La proposta

UE in cerca della sua “Via della Seta” in Africa e America Latina per rivaleggiare con la Cina

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Entro nove mesi la Commissione europea potrebbe presentare un elenco credibile di progetti “ad alto impatto economico e ad alta visibilità internazionale” che coinvolgano l’Africa e l’America Latina. Punti di forza l’eccellenza tecnologica delle infrastrutture, la sostenibilità ambientale e il sempre efficace “soft power”.

Il “soft power” occidentale per battere la Cina

Sarà la connettività l’asso nella manica dell’Unione europea (Ue) che vuole andare alla conquista di nuovi mercati da sottrarre alla grande rivale asiatica, la Cina.

Lo farà sfruttando le sue capacità diplomatiche, le sue eccellenze tecnologiche e anche il mito del vecchio continente, che funziona sempre in termini di esercizio di “soft power”.

Secondo quanto riportato da politico.eu, gli Stati dell’Unione europea si stanno confrontando su un nuovo ambizioso piano di crescita, innovazione e sviluppo, da contrapporre al gigantesco progetto cinese della Nuova Via della Seta o Belt and Road Initiative, con cui Pechino sta ampliando la propria influenza politica ed economica su tutti i Paesi che hanno aderito al progetto che vuole unire l’Asia ai mercati europei.

Entro nove mesi la Commissione europea potrebbe presentare un elenco credibile di progetti “ad alto impatto economico e ad alta visibilità internazionale”.

Il prossimo lunedì è attesa una prima dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri europei sulla strategia da seguire, con l’implementazione di un piano efficace, un nome e un logo di forte richiamo ai principi che animano l’Unione e che siano facili da memorizzare e riconoscere.

Connettività democratica e sostenibile: il nuovo piano UE guarda ad Africa e America Latina

Quella che si vuole costruire è una via di crescita economica ed espansionismo commerciale che risulti alternativa alla Cina perché “democratica”.

Il Consiglio europeo vuole un nuovo strumento non solo per competere con l’impero cinese, ma anche per rivaleggiare con esso in diversi contesti, non puramente economici, magari a partire dal continente africano che ci sta di fronte e con l’America Latina.

Tra gli obiettivi ci potrebbe essere un piano per un’Europa connessa a livello globale, che sappia dialogare e cooperare con tutti, soprattutto verso l’Africa e i Paesi latinoamericani, che sappia parlare di sostenibilità ambientale, efficienza energetica, inclusione, eguaglianza e lotta ai cambiamenti climatici.

Le infrastrutture, quindi, diventano il focus centrale del progetto europeo di rafforzamento della sua visione globale, che secondo quanto riportato dall’articolo potrà contare su un mix di finanziamenti pubblico-privati tali da attrarre un volume adeguato di investimenti da tutto il mondo.

2.500 miliardi di investimenti per la Belt and Road Initiative

Africa che è già terreno di battaglia per assicurarsi le migliori partnership con i Governi locali tra Cina, Europa, Russia, Turchia e Stati Uniti.

Ad oggi, la Nuova Via della Seta cinese ha raccolto un totale di 2.193 progetti per un monte investimenti che dovrebbe superare i 2.500 miliardi di dollari, secondo uno studio internazionale di Refinitiv.

Un progetto che corre ormai sulle sue gambe, quello cinese, e che potrebbe piegare le ginocchia alle imprese europee e ai fondi di investimento, almeno secondo le paure dei Governi Ue, che percepiscono al momento una certa diffidenza verso questa nuova iniziativa di Bruxelles.