Regolamentazione

L’Ue pronta ad imporre nuove regole per limitare il potere di Google

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L’Unione europea, esasperata dalla sua incapacità di allentare il potere sul mercato di Google, sta elaborando una nuova strategia che mira a stabilire delle nuove regole per big G.

L’Unione europea, esasperata dalla sua incapacità di allentare il potere sul mercato di Google, sta elaborando una nuova strategia che mira a stabilire delle regole di base per la condivisione dei dati ed il funzionamento dei mercati digitali.

L’Ue contro Google

Infatti, nonostante gli oltre 8 miliardi di dollari di multe ai danni della multinazionale americana non abbiano frenato la sua espansione, le forze antitrust e i suoi rivali hanno affermato che devono fare ancora di più.

Le nuove normative dell’UE potrebbero diventare un esempio per i governi di tutto il mondo che desiderano frenare lo strapotere di Google, Apple, Amazon e Facebook.

Pertanto, mentre le autorità antitrust statunitensi stanno portando avanti un ulteriore processo contro Google, il Digital Services Act (DSA) dell’UE, potrebbe invece costringere le grandi aziende tecnologiche ad offrire ai concorrenti più piccoli, l’accesso ai dati a condizioni ragionevoli e non discriminatorie.

Questo è un buon segno di rafforzamento della leadership dell’UE che sta diventando sempre di più un modello globale” ha dichiarato il professore di legge Ioannis Kokkoris alla Queen Mary University di Londra.

Anche Apple Osservata speciale

Google non è l’unica azienda nel mirino dell’UE. Recentemente la Commissione europea lo scorso ha avviato due indagini nei confronti di Apple legata alle regole d’uso dei suoi sistemi di download di applicazioni (Apple Store) e di pagamento (Apple Pay) che potrebbero aver violato le regole di concorrenza Ue.

La prima indagine verificherà se Apple ha violato le regole antitrust, a seguito delle denunce di Spotify e Rakuten sulla “tassa” del 30% imposta sugli acquisti effettuati attraverso il sistema di pagamento dell’Apple Store.

L’altra inchiesta riguarda la limitazione di Apple all’accesso alla funzionalità Near Field Communication (Nfc) su iPhone per pagamenti nei negozi e presunti rifiuti di accesso ad Apple Pay.

“Sembra che Apple imponga condizioni su come Apple Pay debba essere utilizzato dai merchant di app e dai siti web – aveva dichiarato la vicepresidente della Commissione Ue Margrethe Vestager, commissario alla Concorrenza – inoltre riserva la funzionalità ‘tap and go’ (contactless tramite NFC ndr) all’Apple Pay sugli iPhone. E’ importante che che le misure adottate da apple non impediscano ai consumatori di beneficiare dei vantaggi delle nuove tecnologie di pagamento, comprensive di miglior scelta, qualità, innovazione competitività di prezzo”.

Se ritenuto colpevole, il colosso di Cupertino potrebbe dover pagare una multa fino al 10% delle sue entrate annuali ed essere costretta ad adeguare le sue pratiche commerciali. Nel solo 2019 l’ecosistema dell’App Store ha mosso 519 miliardi di dollari in pagamenti e vendite a livello mondiale.