Il discorso

Meloni: “Italia paradiso delle rinnovabili”. Sul tavolo del Governo il difficile dossier energia

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Caro bollette e sicurezza energetica (con le fonti rinnovabili o con il gas?), il Governo Meloni parte da qui per affrontare le tante sfide poste al nostro Paese dalle tensioni sui mercati internazionali, dal conflitto in Ucraina, dalla crisi economica in cui stiamo lentamente scivolando. Oggi il discorso programmatico del Governo in Parlamento.

Il discorso programmatico di Giorgia Meloni

L’Italia, in particolare il Mezzogiorno, “è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi”, così il nuovo Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha voluto affrontare il difficile e scottante tema dell’energia, forse il primo in ordine di importanza, che aspetta alla prova dei fatti il nuovo Governo.

Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili”, ha aggiunto Meloni nell’illustrare le dichiarazioni programmatiche del Governo alla Camera dei Deputati, precisando che “con un po’ di coraggio e di spirito pratico, l’Italia ce la farà ad uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima”.

Cingolani advisor all’anergia

Parole che sembrano in perfetta continuità con l’ormai ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, oggi “consulente” o advisor all’energia del nuovo esecutivo.

Occorre terminare il lavoro sul price cap e sul rigassificatore. Sarò consigliere di Meloni in materia energetica. C’è da finire tutto il lavoro sul tetto al prezzo del gas – ha spiegato Cingolani all’Adnkronos sabato scorso, 22 ottobre, in occasione della cerimonia della campanella al Quirinale – che è stato sì approvato, ma ora bisogna lavorare su termini e condizioni. Resterò a lavoro, ma non retribuito, per superare l’inverno vista l’emergenza che ci troviamo a fronteggiare e mettere in sicurezza questo periodo”.

Energia dossier scottante sul tavolo del Governo

In realtà non il solo, perché sul grande tavolo dei tanti dossier aperti (e scottanti) di questo Paese ci sono ancora altri punti aperti su cui lavorare assiduamente, in Europa, come il tetto al prezzo del gas o price cap, il nuovo mercato virtuale del gas alternativo o forse complementare al TTF, il modello più equo e condiviso di finanziamento della risposta comunitaria alla crisi energetica e la riforma del mercato dell’energia elettrica in cui si propone da più parti il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello della luce.

C’è da delineare un percorso concreto e trasparente su cui lavorare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che questo Paese si è dato entro il 2030 ed il 2050, in cui le rinnovabili giocano un ruolo fondamentale.

Giacimenti di gas, certezza o miraggio?

Oggi la nostra priorità deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale. Perché voglio credere che dal dramma della crisi energetica possa emergere, per paradosso, anche un’occasione per l’Italia. I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno“, ha ricordato la Presidente del Consiglio.

Su questo punto si è parlato molto negli ultimi due anni. C’è chi dice abbiamo ancora giacimenti da sfruttare a fondo, c’è chi parla di pozzi pronti da aprire, chi di tesoretti inesplorati in pieno mare. Stando ai dati del ministero della Transizione ecologica, il sottosuolo italiano potrebbe contare su circa 70 miliardi di metri cubi (annualmente ne consumiamo circa 75 miliardi).

Questa è la cifra più o meno relativa ai quantitativi “certi”, frutto della somma attualmente possibile tra riserve certe e probabili (recupero fattibile oltre il 50%), poi ci sono quelle possibili (recupero fattibile minore del 50%).

Visione e strategia

Il problema forse è nella visione d’insieme. Questo Governo ne ha una precisa? C’è una strategia a lungo termine su cui lavorare? Certo, il tema della scelta del mix energetico di cui il Paese si vuole dotare è a dir poco strategico e merita una giusta riflessione, ma sicuramente ne sapremo di più nei prossimi giorni, o forse fin da subito, perché i dossier pesanti sono già sul tavolo.

Uno su tutti, il caro bollette e l’autonomia/sicurezza energetica. Meloni ha subito dichiarato che il Paese dovrà “rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese“, proprio su bollette e carburanti, un “sostegno imponente per creare un argine al caro energia, che ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti in programma”.

Le risorse (ci sono?)

Sul fronte caro energia l’esecutivo rischia di dover trovare subito risorse per 20 miliardi di euro per mettere in sicurezza il primo trimestre dell’anno nuovo ormai alle porte, che andrà ad impattare direttamente sulla legge di Bilancio da approvare entro il 31 dicembre.

Passaggio intermedio, però, sarò il decreto Aiuti Ter (il cui testo approderà alla Camera con ogni probabilità entro il 7 novembre prossimo) e la Nota di variazione del DEF o Nadef.

La strada per ridurre debito non è la cieca austerità o avventurismi creativi. L’unica strada è la crescita strutturale. Per questo siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza logiche predatorie”, ha detto Meloni.

Siamo nel pieno di una tempesta – ha concluso la Premier – con un’imbarcazione che ha subito diversi danni e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata”.