dopo cambridge analytica

L’Ue vuole vietare ai partiti di utilizzare i dati degli utenti per propaganda politica

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La Commissione europea vorrebbe multare i partiti che utilizzano la raccolta di informazioni personali in maniera non corretta per fini propagandistici, in modo da prevenire nuovi scandali prima delle prossime elezioni europee di maggio.

La Commissione Europea è al lavoro su un’altra legge rivolta alla regolamentazione delle società tecnologiche. Dopo la notizia diffusa nei giorni scorsi sulle nuove multe da imporre alle piattaforme social tra cui Facebook, YouTube e Twitter per la loro inefficienza sulla rimozione tempestiva di contenuti che inneggiano al terrorismo, il Financial Times ne rileva un’altra.

L’Unione Europea potrebbe decidere di multare i partiti che utilizzano la raccolta di informazioni personali, in maniera non corretta, per fini propagandistici in modo da prevenire nuovi scandali e manipolazioni prima delle prossime elezioni europee di maggio, legate anche al ruolo di gruppi anti-europeisti o filo-russi​​.

Secondo quanto riporta il FT, la bozza di legge intende punire con multe fino al 5% del proprio budget annuo (non è escluso che la versione definitiva possa cambiare sensibilmente) i gruppi politici europei che non utilizzano il targeting dei cittadini in modo trasparente e con il dovuto consenso da parte degli elettori.

L’Unione Europea cerca quindi di non far ripetere lo scandalo Cambridge Analytica avvenuto lo scorso marzo, quando la società britannica aveva utilizzato le informazioni di 87 milioni di utenti Facebook per condizionare le opinioni politiche degli elettori, e preservare nel miglior modo possibile i dati di milioni di europei.

Una simile norma tuttavia, può trovare applicazione soltanto verso i partiti europei, dal momento che la Commissione non ha autorità sui partiti dei Paesi membri.

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