Non solo Google

‘Lilo’, abbiamo provato il motore di ricerca che finanzia progetti sociali con le tue ricerche (video)

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‘Lilo’ è il motore di ricerca che finanzia progetti sociali e ambientali con il denaro che deriva dalla pubblicità mostrata in ogni ricerca (si basa sugli algoritmi di Google, Bing e Yahoo). Lo abbiamo provato e con le ricerche abbiamo sostenuto sia il WWF, che sviluppa l’energia solare in Madagascar, sia i tessuti realizzati da detenute in Puglia.

Le nostre ricerche quotidiane sul web generano ai motori di ricerca, attraverso la pubblicità, circa 30 euro l’anno. Questo è uno dei modelli di business di Google, Bing e Yahoo, solo per citare le principali porte d’ingresso a Internet. In questo modo guadagna anche Lilo, un nuovo motore di ricerca, che però devolve più del 50% delle entrate pubblicitarie per finanziare progetti sociali e ambientali.

Noi lo abbiamo provato e con il denaro ricavato dai link pubblicitari mostrati dopo le nostre due ricerche abbiamo sostenuto sia il progetto del WWF per sviluppare l’energia solare in Madagascar sia il progetto ‘Made in carcere’, i manufatti confezionati dalle detenute nelle carceri di Lecce e Trani.

Lilo, ecco come funziona

Per le ricerche Lilo si basa sugli algoritmi di Google, Bing e Yahoo

A differenza di Qwant, il motore di ricerca anti-Google che non ti spia, Lilo ‘affitta’ lo stesso algoritmo utilizzato da Google, Yahoo e Bing per cui garantisce gli stessi risultati, però tutela la privacy non raccogliendo i dati e operando contro il tracking pubblicitario. Invece come gli altri propone link commerciali nelle prime tre risposte alla nostra ricerca, da quelli deriva il guadagno e una parte dei ricavi provenienti da quella pubblicità viene messa dal motore di ricerca, nato in Francia, a disposizione dell’utente per sostenere economicamente progetti sociali e ambientali. Più di 11mila euro sono stati raccolti e devoluti attraverso Lilo.

Buona navigazione sul motore di ricerca socialmente utile.