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Limiti elettromagnetici, Governo pronto ad alzarli. Ma non è chiara la base scientifica

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Il Governo nella bozza del DL telecomunicazioni allo studio sta valutando la revisione dei limiti elettromagnetici assai rigidi di 6 v/m. Resta da capire come sarà decisa la nuova soglia. Perché 20 v/m o 24 v/m e non 21, 28 o 35 v/m?

La revisione dei limiti elettromagnetici non è più una chimera per gli operatori. Il Governo ci sta pensando seriamente, e una bozza del DL telecomunicazioni circolata in questi giorni svela anche le modalità di questo cambiamento atteso da tempo dalla industry per sveltire il rollout delle nuove reti 5G. Resta da capire su quali basi (scientifiche) il Governo pensi di innalzare i limiti dagli attuali 6 v/m a 20 v/m, o 24 o 30 v/m. In altre parole, qual è la ratio scientifica di questi nuovi limiti? In Europa il limite massimo di emissione elettromagnetica è 61 v/m. Perché L’Italia dovrebbe fissare un limite massimo di 24 v/m? Perché non 35 v/m invece?

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Lati positivi: monitoraggio degli impianti e stop all’accaparramento

Di certo, la norma sull’innalzamento dei limiti ha dei chiari aspetti positivi a fronte di una criticità che tuttavia non compromette il giudizio tutto sommato positivo sul provvedimento.

Di certo, il nuovo limite di 20 o 24 o 30 v/m sembra un po’ improvvisato.

Detto questo, altri aspetti della norma sono invece molto positivi. In primo luogo, il Governo prende posizione contro il fenomeno dell’accaparramento e non introduce un innalzamento generalizzato degli impianti esistenti. E’ previsto invece “un monitoraggio sui valori reali di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico ambientali, e gli attuali livelli di emissione delle reti mobili svolta entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge dalla Fondazione Ugo Bordoni in collaborazione con le Agenzie Regionali per protezione Ambientale”, si legge nella bozza del decreto, sottolineando che a tal fine viene istituita una rete di monitoraggio nazionale d’intesa fra FUB, MIMIT e ARPA “allo scopo di informare in modo corretto ed efficace la cittadinanza sui livelli di campo elettromagnetico effettivamente presenti sul territorio”.

Controllo reale delle emissioni

Ciò significa, in concreto, che ogni eventuale innalzamento dei limiti è sottoposto ad una verifica effettiva della situazione, con il controllo reale delle emissioni sul territorio.

In caso di situazioni oscure (leggi accaparramento) l’innalzamento dei limiti non sarebbe concesso. C’è quindi una presa di coscienza da parte del Governo che c’è una situazione che va monitorata. In altre parole, non è un ‘Liberi tutti’ ma è un valore che viene applicato nei casi nei quali c’è una ragionevole tranquillità sul fatto che gli operatori si stanno comportando in maniera trasparente.

Nella bozza del documento, si legge che “Il 62% dei siti esistenti nelle aree urbane è risultato non aggiornabile al 5G a causa dei limiti di emissione. Gli extra costi per sviluppare la copertura 5G a causa dei limiti stringenti che obbligano alla reingegnerizzazione dei siti esistenti o al reperimento di nuovi siti sono circa 1,3 miliardi per operatore”.

L’innalzamento sarebbe un’ottima cosa per gli operatori e per la diffusione del 5G. Sarebbe un’ottima cosa per il settore in ottica di condivisione dei siti.

Innalzamento dei limiti, previo monitoraggio degli impianti

Ma il dato del 62% va verificato con il monitoraggio degli impianti, perché quando gli operatori dicono che un impianto è saturo resta il dubbio se sia davvero così. Un monitoraggio di terzi fugherebbe ogni dubbio ed è proprio questo che prevede il decreto allo studio, per verificare che effettivamente i valori non siano comunicati sui ‘valori autorizzati’ ma sui ‘reali valori’.

Resta il fatto che un nuovo valore di 24 v/m, ad esempio, sarebbe non motivato scientificamente. Perché 24 v/ e non 23 v/m o 25 v/m, non 30 o 20 o 28 v/m?

La ratio è un po’ la stessa di quando si decise a suo tempo di fissare il nuovo limite a 6 v/m. Una decisione prudenziale, presa dividendo il limite europeo di 60 v/m per dieci.

Adesso hanno preso il valore di 6 v/m e lo hanno moltiplicato per quattro? Un numero però deve avere un suo perché.

Il valore europeo di 60 v/m ha un senso legato agli effetti termici, ha tutta una sua motivazione scientifica. Perché il corpo umano risuona a certe frequenze, corrispondente all’innalzamento di un grado.  

Se metti un limite a 24 v/m, non lo fai perché hai fatto degli esami di laboratorio. Non c’è un motivo specifico.