Mediaset e Vivendi tornano nuovamente sotto i riflettori. Proseguono, infatti, i contatti tra le due aziende per quanto riguarda il futuro di Premium, la pay tv del Biscione.
Stando alle ultime indiscrezioni, i colloqui non riguardano più una possibile presa di controllo dei francesi. Adesso si discute di una joint-venture.
Vivendi prosegue quindi con il proprio piano strategico. In Italia gli occhi restano puntati su Telecom di cui la media company è il maggior azionista con una quota del 23,8%.
Il tutto mentre continuano ad alimentarsi le voci, seppur smentite dal management italiano, di un possibile cambio ai vertici dell’operatore tlc.
Rumors non del tutto prive di fondamento e che risponderebbero al modus operandi del presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, che in tutte le sue controllate tende ad accerchiarsi di manager vicini alla sua linea strategica. Lo ha già fatto nella pay tv francese Canal+ e nulla esclude che non lo faccia anche in Telecom Italia.
Tutto questo ridisegnerebbe gli equilibri del gruppo d’oltralpe nel nostro Paese e avrebbe inevitabili ripercussioni anche sulle presunte trattative con Mediaset.
Nei giorni scorsi Vivendi aveva detto senza mezzi termini d’essere ‘troppo occupata’ con altri progetti per avviare negoziati con Mediaset, mettendo così a tacere le indiscrezioni che avevano fatto volare in Borsa il titolo del Biscione.
Premium, però, continua a restare un boccone appetibile per i francesi, forte di oltre 2 milioni di abbonati e di un piano industriale che la vede in attivo nel 2017.
A quanto riferiscono fonti finanziarie adesso le due aziende starebbero valutando appunto una jointventure, che preveda clausole bilaterali di disimpegno o rilancio, anche se non è stato definito un termine preciso per la conclusione dei loro contatti.
Il nostro Paese rappresenta un importante avamposto per Vivendi che punta a diventare la prima media company del sud d’Europa. Vivendi si trova davanti un competitor molto forte come Sky Europe. Per questa ragione, secondo gli analisti, un accordo con Premium sarebbe molto interessante e avrebbe senso strategico.
La figura chiave di questi possibili negoziati potrebbe essere il finanziare franco-tunisino Tarak Ben Ammar che siede nel Consiglio di sorveglianza di Vivendi, oltre ad essere amico della famiglia Berlusconi e grande conoscitore del mercato audiovisivo dell’Italia e del Nord Africa dove il gruppo francese ha forti interessi.
L’operazione su Premium sarebbe anche complementare al rilancio di Canal+ in Francia. Costruire un player europeo nella pay tv permetterebbe al gruppo di ampliare la base abbonati e ammortizzare meglio i costi dei propri contenuti premium.
In un comunicato pubblicato il 18 febbraio in occasione della presentazione del bilancio annuale, Vivendi non ha celato il proprio desiderio “di investire nel sud d’Europa, mercato con cultura e radici latine come le proprie”.
Mediaset, dalla sua, non ha mai detto di voler vendere Premium ma sarebbe aperta all’ingresso di nuovi partner, anche stranieri, specie dopo aver pesantemente investito (700 milioni di euro, ndr) per acquistare i diritti televisivi della Champions League.
Il gruppo sarebbe quindi più propenso a stringere accordi di ampio respiro con possibilità di allargamenti paneuropei.