Meta, la casa madre di Facebook, Instagram e Whatsapp, ha reso noto di sostenere le proposte per una maggiore età digitale comune in tutti gli Stati membri della Ue.
Francia, Spagna e Grecia hanno recentemente proposto l’idea di una “maggiore età digitale” a 16 anni, sotto la quale sarebbe vietato per i ragazzini connettersi alle piattaforme social.
Innalzamento dell’età per i social con ok genitori, Capitanio (Agcom): ‘Bene iniziativa di Meta‘
“L’annuncio fatto questa mattina da Meta va nella giusta direzione di coniugare diritti e doveri. La proposta di innalzare, a livello europeo, l’età digitale per poter scaricare determinate applicazioni senza il consenso della famiglia è una priorità auspicata da una larga parte del Paese. Ed è importante, come in questo caso, il coinvolgimento attivo dei genitori nell’accesso degli adolescenti ai servizi digitali. Nei fatti si consentirebbe il download di certe applicazioni ai minorenni, ma solo con l’ok della famiglia, e comunque mai sotto i 13 anni.
Capitanio: Non si può delegare soltanto alle scuole
Tutela dei minori ed educazione digitale non possono essere delegate solo alle scuole, alle istituzioni e alle piattaforme. La Costituzione, fin dall’articolo 2, allinea diritti e doveri: tra questi, il dovere dei genitori di prendersi cura dei propri figli anche nel loro sviluppo digitale.
Agcom mette a disposizione delle famiglie molti strumenti: parental control, age verification, regolamento influencer, patentino digitale in accordo con il Mim, sistema di segnalazione e rimozione di contenuti web nocivi. Per usarli, però, serve almeno conoscerli. Restano ferme, naturalmente, le azioni stabilite da Europa, Parlamento e Agcom per i sistemi di verifica della maggiore età per i contenuti potenzialmente dannosi, a partire da quelli pornografici, in linea con l’articolo 28 del Dsa e con il Decreto Caivano”. Così Massimiliano Capitanio, Commissario Agcom, in relazione all’annuncio fatto questa mattina da Meta per l’introduzione della “maggiore età digitale”, un sistema che prevede l’assenso dei genitori per il download di molte applicazioni da parte di minori
I piani di Meta
Secondo i piani, ci sarebbe quindi un’età digitale che indica l’età adulta a livello Ue, sotto la quale i minori dovrebbero avere il consenso dei genitori per loggarsi ai social. Questi paesi stanno inoltre proponendo l’integrazione della age verification e del parental control per tutti i dispositivi connessi in rete.
Meta ha dichiarato che avrebbe sostenuto le proposte che obbligano i genitori ad approvare l’accesso dei propri figli adolescenti ai servizi digitali.
“Riteniamo che questa possa essere una soluzione efficace alla sfida che affligge l’intero settore: garantire agli adolescenti esperienze online sicure e adatte alla loro età”, ha detto Meta in un post in redazione.
L’azienda ha aggiunto che qualsiasi nuova disposizione dovrebbe applicarsi ampiamente a tutti i servizi digitali utilizzati dagli adolescenti, non solo alle piattaforme di social media, ma anche a giochi, streaming, messaggistica e navigazione.
Meta ha anche ribadito la sua richiesta di meccanismi di verifica dell’età a livello di app store o sistema operativo.
“Penso che sia molto più sensato che ciò avvenga a livello di ecosistema, app store e sistema operativo”, ha dichiarato Tara Hopkins, Global Director of Public Policy di Instagram.
“Un segnale può quindi essere condiviso tra più app e la decisione se scaricare o meno l’app viene presa a livello di app store”, ha concluso Hopkins. Meta ha affermato che il suo sostegno a un’età digitale maggiore a livello europeo non è un’approvazione dei divieti imposti dal governo sui social media, che, secondo l’azienda, “tolgono l’autorità genitoriale e si concentrano esclusivamente su un tipo di servizio online”.
Innalzamento dell’età per i social con ok genitori, Capitanio (Agcom): ‘Bene iniziativa di Meta’
“L’annuncio fatto questa mattina da Meta va nella giusta direzione di coniugare diritti e doveri. La proposta di innalzare, a livello europeo, l’età digitale per poter scaricare determinate applicazioni senza il consenso della famiglia è una priorità auspicata da una larga parte del Paese. Ed è importante, come in questo caso, il coinvolgimento attivo dei genitori nell’accesso degli adolescenti ai servizi digitali. Nei fatti si consentirebbe il download di certe applicazioni ai minorenni, ma solo con l’ok della famiglia, e comunque mai sotto i 13 anni.
Tutela dei minori ed educazione digitale non possono essere delegate solo alle scuole, alle istituzioni e alle piattaforme. La Costituzione, fin dall’articolo 2, allinea diritti e doveri: tra questi, il dovere dei genitori di prendersi cura dei propri figli anche nel loro sviluppo digitale.
Agcom mette a disposizione delle famiglie molti strumenti: parental control, age verification, regolamento influencer, patentino digitale in accordo con il Mim, sistema di segnalazione e rimozione di contenuti web nocivi. Per usarli, però, serve almeno conoscerli. Restano ferme, naturalmente, le azioni stabilite da Europa, Parlamento e Agcom per i sistemi di verifica della maggiore età per i contenuti potenzialmente dannosi, a partire da quelli pornografici, in linea con l’articolo 28 del Dsa e con il Decreto Caivano”.
Così Massimiliano Capitanio, Commissario Agcom, in relazione all’annuncio fatto questa mattina da Meta per l’introduzione della “maggiore età digitale”, un sistema che prevede l’assenso dei genitori per il download di molte applicazioni da parte di minori.