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Mediaset: semestre in rosso, pronti a dialogo con Vivendi

Mediaset chiude il primo semestre in rosso, a causa del calo del mercato pubblicitario e del Covid-19, ma nel contempo apre apertamente al dialogo con Vivendi, dopo la pronuncia della Corte di Giustizia Ue che ribalta il congelamento del 19,9% in mano al gruppo francese.

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Primo semestre in rosso

Mediaset chiude il primo semestre in rosso con una perdita di 18,9 milioni, a causa del forte rallentamento della raccolta pubblicitaria impattata dall’emergenza coronavirus. Conferma che il consolidamento europeo, nonostante lo stop al progetto MFE, resta l’unica strategia industriale valida per i broadcaster e apre ufficialmente a un confronto con il socio francese per trovare una soluzione che metta fine alla lunga disputa legale, alla luce della sentenza della Corte di Gistuzua Ue, che di fatto fa rientrare Vivendi in possesso dell’intera quota del 29,9% nel Biscione.

I conti tengono

Mediaset ha chiuso il primo semestre con una perdita netta di 18,9 milioni rispetto all’utile di 102,7 milioni dello stesso periodo del 2019. I ricavi del gruppo sono scesi a 1,16 miliardi (-21%), quelli pubblicitari sono diminuiti del 24,5%. In Italia, però, da luglio i ricavi pubblicitari sono tornati in positivo e i mesi luglio-agosto ha mostrato una crescita complessiva del 10%. L’impatto del lockdown è stato attenuato dalle azioni di contenimento dei costi, scesi complessivamente del 12,1%. L’ebit di gruppo è risultato positivo per 31,7 milioni e il free cash flow è cresciuto a 212,1 milioni. Se non ci saranno ulteriori lockdown, i risultati nel secondo semestre dovrebbero gradualmente migliorare rispetto ai primi sei mesi, ha assicurato Mediaset.

Marco Giordani ‘Pronti a discutere con Vivendi’

Su Vivendi, ha detto il cfo di Mediaset Marco Giordani nel corso della conference call con gli analisti, “ho letto tante speculazioni e indiscrezioni e non voglio entrarci, al momento posso dire che noi abbiamo sempre lavorato e lavoriamo nel rispetto e nel miglior interesse di tutti gli azionisti del gruppo” e, in quest’ottica, “possiamo trovare una soluzione”. “Se ci sono progetti, idee che creano valore per tutti i soci eravamo e siamo disponibili per discuterne”, ha aggiunto.

Dopo la sentenza, che ha bocciato la legge Gasparri che impediva l’incrocio tra Mediaset e Tim da parte di Vivendi, si aprono nuovi scenari anche per il Biscione, che si è già detto disponibile a valutare l’opportunità di prendere parte al progetto della società della rete unica. Una posizione che ha fatto volare il titolo, che ha guadagnato il 20% in tre giorni.

Giordani ‘Rete unica sia neutrale e indipendente’

“Lavoravamo con uno scenario che metteva dei limiti ai nostri investimenti in Italia, con il divieto a investire non solo in Telecom ma anche altre in società – ha sottolineato Giordani – ora abbiamo appreso che non sarà più così e questa è una nuova informazione che useremo nel nostro progetto di sviluppo”. Per Mediaset, comunque, è “cruciale” che la futura rete unica sia “neutrale, indipendente ed efficiente, in termini di costi” ma una valutazione per un eventuale investimento verrà fatta, ha chiarito Giordani, quando la situazione e il quadro regolatorio saranno “più chiari”.

Consolidamento broadcaster inevitabile

“Chiaramente non voglio entrare nelle speculazioni. Possiamo confermare che non vediamo ogni altra strategia industriale che il consolidamento europeo per i broadcaster”.

E’ quanto ha Marco Giordani, Cfo di Mediaset, nel corso della conference call di commento ai conti del semestre.

Giordani, MFE mantiene valore strategico

Marco Giordani, Cfo di Mediaset, intervistato da Class Cnbc  rispondendo ad una domanda sul fatto che il progetto MfE mantenga ancora o meno un valore strategico per il gruppo. “In nessun tribunale è emerso che” il progetto “non avesse valore industriale”, ha spiegato ancora Giordani, sottolineando che “è chiaro che se si presentassero altre opportunità che creano valore per tutti gli azionisti saremo i primi a perseguirli“.

“Il nostro pieno interesse è che tutti gli operatori siano trattati in maniera neutrale e abbiano costi concorrenziali. In questa ottica se ci fossero occasioni per investire, non per un investimento strategico, ma che ci consenta di garantire quello che ho detto, saremo disponibili a valutare”. 

Agcom, su Vivendi gira la palla all’Avvocatura

Sempre oggi il Consiglio Agcom che si è pronunciato sul provvedimento con cui aveva obbligato Vivendi a conferire il 19,9% di Mediaset in un trust (Simon Fiduciaria) consentendole di conservare il restante 9,9%. Il Consiglio ha rimandato la decisione all’Avvocatura dello Stato, lasciando ancora in stand by la conclusione della vicenda.

Al momento in Agcom non c’è un orientamento prevalente. Due sono le strade principali, a livello giuridico, che saranno proposte dagli uffici tecnici: la sterilizzazione della decisione pregressa, in attesa che si pronunci il Tar (l’udienza è fissata per il 16 dicembre) e l’annullamento della delibera. Le due scelte hanno la stessa conseguenza pratica: rimettere tutte quote nella disponibilità di Vivendi (il 28,8% di Mediaset e il 29,9% dei diritti di voto). Ma con un diverso peso giuridico.

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