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MePA e gli altri mercati elettronici. A che punto siamo?

di Riccardo Vecchiarelli, Porzio & Partners |

Le principali piattaforme di Mercato Elettronico che oggi risultano attive sono: Intercent-ER (Emilia Romagna), Centrale Acquisti Territoriale (Sardegna), Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, INVA (Valle d’Aosta), Comune di Firenze, Università degli Studi della Basilicata.

#MePA, è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e Porzio & Partners.

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A due anni e mezzo di distanza dall’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzo del Mercato Elettronico per tutte le Pubbliche Amministrazioni, la piattaforma Consip, seppur a rilento, è diventata compagna assidua dei funzionari dedicati agli acquisti pubblici. Fra alti e bassi, pregi e difetti, stanno progressivamente cadendo le resistenze al suo utilizzo e, anche grazie all’incremento costante delle merceologie disponibili, i valori in gioco aumentano sempre più. Secondo i dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners, infatti, il fatturato dell’ultimo anno sul MePA sfiora il miliardo e mezzo di Euro e le proiezioni per i prossimi dodici mesi superano ampiamente i due miliardi di Euro. Un valore enorme, e non solo economico, se si pensa che è quasi tutto fatturato destinato a piccole e micro Imprese.

La nuova frontiera è oggi rappresentata dai cosiddetti altri mercati elettronici. Proprio così, perché la stessa legge che obbliga gli Enti ad usare il Mercato Elettronico non conferisce l’esclusiva al MePA Consip, ma apre ad analoghi strumenti progettati e regolamentati nel rispetto di quanto indicato nell’art. 328 del D.P.R. 207/2010. L’art. 1, comma 450 della Legge 296/2006, modificato poi dall’art. 7 D.L. 52/2012 e dalla L. 228/2012, recita infatti “… le altre amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 del D.Lgs. 165/2001, per gli acquisti di beni e servizi di importo inferiore alla soglia di rilievo comunitario sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della Pubblica Amministrazione ovvero ad altri mercati elettronici istituiti ai sensi dell’articolo 328 del D.P.R. 207/2010 ovvero al sistema telematico messo a disposizione dalla centrale regionale di riferimento per lo svolgimento delle relative procedure”.

Se utilizzare i “sistemi telematici messi a disposizione dalla centrale regionale di riferimento” costituisce una legittima alternativa al MePA, è altrettanto vero che rappresenta una soluzione limitata in quanto tali sistemi, a differenza di un Mercato Elettronico, non dispongono di un catalogo elettronico di beni/servizi e quindi possono essere utilizzati esclusivamente per indire gare di valore inferiore alla soglia di rilievo comunitario. Ergo, lo strumento è meno efficiente per acquisti di importo modesto o ricorrenti per i quali è preferibile adottare un acquisto concorrenziale da catalogo. E questo vale anche per il MePA il cui catalogo potrebbe essere utilizzato maggiormente. L’Osservatorio MePA di Porzio & Partners ci mostra infatti che poco meno del 70% delle Richieste di Offerta lanciate sul MePA nel mese di Gennaio 2015 hanno base d’asta inferiore a € 5.000.

Mepa

Il ricorso ad “altri mercati elettronici istituiti ai sensi dell’articolo 328 del D.P.R. 207/2010” garantisce invece le medesime funzionalità di acquisto messe a disposizione dal MePA Consip e, potenzialmente, può consentire una maggiore semplicità e interazione con le Imprese del territorio. L’Osservatorio MePA, nell’ambito della periodica analisi dei Mercati Elettronici alternativi e alle loro funzionalità, mostra un territorio ancora in fase di sviluppo.

Le principali piattaforme di Mercato Elettronico che oggi risultano attive sono: Intercent-ER (Emilia Romagna), Centrale Acquisti Territoriale (Sardegna), Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, INVA (Valle d’Aosta), Comune di Firenze, Università degli Studi della Basilicata. Meno della metà di questi offre anche la funzionalità di Ordine Diretto e dispongono pertanto di un Catalogo Elettronico contenente delle offerte irrevocabili di vendita, in aggiunta alla sempre presente funzionalità di Richiesta di Offerta. Indubbiamente la creazione e la manutenzione di un catalogo elettronico costituisce un onere economico e gestionale per il gestore della piattaforma ma, se ben fatto, rappresenta uno strumento in grado di supportare gli Enti Pubblici nell’espletamento di affidamenti rapidi, efficienti e competitivi.

Qualcosa dunque si sta muovendo nel panorama degli “altri Mercati Elettronici”, ma siamo sicuri che questo sia solo l’inizio.