilanciare la competitività sul mercato globale delle imprese presenti sul territorio nel settore dei componenti elettronici.

Il documento strategico per la microelettronica doveva essere definito entro il 2014, ma ancora non è stato comunicato nulla e, nonostante l’impegno dimostrato dal governo nell’ultimo tavolo tenutosi nel settembre 2014, non si sa a che punto siano i lavori.

Sul mercato della microelettronica l’Italia risulta il fanalino di coda dei Paesi dell’Ocse con una spesa di poco superiore all’1%.

Da qui la necessità che l’Italia riprenda il cammino per rispondere alle nuove sfide occupazionali specie per il settore automotive che è in forte espansione, ma anche dell’Internet of Things.

Cirro in particolare ha chiesto a Giacomelli che il governo si impegni più direttamente sulle regioni “per raccordare i diversi livelli istituzionali” e tutelare i ‘gioielli’ che l’Italia possiede nel settore della microelettronica.

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