La causa a Google-Alphabet del gruppo italiano Moltiply
La denuncia del Gruppo Moltiply è stata depositata presso il Tribunale di Milano e al centro della causa da 2,97 miliardi di euro c’è Google e la sua casa madre Alphabet, per aver danneggiato il suo compratore di prodotti online Trovaprezzi.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la causa intentata dalla controllata 7Pixel al gigante americano trae origine dalla multa Antitrust da 2,4 miliardi di euro inflitta dalla Commissione europea a Google nel 2017, poi confermata dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
L’indagine europea ha concluso che Google ha violato, tra il 2008 ed il 2017, le norme antitrust dell’UE, in particolare l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
Il problema è sempre lo stesso: abuso di posizione dominante. Secondo Bruxelles, il gigante tecnologico americano ha abusato della sua posizione dominante come motore di ricerca, favorendo il suo servizio di comparazione di prodotti rispetto ai suoi concorrenti.
Il caso italiano segue.
Il dominio assoluto di Google sulla ricerca online
D’altronde, Google controlla il 90% delle ricerche online in gran parte dei Paesi europei, Italia compresa. L’ordinamento dei risultati in pagina è fondamentale per “orientare” in qualche modo le scelte degli utenti di rete e consumatori.
I primi risultati e quindi i primi link che vengono proposti in pagina sono quelli che avranno le maggiori probabilità di essere selezionati, più si scende verso il basso, meno saranno le visite ricevute. Al primo vanno il 33% circa dei click, al secondo poco più del 16%, al terzo circa il 10%. Basti pensare che al quinto vanno meno del 6% dei click. Oltre la decima posizione parliamo di meno dell’1%.
Il calcolo del mega risarcimento richiesto da 7Pixel (Moltiply)
Ne consegue che rivali di Google Shopping, come Trovaprezzi di proprietà di 7Pixel (controllata del Gruppo Moltiply) , non hanno le stesse possibilità del servizio offerto dal padron di casa, che nel tempo “ha alterato in maniera irreversibile la struttura del mercato”, si legge nell’articolo pubblicato dal Corriere della Sera.
La cifra a risarcimento danni chiesta dagli avvocati di 7Pixel dello Studio PedersoliGattai è calcolata in basi ai ricavi e i profitti persi da Trovaprezzi e Shoppydoo (altro compratore online di proprietà di 7Pixel chiuso nel 2021), tra il 2011 ed il 2017, e la stima degli incassi mancati negli anni successivi.
Come si legge nella sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione, nel rigettare il ricorso di Google e Alphabet Group: “La Corte precisa che non si può certo ritenere, in generale, che un’impresa dominante che applichi ai propri prodotti o ai propri servizi un trattamento più favorevole di quello che essa accorda a quelli dei suoi concorrenti tenga, indipendentemente dalle circostanze del caso di specie, un comportamento che si discosta dalla concorrenza basata sui meriti. Essa constata tuttavia che, nel caso di specie, il Tribunale ha effettivamente stabilito che, alla luce delle caratteristiche del mercato e delle circostanze specifiche del caso in esame, il comportamento di Google era discriminatorio e non rientrava nell’ambito della concorrenza basata sui meriti”.