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Lo streaming che non va. Problemi anche per Prime Video durante la partita Juventus-Chelsea

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Durante la partita di Champions League Juventus-Chelsea, in onda in esclusiva ieri sera su Prime Video, si sono registrate nuove lamentele a causa della scarsa qualità delle immagini.

Non c’è pace per i tifosi italiani di calcio. Dopo i problemi continui di DAZN, fra rallentamenti e black out durante le partite di campionato di Serie A, ieri è stato il turno di Amazon Prime Video con la gara di Champions League tra Juventus e Chelsea.

Dopo i problemi di trasmissione di Dazn, ieri sera nel corso di Juventus-Chelsea, in onda in esclusiva su Prime Video si sono registrate nuove lamentele a causa della scarsa qualità del video.

Stavolta a far storcere il naso ai telespettatori sono stati i colori e la luminosità delle immagini (risultati troppo scuri all’inizio e poi eccessivamente chiari alla fine).

Prime video flop: ira social dei tifosi

Ovviamente tifosi scatenati nei confronti di Prime Video per la scarsa qualità delle immagini della partita. Le sequenze registrate nel pre-partita mostravano colori innaturali e un audio non sempre in sincrono. Amazon ha scelto di trasmettere il match in HDR ma le immagini sono risultate o troppo chiare, poco definite e senza contrasto, o troppo scure.

Alcuni utenti hanno evidenziato problemi di streaming a causa della risoluzione impostata in 4k da Prime Video che ha creato problemi di traffico. In alcuni casi lo streaming si è interrotto. Altri utenti hanno segnalato una risoluzione che, al contrario, era molto bassa;

“All’inizio della diretta c’è stato un problema sulla resa audio video di alcune camere a bordo campo ma nel giro di poco tempo il problema si è risolto”, ha spiegato Prime. Anche se il problema, come scrivevano molti tifosi su twitter, non era stato per nulla risolto.

Calcio & streaming: si aggiunge anche il caso degli ascolti

L’avvento di nuovi player sul mercato, in particolare nel mondo dello streaming, ha sconvolto le abitudini degli appassionati di calcio. Tra streaming flop, immagini pessime e interruzioni di servizio, il tifoso italiano ne esce stremato già alla sesta giornata di campionato.

Nel mirino delle polemiche si è aggiunta anche la misurazione della audience da parte di DAZN, che tramite Nielsen si avvale di un metodo che non piace agli sponsor, alternativo a quello ufficiale dell’Auditel. Ieri sono stati diffusi i nuovi dati riguardante la sesta giornata di campionato di Serie A: il turno secondo i dati Nielsen sfiora i 7,0 milioni di ascoltatori. Guida la classifica il derby di Roma in esclusiva Dazn: Lazio – Roma ha fatto registrare 1,5 milioni di ascolto.

La metodologia Nielsen offre una panoramica degli ascolti, sia quelli rilevati dall’app DAZN che dal DAZN Channel con Ascolto minuto per minuto, ascolto medio e copertura per la componente editoriale; Ascolto pubblicitario relativo a ciascuno spot andato in onda; Tipologia di device utilizzato per fruire dei contenuti DAZN (TV, web, mobile & tablet); Dati aggregati di audience profilati per sesso ed età- inizialmente disponibili i dati di ascolto su TV rilevati da Auditel, da dicembre 2021 anche quelli su web, mobile & tablet forniti da Nielsen.

Upa chiede metrica audience omogenea

Secondo Nielsen, che lo ha ammesso quando ha presentato il metodo, questa maggiorazione delle prestazioni si situa intorno al 15%. Secondo gli osservatori tecnici del mercato, invece, essa ha raggiunto spesso il 30% e più. Si è tenuta ieri, anche su questo tema, una riunione che alla fine è stata interlocutoria del consiglio di amministrazione di Auditel.

Si aspetta oramai, infatti, il documento di Upa sul sistema di ricerche del ‘futuro’ che l’Agcom a giugno aveva sollecitato il mercato a produrre e che l’associazione di cui è presidente Lorenzo Sassoli De Bianchi presenterà ufficialmente venerdì primo ottobre.